Tempo fa, abitavo ancora in campagna vicino a Parma, in un raro sprazzo di atleticità decisi di andare a correre la sera dopo cena.
Inforcai l’ I-pod e mi lanciai dietro casa. Ad un tratto mi accorsi di non sapere più dove fossi e guardandomi intorno notai un lampione rotto che lampeggiava al ritmo della musica che stavo ascoltando. In lontananza un cantiere con delle gru che apparivano e scomparivano al ritmo di quella musica, mi sembravano dei giganteschi animali fatati. Ad un tratto il fastidio di essermi persa fu sopraffatto dalla sensazione di essere Alice che ballava il valzer con le gru. Se non mi fossi persa non sarei mai finita nel “paese delle meraviglie”.
La mia vita ha percorso una strada diritta e sicura per trentacinque anni.
Ho vissuto sempre come ero certa si dovesse vivere per essere felice: un buon lavoro, una casetta, una famiglia composta da me ed il mio ex compagno e tantissimi amici.
Da fuori la mia vita era bella e serena come tante altre.
Ad un certo punto ho perso il lavoro: dopo quattro anni e mezzo di apprendistato non mi è stato rinnovato il contratto. Il primo colpo alla mia già carente autostima. E pensare che mi sentivo anche bravina.
Trovo un altro impiego il giorno dopo, che mi piace moltissimo, e la mia vita riprende, ma la crepa rimane.
Passa qualche mese e la famiglia composta da me e dal mio compagno dopo 14 anni si sgretola. Ad un certo punto, dopo averci provato e riprovato, sia ben inteso, ci siamo accorti che qualcosa non andava. Non eravamo più le stesse persone di 14 anni prima ma la nostra relazione era ancora quella di due ventenni, non cresceva. Ci eravamo lasciati andare, trascurati, talmente sicuri della strada intrapresa da darsi per scontati. Io, che mi sono sempre ritenuta una persona allegra e socievole, mi ero chiusa in me stessa ed ero diventata una musona triste e antipatica. Gli amici con cui uscivamo in coppia, ne sono certa, non mi sopportavano più.
Vi sembrerà strano ma a volte la gente si lascia per un ultimo gesto d’ amore. Ci si lascia prima di arrivare ad odiarsi, per quel bene verso l’ altro che c’è nel cuore. Ci siamo guardati negli occhi ed abbiamo deciso.
Ho fatto le valigie e sono tornata a casa dei miei genitori.
Le piccole crepe che avevo accumulato negli anni sono esplose mandandomi in mille pezzi.
Ero distrutta, stravolta, immobile, impotente. Persa.
Non ho detto niente al lavoro. Ho abbandonato gli amici per un po’. Avevo bisogno di stare da sola e non parlare con nessuno. Non volevo sentirmi dire quello che tutti mi dicevano: “si vedeva che avevate dei problemi”, “non eravate fatti l’uno per l’altra”, “chiusa una porta si apre un portone”, ad ognuna di queste affermazioni mi veniva da rispondere solamente: ” ma che cazzo ne vuoi sapere tu di come sto io, di cosa va bene a me, di cosa ho bisogno, delle mie porte e dei miei portoni?” Avevo bisogno di guardarmi dentro. Da sola.
Nel mentre, dopo soli venti giorni da tutto il “patatrac”, incontro Maurizio, che mi piace, accidenti se mi piace, e che vive a 200 km da tutto.
Inizio a frequentarlo senza dire niente a nessuno. Mi dico che è passato talmente poco tempo che non può piacermi davvero ma visto che con lui sto bene, che mi fa passare dei momenti stupendi, che mi toglie dalla testa i pensieri brutti, perché dovrei smettere di vederlo e di star bene? Ogni weekend scappo da lui ed ogni volta che ci vediamo lui mette insieme un po’ dei miei cocci.
