Ricominciare, si può se sai che…
Qualche mese fa, ho deciso di ricominciare.
Di nuovo? Ebbene sì.
Dopo aver detto Auf wiedersehen a Jena ed essermi messa in marcia, ho deciso di ripartire un’altra volta. Ho seguito il cuore, anche questa volta. Il cervello, però, in questo caso mi ha suggerito il sentiero da percorrere. Me ne ha illustrato i passi, grandi e piccoli. Sono ripartita seguendo il cuore, realizzando un sogno e riempiendo un paio di valigie. Mi sono affidata al raziocinio, a quello che già sapevo, per scalare una montagna che credevo a tratti insormontabile. Dopo mesi di dubbio, posso orgogliosamente dire di avercela fatta. Ora, tutte le volte che qualcuno me lo chiederà, potrò rispondere: “Lavoro in un centro per la protezione degli animali a Remagen, in Germania”.
Ricominciare, però, è faticoso.
È inutile girarci intorno: ricominciare significa doversi rimboccare le mani.
Per cominciare un’altra volta, occorre mettersi in marcia, prendere voli e treni, fare gincane infinite. Ho trascorso ore al telefono con persone spesso disinteressate, per esempio. Ho investito denaro che avevo risparmiato con fatica in biglietti e ostelli. Mi sono messa in gioco per l’ennesima volta quando, a dirla tutta, avrei preferito fermarmi a prendere fiato. Il tutto, nemmeno a dirlo, senza certezza alcuna. Ho mosso mari, monti e speso risparmi nella speranza di un risultato soddisfacente. Spesso, poi, mi sono vista rispondere picche. Credetemi: è faticoso mettere tutto in fila, gli appuntamenti e gli itinerari, e far quadrare i conti. Un occhio al futuro e uno al portafoglio, con la calcolatrice in mano e le dita incrociate.
Ricominciare fa paura.
Iniziare per la seconda volta, davvero, spesso significa farsela addosso. Metaforicamente. Almeno all’inizio.
Vuol dire riaprire la porta a demoni passati e trovare il modo di lasciarli fuori un’altra volta dicendo loro: “No, grazie”. Le incognite alle quali andare incontro, poi, sono tantissime. Inaugurare un nuovo capitolo della propria vita significa fare i conti con la mancanza di conoscenti, ad esempio. Dovremmo affrontare, poi, la burocrazia del posto e un modus vivendi molto spesso differente dal nostro. Una marea di incognite che, probabilmente per il nostro amore per la quotidianità, fanno anche un po’ paura.
Ricominciare, però, è anche esilarante.
Quelle stesse incognite che ci fanno paura portano con sé un brivido d’eccitazione.
È l’esilarante vertigine che ci coglie nei momenti importanti, sapete? A ben vedere, inaugurare un nuovo cammino significa anche trovarsi di fronte ad un baratro senza poter tornare indietro. Un po’ per necessità un po’ per disperazione, quindi, possiamo solo saltare. Chiudiamo gli occhi, respiriamo e ci prepariamo al vuoto d’aria inevitabile. In una manciata di secondi, poi, ripoggiamo i piedi a terra. Ce l’abbiamo fatta: abbiamo sconfitto demoni, paure, complessi, pensieri negativi. Ce l’abbiamo fatta: possiamo ricominciare.
Ricominciare è un numero.
Per me, ricominciare ha il fascino delle coordinate: 37.0850°N, 7.7877°W.
Le porto sempre con me, al polso. Me ne separo il meno possibile e, ogni volta che ho un dubbio, ci passo sopra il dito e chiudo gli occhi. Hanno il profumo della salsedine e del pesce appena pescato, quei numeri. Portano con sé il caldo secco del sole di ottobre nei paesi del Sud. Si tratta di un ninnolo, lo so, eppure per me ha un significato importante. Me lo regalò un’amica per i miei 30 anni, pregandomi di non dimenticare mai quanto potessi essere coraggiosa. Bastava volerlo, diceva lei. Io l’ho voluto.
Ricominciare per la prima volta è stato memorabile.
Ho messo le mie poche cose in uno zaino, sorriso di fronte alle incertezze altrui, e mi sono rimessa in marcia.
A volerla dire tutta, non ho nemmeno ricominciato subito. Ho passato ore osservando, meditando, ascoltando e, soprattutto, ascoltandomi. Ho ponderato per bene, cercando di capire come procedere. Riflettendo a lungo chiedendomi cosa mi rendesse davvero davvero felice. È stato un processo lungo, spesso un poco snervante, ma dal quale ho imparato moltissimo.
Ricominciare, questa volta, è stato uno sforzo calcolato.
Sapevo a cosa andavo incontro, avessi scelto di ricominciare.
Lo sapevo e ho scelto di giocare d’anticipo. Ho stretto i denti, fatto tutti gli sforzi del caso e ho sperato questi venissero ripagati. Ho messo in moto amicizie vecchie e nuove, sperando i loro preziosi consigli sortissero l’effetto desiderato. Ho inviato richieste, curricula, referenze e persino fotografie. Ho lavorato gratuitamente per questo o quel rifugio nella speranza mi assumessero. Ho preso ogni singola possibilità concessami e ho cercato di farla fruttare. I risultati ci hanno messo un poco ad arrivare ma, statene certi, non mi hanno delusa. Tutt’altro.
Ricominciare: si può se sai che…
Gli inizi sono i vicini di casa dei quali abbiamo solo sentito parlare: occorre conoscerli per bene, per capire se fanno per noi.
Ricordarsi che ci sono più di una faccia della medaglia è fondamentale. Se vogliamo iniziare un nuovo capitolo, insomma, dobbiamo essere pronti. Dobbiamo essere pronti ad avere paura, ad esempio. È necessario essere preparati a sentire vertigini e scossoni. È fondamentale, poi, ricordarci di tener conto di tutte le variabili che rendono la nostra nuova casa quello che è. Dalla burocrazia alle tempistiche, passando per i Consolati e le assicurazioni sanitarie, davvero, ci sono un sacco di cose delle quali tener conto.
Perché farlo? Semplicemente perché ne vale la pena.
Perché una volta chiusa la porta alle spalle e messe le valigie in soffitta potrete finalmente mormorare: “Benvenuta a casa”.
Chi sono
1 Commento
Ciao Sam,
questo articolo capita ad hoc. Sto per ricominciare pure io e con un’ansia da non sottovalutare soprattutto perché non ho una casa e in Francia se sei straniero hai non pochi problemi con l’affitto.
Ricomincio in un paese che già conosco, ma in un’altra città.
E ricomincio per pochissimi mesi, dopo i quali dovrò ricominciare nuovamente. Al tempo stesso sono stressata ed entusiasta al solo pensiero.
Ma è la vita che mi sono scelta e la accetto con tutti i suoi pro e i suoi contro. Verrà il momento di tirare il fiato, ma quel momento non è ora.
Non sei sola.
Ti abbraccio e in bocca al lupo.
Sil 😘