Riflessioni minime sul ruolo degli insegnanti in classe
Oggi, riflessioni minime sul cambiamento dei materiali proposti agli studenti durante il passare degli anni.
Questo approccio, essendo naturale, è completamente diverso da quello formalistico.
Mia madre è passata nella sua carriera da un approccio strutturalistico a uno comunicativo. E sicuramente una delle mie insegnanti usava un approccio comunicativo: mi ricordo benissimo i livelli soglia e la scelta di situazioni comunicative.
Faccio un riepilogo, perché mi sono lasciata portare dal discorso e non so quanto sia stata logica e strutturata (giusto per tornare a bomba) nella descrizione degli approcci.
Vi è un approccio formalistico (il primo descritto), poi vi è quello naturale, che è quasi l’opposto per concezione pedagogica. Poi vi è quello strutturale che vuole gli esercizi a ripetizione: le famose batterie degli esercizi. Poi vi è quello comunicativo, su cui mi sono soffermata poco, ma in generale è quello dei famosi role-play.
Vi ricordate questi livelli soglia (metodo nozionale- funzionali) con varie forme di role-play e materiali dotati di CD e video per immergere lo studente in situazioni autentiche o quasi autentiche? A mio parere, il metodo comunicativo ha sicuramente molti pregi e ora si possono inoltre utilizzare tutti gli strumenti tecnologici, dagli smart-phone a Skype.
Poi c’è la differenza tra metodo induttivo e deduttivo: dagli esempi trovare le regole, nel primo caso, dalle regole riuscire a fare degli esercizi in maniera corretta. Sono due modi differenti di vedere il mondo; due modi di interagire con la realtà completamente diversi, quasi opposti, oserei dire.
Una lancia spezzata a favore degli insegnanti: per insegnare bene ci vuole molto lavoro.
Ed io spero che questo post vi sia utile in qualche maniera.
Non so, m’immagino qualcuno di voi obiettare: “ma non hai parlato del livello sociale della lingua”.
Chi sono