Scoprire o scappare?
Testimonianza inviataci da Tania, Colombia
Sette giorni. Il mio primo viaggio l’ho fatto all’età di sette giorni. Da Mendoza a Cordoba, io e mia madre in macchina, quasi 500 km. Lasciavamo la città in cui ero nata per raggiungere la famiglia materna con cui avremmo trascorso il Natale e dove ci saremmo trasferite definitivamente.
Il secondo viaggio “importante” fu all’età di due anni e mezzo, insieme a mia nonna e ad uno zio. Nella seconda metà degli anni ’70 in Argentina erano tempi bui, raggiungevamo mia madre e l’altro zio che erano partiti per tastare il terreno, destinazione Europa. L’Italia sarebbe stata una tappa successiva.
Da allora, i viaggi sono stati innumerevoli per i motivi più svariati: famiglia, studio, vacanza, lavoro.
Eppure, se devo indicare quali viaggi mi hanno cambiato la vita, non ho dubbi, sono i primi due, di cui non ho memoria e che mi sono stati imposti.
Hanno marcato a fuoco il mio essere, mi hanno aperto porte diversamente impossibili da aprire e hanno definito la mia geografia dei sentimenti. Tutti gli altri viaggi, quelli successivi, ne sono semplice conseguenza.
Negli anni ho fatto del viaggio il mio segno d’identità: la voglia di conoscenza dell’altro, di mettermi in gioco, la curiosità per il diverso, l’essere intrepida e non tirarmi indietro di fronte alle difficoltà sono doni che derivano da quelle esperienze, involontarie quanto necessarie.
Ho sempre accettato la cosa con naturalità, come il fatto che abbia i capelli ondulati e le gambe un po’ storte.
Il viaggiare ha condizionato le mie relazioni personali e le scelte lavorative ma mi piace cercare nuove mete, ricominciare, ricostruirmi e, idea alquanto masochista, anche i traslochi non mi pesano più di tanto.
I miei si sono rassegnati a tutto ciò.
Mia madre mi guarda con certo orgoglio sebbene mio padre di tanto in tanto sbotti “maschio dovevi nascere!” “che cosa ti mancava qui?”. I miei amici a volte me lo rimproverano ma alla fine vedono il lato positivo, hanno un porto franco dove approdare quando hanno voglia di una bella vacanza e… felici tutti!
Finora non ho trovato un posto in cui dire “resterei qui per sempre” e non ci ho mai pensato. Finora. Eh già, perché da un po’ di tempo a questa parte tutto è cambiato. La pandemia ha costretto noi tutti a fermarci un attimo, prendere un po’ di respiro. Per me non è un periodo di riflessione bensì di grande stress. In Colombia, dove mi trovo attualmente, siamo ancora in quarantena, io da insegnante lavoro a ritmi intensi e gli spazi aerei non apriranno almeno fino al 31 agosto.
Nonostante tutto, sento che qualcosa nella mia prospettiva è cambiata. Che la mia permanenza in Colombia non stesse andando come speravo era cosa chiara anche prima della pandemia, e ciò mi costringe a pensare che cosa fare in futuro, una volta riaperte le frontiere e scaduto il contratto di lavoro passibile di rinnovo.
Ma c’è qualcosa di nuovo. L’idea di ripartire fa capolino ma stavolta è accompagnata da un certo malessere. Non è soltanto la sensazione di fallimento e tristezza che accompagna i crepuscoli, ma s’insinua un certo sospetto che il mio tanto cercare sia anche uno scappare, un “borrón y cuenta nueva” come si dice da queste parti.
E se tutto ciò, far perdere le tracce per reinventarsi, in un nuovo luogo, con nuova gente, non sia altro che evitare di fare i conti con se stessi?
L’idea mi fa venire il panico, mette tutto in discussione. Ogni nuovo passo crea incertezze, paure, e apre a molti punti interrogativi.
Ma cosa fare se quella che viene messa in discussione è la tua stessa essenza, quello che hai sempre pensato di essere? Almeno si dovrebbe avere chiaro da cosa si scappa e perché… Troppe incognite tutte insieme!
Per la prima volta sto prendendo in considerazione di tornare in Sicilia, quella Sicilia che ho lasciato.
4 Commenti
Grazie per la tua testimonianza ❣️
Grazie per la tua testimonianza, mi ritrovo in ogni singola parola 🙂 Emi
Ciao Tania,
Capisco bene. Forse l’unica è davvero ritornare alle origini. È, a parer mio, il solo modo per comprendere e schiarirsi.
In bocca al lupo e buona strada. 🤗
Silvia
Ciao Tania, cosa hai deciso alla fine? Non è facile decidere..Anche io sto pensando di voler tornare, ma data la situazione lavorativa in Sicilia, non credo potrò farlo a breve. La nostalgia è molta e i dubbi ancora di più.