IO, UNO SCOIATTOLO VAGABONDO
“Viaggiare è come innamorarsi: il mondo si fa nuovo (Jan Myrdal)”
Alcuni miei amici mi dicono che somiglio che ad uno scoiattolo.
Forse per gli occhi grandi…o forse perché, come gli scoiattoli, ho un’animo da esploratrice. Mi “arrampico” ovunque, sono curiosissima, sempre desiderosa di scoprire e di conoscere, con una valigia sempre pronta al seguito.
Ma poi, quando mi sento stanca e sento il bisogno di riposare un po’, trovo rifugio nel mio posto sicuro, nella mia “tana nel tronco d’albero” che, almeno in questo momento della mia vita, è la città di Parigi.
A volte mi definisco “uno scoiattolo vagabondo con la valigia”: mi intrufolo in qualunque luogo susciti il mio interesse, ho voglia di andare sempre in giro.
Ho sempre voglia di viaggiare.
“Ma tu sei sempre in viaggio?”
“Stare sempre in giro non ti stanca? Dove lo trovi il tempo?”
A volte non trovo una risposta esatta a queste domande. Ma posso affermare che di viaggiare non mi stanco veramente mai.
In parte devo questa mia passione ai miei genitori, grazie ai quali da piccola ho viaggiato ovunque in Italia. Zainetto in spalla, mi portavano dappertutto: musei, città, paesini, boschi, mare o montagna. E io non ho mai fatto i capricci, ma strepitavo perché non volevo più tornare a casa!
Per me viaggiare è una priorità, la miglior medicina per quando mi sento stanca della routine, pensierosa o semplicemente ho bisogno di fare qualcosa di nuovo. Uno dei momenti in cui sfoggio il mio più bel sorriso, guarda caso, è il decollo di un aereo.
Dopo ogni viaggio, ogni nuova scoperta, mi sento rinata.
Credo infatti che ogni viaggio sia come una scoperta scientifica, che tra l’altro è un aspetto del mio quotidiano, essendo io una biologa. Ogni scienziato può potenzialmente essere un buon viaggiatore: se è entusiasta di ogni nuova scoperta, allo stesso modo potrebbe esserlo di un bel viaggio.
Non ho necessariamente bisogno di viaggi lunghissimi, di mete esotiche, di esperienze estreme.
Mi basta un breve weekend per essere felice, anche in una destinazione non molto distante da casa. Tutto purché si viaggi.
In particolar modo amo visitare città. Non importa che sia una metropoli, una capitale europea o un piccolo borgo: qualsiasi luogo, anche il più piccolo e nascosto, può celare un patrimonio inestimabile.
Esplorando una città si può scoprire tantissimo.
E per quanto possa essere pratico usufruire dei mezzi pubblici, per me il modo migliore di godersi una città nuova è esplorarla a piedi, con una mappa al seguito e un paio di scarpe molto comode. Mi piace senz’altro organizzare un piccolo itinerario, ma non amo seguire uno schema rigido che mi impedisca d’incombere in inaspettate, piacevoli sorprese.
Quando visito un posto nuovo, anche solo un quartiere mai visto prima, mi piace perdermi nelle stradine, con la testa un po’ tra le nuvole, in quel modo che i francesi definiscono flâner: andare a zonzo, senza pensieri, ed godersi tutta la bellezza che ci circonda. E a Parigi, come in tanti altri luoghi, mi è capitato spesso.

Il bellissimo Langelinie Park, Copenhagen, settembre 2018: un angolo di paradiso scoperto per caso, dopo la visita alla Sirenetta!
Questa è una delle tante lezioni che viaggiare a modo mio mi ha insegnato: scoprire lentamente la nostra meta, esplorare, ammirare il paesaggio, rilassarsi e riflettere.
Riflettere su quest’esperienza che stiamo vivendo, sulle emozioni che ci dà, su quale potrebbe essere la prossima tappa; capire se ci piacerebbe tornare il quel posto, se ci piacerebbe viverci.
Semplicemente godersi il proprio viaggio. E se poi vi vien voglia di tornarci, è evidente che quel luogo vi ha rubato il cuore.
Non sono per le mete esclusive, in cui vai una volta nella vita per poi non tornarci mai più . Sono più per il “si torna sempre dove si è stati bene”.
Sono rimasta colpita da città come Copenhagen ed Amsterdam, adoro Londra, amo follemente la Sicilia. E allora perché non tornare? I miei posti del cuore avranno sempre qualche nuova sorpresa in serbo per me.
