Quando siamo sbarcati qui ho cominciato a scrivere un blog che ho chiamato tortilla e parmigiano perché noi siamo una famiglia multirazziale, e anche la cucina a casa nostra e’ multiculturale!
Mangiamo di tutto, proviamo di tutto, però i punti cardine sono:
– non metteremo MAI la maionese o il ketchup nella pasta
– non metteremo MAI l’ananas sulla pizza
– non metteremo MAI la pancetta fritta sui pancakes
Per il resto, a casa nostra mangiamo con entusiasmo tutta la meravigliosa frutta che questo paese ci offre, oltre a quella già conosciuta: papaya, mamey, guayaba, guanabana, camote, tamarindo, jocote, kaimito, granadilla (maracuya), zapote, pitaya, mango tommy, mango verde, mango de pita, ananas, banane grandi, banane rosse, bananitos, platanos…
La tradizione guatemalteca prevede che il mercoledi si mangino i chiles rellenos ( peperoni ripieni di patata, fagiolini, carote, cipolla e carne), giovedì si mangia il “pache” una specie di polpetta rettangolare di patata ripiena di carne cotta nella salsa di pomodoro, stufata tutta avvolta in una foglia di banano. Il venerdì si dovrebbe mangiare i “chuchitos“, simili al pache ma fatti di farina di mais invece che di patata e avvolti nelle foglie della pannocchia, e il sabato il tamal. Il tamal e’ come il chuchito ma può contenere anche capperi, olive, prugne secche, molta più salsa di pomodoro ed è avvolto nella foglia di banano. Noi non seguiamo queste indicazioni alla lettera, ma mi piace fare un po’ come ci va, alterando i piatti tipici guatemaltechi, con la pasta alle verdure ( alle zucchine o con il guisquil, che è della stessa famiglia delle zucchine ma può avere le spine e comunque sempre una buccia molto grossa e una forma a pera, ai peperoni, al pomodoro, alle melanzane, ai piselli…), o la carne. La carne che più si utilizza qui e’ il pollo (ne fanno specialmente squisite zuppe), l’altra fonte proteica sono le uova ( al supermercato ne vendono confezioni da 90, sbalorditive rispetto alle scatoline da quattro-sei-dodici che si trovano in Italia). Ho imparato qui che la papaya e l’ananas sono ottime per creare un liquido in cui marinare la carne, soprattutto il manzo, perché la rendono tenerissima grazie agli enzimi che contengono. Ho scoperto che il riso bollito con spezie e verdure o bianco può essere un ottimo contorno alla carne, e non solo un primo piatto se cotto a risotto. Ho conosciuto pesci di fiume e di mare molto diversi da quelli che mangiamo in Italia, pesci di cui non so tradurre il nome e che mi basta riconoscere dal colore e dal sapore. Mi sono “integrata”, almeno culinariamente parlando . Ma non mi sono abituata a chiamare quel mezzo litro di acqua scura che ti servono in una scodella a colazione o a fine pasto “caffè”.
Vi lascio con una ricetta semplice ma molto gustosa, riproducibile anche in Italia, i “frijoles voletados“:
– mezzo kg di fagioli neri precedentemente messi a mollo
– una cipolla intera
– sei denti d’aglio
Preparazione:
Mettere il tutto in pentola a pressione con almeno due litri d’acqua, e lasciare cuocere a fuoco lento per quaranta minuti dal fischio della pentola. Lasciare raffreddare, frullare il tutto (acqua rimasta compresa) il più finemente possibile. In una padella soffriggere in abbondante olio di semi (io uso e.v.o, ancora meglio secondo me!)mezza cipolla tagliata finissima, poi aggiungere il “frullato” di fagioli e lasciar evaporare l’acqua a fuoco medio, mescolando spesso. Ci vorrà almeno una mezz’ora . Nel frattempo salate a piacere. Quando avrete ottenuto una specie di purè abbastanza cremoso ma non liquido, potete utilizzarlo come aperitivo con dei nachos e della panna da cucina o della guacamole (prepara bile in due secondi: quella messicana ha più ingredienti, quella guatemalteca solo cipolla sminuzzata, molto limone, sale, avocado maturo il tutto ben frullato), oppure è molto buono anche nella nostrana piadina (che rimpiazza benissimo la tortilla di grano) con un po’ di parmigiano e mascarpone. tortilla e parmigiano, appunto!