Passano settimane. Passano mesi. Con lui sto sempre meglio. Mi innamoro follemente. Viene a vivere a Parma con me. Io rinasco. Decidiamo di imbarcarci in una nuova avventura: quella di trasferirci in Marocco e costruire qualcosa insieme. Abbandono tutte le mie certezze e nell’abbandonarle mi sembra che questo mi renda una persona nuova, allegra, solare, estroversa e con tanta voglia di fare. Ci penso bene ed invece capisco che è la vecchia Francesca che è tornata fuori, coccio dopo coccio, completamente ricostruita dalle mani d’oro del mio compagno. Capisco che perdersi a volte è l’ unico modo per ritrovarsi. Capisco che dare le cose per scontate è il modo migliore per rovinarle. Mi impegno a non farlo più e a vivere ogni istante intensamente, a coltivare la mia relazione, a dirgli che lo amo, che mi fa stare bene, che mi fa sentire amata, a ringraziarlo ogni giorno per tutto questo e a cercare di fare altrettanto per lui. Mi impegno soprattutto a vivere l’ oggi, senza progetti troppo lontani, perché ho capito che se si guarda troppo lontano si perde il fascino del momento e che la vita non va sempre secondo i progetti quindi bisogna diventare malleabili ed essere pronti a cambiare strada quando ci si perde.
Chi sono
8 Commenti
Il protrarsi al nuovo fa sempre male, ma sopratutto paura , perché’ non sai piu’ cosa vuoi . ma quando hai la benedizione di trovare chi con l’ amore ti fa ritrovare te stessa è una cosa stupenda !! Tantissimi auguriii e grazie per questa bella condivisione
Grazie Antonina. Sono stata fortunata a trovare un grande amore che mi facesse passare tutte le paure
Mia cara Francesca,leggerti mi ha fatto riflettere tanto soprattutto in questo momento..sto mettendo in discussione il mio matrimonio e mi sento così combattuta..mi manca il coraggio si,devo ammetterlo..quello che non è mancato di certo a te..grazie per la tua testimonianza..un abbraccio
Laura, cambiare è la cosa più spaventosa di tutte ma a volte restare fermi è la cosa più dannosa per noi.
Il coraggio è lì nascosto bisogna tirarlo fuori al momento opportuno. Noi donne siamo fantastiche nell’affrontare i cambiamenti. Coraggio, vai avanti e fra un po’ sarai orgogliosa di te stessa
Che bella storia! Fa bene al cuore sapere che a qualcuno,ogni tanto, va bene. Grazie per aver condiviso la tua esperienza personale con noi.
A me è andata benone e can’t nosco tante altre persone a cui è andata come me. Forse le cose belle bisogna un po’ andarsele a cercare
Carissima Francesca,
ho letto con molta attenzione la tua testimonianza, e ti ringrazio per averla condivisa con noi.
Mi ci ritrovo un po’…a dire il vero non sono stata licenziata e non sto vivendo una storia d’amore giunta al capolinea, eppure….sono 15 anni, quasi 16, che lavoro nella stessa azienda, dove ho ricoperto varie posizioni e dove mi sono espressa al massimo anche perché, soprattutto negli ultimi 8 anni, ero veramente entusiasta di ciò che facevo. Poi 3 anni fa circa l’azienda mi ha preso, trasferito come un pacco da una città ad un’altra, cambiato mansione, e il mondo mi è crollato addosso. E’ come se una storia d’amore fosse terminata. Ma non solo questo credo, è anche che non mi ritrovo più, che comincio ad avere bisogno di un cambiamento per ritrovare mordente e gioia di fare. E ho cominciato un percorso per capire meglio come poter realizzare un sogno e concretizzare un progetto. La lettura della tua esperienza è illuminante. Grazie
Cara Antonella, per me quella lavorativa è stata una grande batosta. Non vedere riconosciuti i propri ,eriti fa male. Non sono mai stata una persona che si lancia in avventure ma ammetto che l’unica volta che l’ho fatto mi ha cambiato la vita. Bisogna volersi bene e cercare il meglio per sè