Ma quanto costa viaggiare? Quanto tempo richiede?
Il tempo di weekend ed il costo di qualche sessione di shopping, o di un paio di cene. Viaggiare ha i suoi costi e richiede un minimo d’organizzazione, è inutile negarlo. Ma organizzare un weekend indimenticabile senza spendere una fortuna è tutt’altro che un’impresa ardua.
Un ristorante decente a Parigi costa anche sui 30 euro a persona; con un po’ di fortuna si trova facilmente un treno a quel prezzo. Un pomeriggio di saldi sfrenati ci porta a spendere anche 100 euro in abbigliamento: con la stessa quota si può’ prenotare un aereo andata/ritorno.
È una questione di priorità: a me non pesa rinunciare ad una borsa, all’ennesimo abito che non indosserò mai, ad una cena sempre troppo abbondante per me. Se in compenso posso organizzare due viaggi invece che uno, fare tante economie non mi dispiace affatto. Allo stesso tempo non mi pesa mettermi in volo all’alba o a tarda sera per conciliare gli impegni di lavoro con le esigenze di una vacanza low-cost.
Non potete immaginare il mio entusiasmo ogni volta che mi si chiede di fare un viaggio. Per me esistono raramente risposte del tipo: “Ora ci penso… vediamo…”. La mia tipica risposta è sempre: “Bene! Dove andiamo? Quando andiamo? Domani prenotiamo i biglietti?”.
I viaggi mi rendono un vero uragano.
Finito un viaggio, sono già pronta ad organizzarne un altro. La mia agenda è un tripudio di sigle, scritte, freccette, date sottolineate in rosso e nero oppure evidenziate in giallo. Sempre così più o meno ogni mese. In mezz’ora sono in grado di prenotare biglietto andata/ritorno ed alloggio.
Il potere benefico che i viaggi hanno su di me è incredibile.
Da sola o in compagnia?
Non sono contraria ai viaggi in solitaria, ma preferisco sempre avere almeno un compagno di viaggio, che parta con me o che mi raggiunga a destinazione.
Anzi, per me il compagno di viaggio è estremamente importante. Una volta scelto, diventa molto prezioso. Arricchisce il viaggio di ricordi, ci fa scoprire affinità che non pensavano di avere, ci unisce ancor di più.
Non chiederei mai a chiunque di accompagnarmi solo per “non partire da sola”; per me un “parti con me” equivale ad un “voglio costruire con te, e solo con te, dei ricordi indimenticabili”.
Altro che anello col diamante! Non c’è dichiarazione d’amore più bella di un… biglietto aereo!
Per me un compagno di viaggio è speciale, e non si dimentica facilmente. Per cui sceglietelo con cura. E se vedete solo voi stessi come migliori compagni di avventura, partite da soli, ma fatelo.
Viaggiate più che potete.
Perché viaggiare mi ha aperto gli occhi sul mondo e sulla sua diversità. Mi ha insegnato che non ci sono limiti alla novità, che non si smette mai di conoscere, capire e scoprire. Che la vita non è fatta solo di scadenze, responsabilità e ritmi frenetici ma anche di attimi di bellezza che spesso lo stress quotidiano ci fa dimenticare.
Viaggiare mi ha fatto capire che la nostra vita non deve per forza scorrere fluida, sempre uguale, sempre nello stesso luogo. Che potenzialmente ogni luogo potrà essere un giorno chiamato “casa”, che il mondo non smette di sorprenderci e di offrirci delle inaspettate novità. Dopotutto, la mia avventura a Parigi è iniziata così… con un bel viaggio!
Spero di restare una viaggiatrice per tutta la vita, e soprattutto una futura mamma viaggiatrice in una famiglia di viaggiatori. Vorrei tanto insegnare ai miei figli ad essere dei piccoli scoiattoli vagabondi e a non perdere mai quella curiosità, prontezza e voglia di esplorare tanto cara a questi piccoli roditori.
Prossimi obiettivi? Un viaggio al mese, anche di soli due giorni. E poi iniziare ad andare oltre i confini europei: il Giappone, l’Egitto, la Turchia, un bel safari nella savana africana. Sogni che da troppo tempo sono nel cassetto e che non vedono l’ora di uscirne.
Che dirvi, io sono pronta! Zaino in spalla, trolley alla mano e via a scoprire il mondo! E ovviamente un posto accanto al finestrino!
Chi sono