Fin da piccola ho sempre avuto una sola idea in mente per il mio futuro: avrei lavorato a contatto con il mare, viaggiando.
A 8 anni volevo diventare biologa marina, poi ho cambiato idea e pensavo di entrare in marina militare, successivamente, a 14 anni, sono entrata in casa un pomeriggio dopo scuola urlando: “mamma, andrò al nautico!”“Al nautico? Per fare che?”
“Il Capitano!” E così sono andata al Nautico, a Livorno, 40 km da casa mia, tutte le mattine, col treno, una faticaccia, ma lo volevo fare. Volevo governare le navi.
Alla fine comunque non ho fatto niente delle cose elencate e dopo le superiori sono rimasta un anno ferma correndo dietro ad un’ opportunità di lavoro o l’altra mentre già stavo già capendo che in Italia la situazione lavorativa non era affrontabile. Ero anche fidanzatissima (lo ero da 3 anni) e perciò non volevo andare via per lungo tempo senza alcuna sicurezza, rischiando di mandare a rotoli tutto.
Quell’anno lì, però, fu snervante: niente lavoro, niente soldi, giusto il diploma in mano, cosa ne avrei fatto della mia vita?
Ho deciso così di andare all’università, scegliendo la facoltà che più si avvicinasse al percorso di studi già affrontato: Economia e Legislazione dei Sistemi Logistici sotto economia, con sede a Livorno. In questa facoltà s’impara soprattutto come gestire i traffici merci specialmente nel settore marittimo quindi una volta laureata, sarei potuta andare a lavorare con le navi e quindi a contatto con il mare, ero apposto.
Andare all’università è stata una fortuna, mi ha fatto capire che la mia non conoscenza delle lingue e la mentalità del datore di lavoro italiano non mi andavano giù e così decisi che almeno per un pochino era meglio cambiare aria dopo la laurea, al massimo un anno, giusto per vedere altre cose. I miei genitori erano d’accordo, il mio fidanzato no e quindi nulla, adesso sono single.
Arrivata al momento di decidere perché prossima alla laurea, sono andata nel caos più totale: Dove vado? Per quanto? A fare che? Ma i soldi? Ma la lingua? Ne sarò capace?
Stavo già pensando a Rotterdam come una delle prime mete, dato che c’è il porto più grande d’Europa, ma non potevo presentarmi in qualche ufficio del porto e dire: “ehi, mi sono appena laureata, ho fatto uno stage in una multinazionale per un mese ma ho un’ esperienza pari a zero, parlo poco inglese, per niente olandese… mi prendete al lavoro?”
Quindi, a malincuore, accantonai l’idea di Rotterdam e, ragionandoci su, con la consapevolezza che sarei dovuta partire facendo qualcosa che non mi facesse spendere milioni di euro già solo per cominciare, la cui destinazione geografica fosse vicina perché “non si sa mai”, decisi che la cosa migliore da fare sarebbe stata andare come au pair in Inghilterra, in Irlanda o in Olanda.
Non sapendo scegliere, cominciai la ricerca di una famiglia su un sito specifico sapendo che qualsiasi posto sarebbe andato bene, tanto sarebbe stato per cominciare e poi avrei puntato dritto su Rotterdam.
Poi il caso ha voluto che trovassi proprio una famiglia di Rotterdam che cercava un au pair disponibile a partire nel giro di un mese. Ci scrivemmo per e-mail, facemmo delle video-chiamate su skype con un inglese un po’gesticolato e, in nemmeno due settimane, avevo trovato lavoro per almeno un anno nella città in cui, comunque, sarei voluta andare. Era il 3 dicembre 2015 e sono partita il 4 gennaio 2016 per l’Olanda.. è stato semplicemente fantastico! Una serie di coincidenze a cui ancora non credo!
Adesso sono qui e a breve comincerò a guardarmi intorno per vedere dov’è che potrò andare a lavorare o a studiare.. o entrambe le cose: un passo alla volta riuscirò a fare tutto!
9 Commenti
Wow, che bella storia!
Dalle tue parole traspare proprio un senso di euforia e di eccitazione per il futuro. Si può dire che tu abbia seguito “il richiamo del mare”…
In bocca al lupo per tutto e saluti da Berlino 😉
Direi proprio di si, lo sto seguendo.. d’altra parte l’odore del salmastro mi “fa sta bene!”
Saluti dall’Olanda e Viva il lupo!
Brava Dalila sono contento X te, mi fa piacere che tu riesca a realizzare il tuo fururo “inseguendo” l’odore di salmastro…….in bocca al lupo, ciao da Romito ??????
Viva il lupo e grazie =D ciao, dall’Olanda!! =)
Bellissima e se ti serve aiuto sono 50 km à sud di te e abito in Olanda da 15 anni…
In bocca al lupo
Fabiana
Grazie mille! Magari vengo a trovarti un sabato! merenda Birra e speculoos =D
Viva il lupo!
Grande la mia nipotina , quando si dice il sangue non è acqua! Se tutto va bene la settimana prossima ti scrivo dai Caraibi ciao e fatto valere
Zio <3 Lo spero tanto che tu mi scriva dai Caraibi, serba un buchino per me =P un abbraccio!
Ciao Dalila,
ti ho scoperta sulla pagina Fb di Italiani a Rotterdam e ho letto i tuoi articoli. Molto bella la tua storia. Anch’io sono a Rotterdam da gennaio, dal 16 precisamente, sono venuta qui dalla Sardegna con il mio ragazzo per cambiare la nostra vita e al momento lui lavora in un ristorante e io come babysitter. Purtroppo non abbiamo fatto molte conoscenze e col fatto che lui sta fuori tutto il giorno e io lavoro, per il momento, solo qualche giorno a settimana, sono spesso sola! Il tuo articolo mi ha dato un po’ di speranza. In bocca al lupo per tutto 🙂