Quando decidi di emigrare sai che la tua vita dovrà cambiare.
Sai che dovrai crearti nuove abitudini, nuove amicizie, nuovi affetti.
Sai che sarà un processo in via di evoluzione, soprattutto all’inizio: si tratterà di un work in progress che ti consentirà di conquistare i tuoi obiettivi e le tue sicurezze passetto per passetto.
Molto presto capisci che non potrai ottenere tutto e subito; in fondo, Rome wasn’t built in a day! Ma sai che, se ce la metti tutta, la tua “Roma” prima o poi riuscirai a completarla.
Ciò che non sai, o che non sempre ti ricordi, è che anche tornare indietro, in Italia, può essere un processo che richieda pazienza e dedizione.
Anche solo per tornarci in vacanza.
Devi organizzare il viaggio, le spese, i contatti, le giornate. All’inizio tutto ok: sei riuscita a farcela all’estero, riuscirai a farcela tornando in patria.
Eppure tornare indietro ha un sapore diverso, perché tu sei diversa.
Ti rimetti in contatto con persone, con situazioni che, mentre tu ribaltavi il tuo mondo come un calzino, sono rimaste del tutto immutate.
Nel bene e nel male.
Da un lato ti viene da sorridere all’idea di mangiare tutto ciò che nella tua nuova vita non esiste, all’idea di abbracciare per cinque lunghissimi minuti le persone care, che in quel momento piangeranno di gioia insieme a te.
Allo stesso modo le mani cominciano a sudarti all’idea di ritrovare tutto ciò che ti aveva fatta scappare: i ritardi, le lamentele, i soliti discorsi di decenni passati, il biasimo di chi non ti capiva prima e ancor meno ti capirà ora.
Capita solo a me?
Io fra un paio di mesi tornerò in patria per quattro settimane ed è già diventata un’esperienza più grande di me!
Sarà un nuovo work in progress, un nuovo tentativo di uscire dalla propria zona di comfort senza venirne fuori troppo ammaccata.
Perché, se quando decidi di emigrare sai che dovrai tirare fuori tutta la tua determinazione per costruirti un futuro, quando torni indietro sai che rischi di riportare mente e cuore al passato, sai che ritroverai quell’altra tua “Roma”, quella secolare, polverosa, anacronistica. Quella che avevi tentato di costruire per molti anni e che rimane storia antica ma che, per te, avrà sempre un fascino ed un’importanza del tutto particolari.
Io non so come andrà; forse l’unica soluzione è viverla esattamente come la migrazione: passetto per passetto, accettando ciò che arriverà con pazienza ed entusiasmo, sapendo che ogni esperienza, anche se ci riporta la mente al passato, può darci preziosi spunti per il futuro.
In fondo, Rome wasn’t built in a day!
2 Commenti
Ciao cara Minie, ti penso e condivido le forti emozzzioni che stai vivendo in questo periodo! Vivi il ritorno (temporaneo…vero) pensando che non devi giustificare o spiegare le tue scelte. Tu sei tu ovunque! Ecco, vedi dopo 15 anni di esperinza! Se ti chiedevi che fine ho fatto mi trovi qui. Elena Norwich! La vita…. Qui, li, la, su, giu’ siamo sempre noi toste fuori, dolci dento! Ha ti penso e ascolto sempre!
Grazie cara Elena!! È vero, è sempre una cosa preziosa ricordarsi che siamo e dobbiamo sempre essere noi stessi, in qualsiasi contesto.
Ti seguo anch’io e fa piacere ritrovarti qui!
Ti abbraccio!!