Il Sapore del Mare
Praia Grande ( Sintra)
Sono nata e cresciuta in una città nel cuore della pianura padana ed andavo al mare solo durante le ferie estive.
Da quando mi sono trasferita a Lisbona, ogni occasione è buona per andare in spiaggia.
In realtà Lisbona non è sul mare.
Le acque che bagnano la città sono quelle del fiume Tejo.
Per raggiungere il mare, o meglio, l’Oceano ( qui lo chiamano comunque “ Mar”) bisogna spostarsi con la macchina o con i trasporti pubblici, il treno o gli autobus. Non è lontano: un viaggio di 30/40 minuti ci permette di stendere l’asciugamano sulla sabbia e di mettere i piedi nelle freddissime acque dell’Atlantico.
Da quando mi sono trasferita e soprattutto da quando sono nati i bambini, abbiamo preso l’abitudine di andare al mare nella stagione invernale.
Il mare d’inverno è da restare senza fiato. Le spiagge sono deserte ad eccezione dei surfisti.
Il ritmo è lento: niente corse ad accaparrarsi il posto per l’ombrellone, niente file per il tavolo con vista al ristorante, niente rischi di essere investiti da un aspirante Ronaldo. Sei solo tu, il tuo asciugamano, i tuoi secchielli e palettine se hai pargoli al seguito.
Il nostro spot preferito è la Praia Grande nel Conselho di Sintra.
Una distesa di sabbia ventosa parzialmente protetta da una scogliera di roccia rossa.
L’Oceano è “forte”, come dicono i portoghesi, in questa spiaggia. Onde alte e correnti che fanno intimidire anche nuotatori esperti.
Ci piace partire presto, scaricare con calma i sacchi pieni di cianfrusaglie, stendere gli asciugamani e coltivare l’illusione che, con i pargoli, riusciremo a stenderci per più di 5 minuti consecutivi.
Da Ottobre 2020 sono stati vietati gli spostamenti fuori dal comune di residenza nei week-end, per cui abbiamo dovuto rinunciare alle nostre tanto amate escursioni.
La nostalgia delle nostre piccole fughe, oltre ovviamente alla sensazione di libertà, è il sapore dell’Oceano.
Il sapore dell’Oceano per me è quello di un piatto di vongole con aglio, olio, limone e tanto coriandolo (amêijoas à bulhão pato) accompagnate da un buon bicchiere di vino bianco.
I bambini adorano inzuppare il pane imburrato nel sughetto tanto quanto amano pulirsi le manine nelle loro magliette e pantaloni.
Ma il sapore dell’Oceano per eccellenza è quello dei “Percebes”.
I Percebes sono degli stranissimi crostacei che crescono sulle coste portoghesi e della Galizia. Ricordano i tentacoli dei mostri marini delle favole. I “Percebeiros” ( Pescatori specializzati nella raccolta dei percebes) rischiano letteralmente la vita per raccoglierli, si arrampicano sugli scogli e con uno strumento lungo e metallico che sembra una spatola, riescono a staccare i crostacei dalla roccia.
Sono bolliti in acqua salata e serviti al naturale, senza condimenti.
Io non sono una persona “culinariamente” coraggiosa, per cui la prima volta che li ho visti, serviti da un orgoglioso cameriere che ci mostrava il “rei do marisco” ( re dei frutti di mare) ho tentennato.
Di cosa sanno i Percebes? Sanno di brezza marina. Sanno di sabbia scaldata dal sole. Sanno di week end senza preoccupazioni.
In attesa di poter tornare a vedere il mare, abbiamo creato con i bambini il nostro piccolo mare. Con un pezzo di plastica azzurra ( dicasi, sacchetto della spazzatura) abbiamo fatto l’acqua, abbiamo disegnato, colorato e ritagliato polipi e pesciolini e “steso” gli asciugamani nella nostra verandina.
Non è la stessa cosa, ma mio figlio più grande dice che se si sforza molto riesce a sentire il “sapore del mare”.
Chi sono