Come mi sto reinventando dopo che la pandemia mi ha tolto il lavoro
La pandemia ha colpito anche me
Come mi sono reinventata? Dando lezioni di italiano online.
Ma andiamo con ordine. Ho trascorso gli ultimi tre anni come linguista di italiano in un’impresa di software che si occupa di traduzione automatica. Avevo tutto ciò che desideravo: un lavoro stimolante e in linea con i miei studi, sensazione di crescita e sviluppo personale, colleghi meravigliosi (tutti!), ambiente internazionale come piace a me, attico in centro, stipendio dignitoso, stress a livelli salutari (quello che gli esperti definiscono “eustress”, cioè stress positivo), orari abbastanza flessibili, pranzo natalizio d’impresa con regalo annesso.
Poi, a settembre, è arrivata la batosta. Qualcuno della multinazionale, negli Stati Uniti, ha deciso che era arrivato il momento di tagliare il personale e che il mio contratto non doveva essere rinnovato.
Non ho mai capito se ho perso il lavoro per colpa del Covid o se è stato perché la traduzione automatica attraverso le reti neuronali delega sempre più ai computer e necessita sempre meno di linguisti. Forse il Covid ha solo accelerato le cose.
Fatto sta che, da settembre, la mia vita è completamente cambiata e una voragine di angoscia mi si è aperta davanti ai piedi.
Non ho più vent’anni, sono mamma, sono nel bel mezzo di una crisi economica globale e lontana dalla famiglia d’origine che vive in Italia e che non so quando vedrò. Non sono elementi a mio favore. Ma sono abituata a battagliare e a superare situazioni critiche, ho guerreggiato molto nella vita e ne sono sempre uscita vittoriosa e profondamente cambiata.
Se il primo lockdown è stato pesante tra lavoro, asili chiusi e bambina piccola in casa, questa seconda ondata, in cui il “confinamiento” è moderato, le scuole sono aperte e si vive un’apparente normalità, stanno agendo quasi come un balsamo sulla mia vita. Mi sono presa un po’ di tempo per me e so solo io quanto ne avessi bisogno.
Insegnamento dell’italiano online
Sto impiegando questi mesi per conoscermi meglio perché, ancora una volta, mi sto reinventando.
Oltre a tenere LinkedIn sott’occhio, sto facendo corsi di “coaching laboral” e di scrittura creativa e sto leggendo di più. Inoltre, nell’attesa che arrivi un lavoro bello e importante, che mi riempia la vita e il portafogli (non voglio accontentarmi!) mi sono messa a dare lezioni di italiano online su una piattaforma che si chiama Italki.
Con anni di esperienza nella glottodidattica a distanza all’università, mi sono detta: in questi mesi oscuri e difficili in cui le persone, un po’ depresse, devono stare in casa, di cosa ha bisogno la gente? Di formarsi, di imparare. E cosa posso offrire io? Che contributo posso dare, nel mio piccolo, alla società? E la risposta è stata: posso (in)trattenere la gente in casa esportando la lingua e la cultura italiana nel mondo in diretta dalla scrivania della mia stanza.
Infatti ho molti più studenti di quanto mi aspettassi e provengono da ogni angolo sperduto del pianeta.
Tutto questo è bellissimo ed è incredibile quanto interesse vi sia per la nostra lingua.
A volta, la mattina, si connette un ragazzo inglese che vive in Puglia e io vorrei tele-trasportarmi lì perché so che sta a pochi chilometri da casa mia.
Alle tre del pomeriggio, mi ritrovo nel salotto di un uomo d’affari del Qatar che studia l’italiano per mero interesse culturale e che lo mescola col francese e lo spagnolo. Lì da lui si sta facendo sera e si avvicina l’ora di cena.
Dopo un’ora di lezione, mi si apre un’altra finestra sul mondo: sono in videochiamata con un ragazzo degli Stati Uniti di origini italiane e con un bebè di pochi mesi in braccio. Da lui è mattina e sua moglie lavora. Gli insegno a dire “cambiare il pannolino” in italiano.
Molti di loro vogliono fare pochissima grammatica, gli interessa solo conversare e hanno un livello intermedio.
Un minuto dopo, da me ormai è buio, si apre un’altra classe virtuale e mi invade, quasi a livello fisico, il sole caldo del Venezuela e i suoni canterini degli abitanti in sottofondo. La signora dell’America Latina vuole nozioni esaustive di grammatica, questo è il suo stile d’apprendimento e non va delusa. È facile insegnare a lei e agli “hispano hablantes”: fanno gli stessi errori di pronuncia che faceva mio marito e che ora non fa più. E poi, vivendo in Spagna, ho esperienza con loro.
Poi c’è la studentessa del Brasile, che è principiante e che vive e studia in Italia, fa il dottorato. Anche lei, come tanti altri miei studenti, è un’expat e assomiglia a me qualche anno fa. C’è tanta gente che è originaria di un Paese ma ti chiama da un altro perché ci vive o perché è rimasta confinata per colpa del virus, come l’argentino bloccato in Croazia che ha bisogno di diverse sessioni dal dentista croato, con cui parla solo in italiano e fa fatica a capirsi.
Il mondo interconnesso
Tante storie, frammenti di vita, angoli di mondo, emozioni. Siamo tutti uniti in questa sfera che gira inesorabile.
Sento che sono testimone di un’epoca non solo per un virus maligno che ha pervaso e scombinato il globo ma anche perché rappresento uno soltanto tra le miriadi di nodi interattivi sparsi per il pianeta.
Tutti insieme siamo una rete globale e interconnessa, come le “donne che emigrano all’estero” con questo blog e formiamo l’ “intelligenza connettiva” del pianeta, per parafrasare il famoso sociologo Derrick de Kerckhove con cui ho lavorato qualche anno fa.
Domani parlo con la Cina e con gli Stati Uniti e imparerò qualcosa di nuovo anch’io, su Trono di Spade, su Uber o sulle criptovalute, dipende da dove ci porterà la conversazione.
È un’epoca interessante la nostra.
Chi sono
8 Commenti
Bello inventarsi di nuovo, guardare avanti anche nei periodi più neri
un esempio e stimolo per molti
Buon 2021
Ci
Grazie Cinzia! Buon 2021 anche a te, un abbraccio.
Tu eri già esperta in questo. Non sono sorpresa dal tuo successo. Non possiamo nemmeno immaginare quanto in alto e lontano andrai.
Luciana, che bella sorpresa! Mi fa molto piacere che tu legga i miei articoli sul blog. Ti ringrazio tanto per le tue parole, quando vuoi ne parliamo meglio. Ti mando un bacio grande e tanti auguri di buon anno!
Reinventarsi e’ la parola d’ordine ora piu’ che mai. Complimenti per la tua grinta!
Grazie mille Fiorenza 🙂 Buon anno!
Complimenti per la tua grinta e voglia di rimetterti in gioco! Anch’io sono mamma, lontana da casa ( Stati Uniti) e sentire la tua storia mi aiuta e mi dà energia.
Grazie!
Ciao Francesca, mi fa molto piacere! Un abbraccio e buon anno.