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Scoprirsi (anche) tedesca

di Giulia - Norimberga
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SCOPRIRSI (ANCHE) TEDESCA

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La bellezza spesso sta nelle piccole cose. Risiede per esempio nel frequentare un workshop sulla competenza interculturale, promosso dall’università per cui lavoro, la Technische Hochschule Georg Simon Ohm di Norimberga, e nello scoprire di essere più tedesca di quanto io abbia mai pensato.

Si perché quelli che mi conoscono bene potrebbero, secondo me, averlo già notato da tempo.

Non è stato solo un modo per approfondire un tema che mi appassiona particolarmente, l’interculturalità, ma anche un’opportunità per conoscere meglio me stessa.

È stata usata l’espressione “iceberg della cultura”, il modello sviluppato da Edward T. Hall, per introdurre il concetto di competenze culturali. Essendo io l’unica straniera nel gruppo di lavoro, abbiamo messo a confronto il modello italiano e quello tedesco, sviluppati sulla base delle nostre idee, vissuti e sui modi di vedere la propria identità culturale.

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È stato scelto che fossi io a presentare il modello italiano… io che giustamente sono italiana, io che non riesco a parlare senza gesticolare, con il mio tedesco buono ma non ancora perfekt, io che nonostante tutto sono riuscita a strappare una fragorosa risata finale dicendo che gli italiani sono orgogliosi della propria appartenenza quando gioca la nazionale di calcio.

Dopo il teatrino all’italiana è arrivato il turno della presentazione tedesca e sono rimasta molto colpita da alcuni suoi risultati. Mi sono rivista anche lì, nella proiezione tedesca appena abbozzata.

Sono italiana fino al midollo, però condivido, prima inconsapevolmente e ora con maggiore consapevolezza, alcuni tratti culturali con il popolo tedesco.

1. UNSICHERHEITSVERMEIDUNG (letteralmente: evitamento dell’incertezza)

Ricordo che all’università iniziai a programmare il mio futuro a lungo raggio: esami, soggiorni all’estero uno dietro l’altro fino a quando non si è messa in mezzo la vita scombinandomi i piani. Da allora continuo a pianificare sempre… (il lupo perde il pelo ma non il vizio) ma su un orizzonte temporale decisamente più corto.

2. TENDENZA AL PERFEKTIONISMUS (perfezionismo)

Sicuramente un retaggio della mia infanzia: è un’arma a doppio taglio perché nulla sembra essere mai abbastanza e l’asticella viene posta sempre più in alto. Con il tempo e con un lungo viaggio d’introspezione, ho imparato a prendere consapevolezza di ciò e ad abbassarla ogni tanto.

Il Capricorno è un segno ambizioso di per sé, quindi non posso fare miracoli 😉

3. FEHLERVERMEIDUNG (evitare di sbagliare)

Si tratta di una caratteristica che è in parte collegata alle due precedenti. Chi può dirsi immune da questa paura? Nessuno, credo. Non piace a nessuno sbagliare: ti mette a nudo, ti espone al giudizio altrui, è una cosa di cui è altamente probabile provare vergogna. Ho spesso avuto paura di sbagliare e per scansare ciò preferivo non scegliere, perdendo forse più di qualche opportunità.

4. PÜNKTLICHKEIT (puntualità)

Questa è una cosa che adoro. Non mi piace essere in ritardo, oltre che nel lavoro cerco di esserlo anche nella sfera privata perché di fondo ritengo sia una mancanza di rispetto far aspettare gli altri a lungo.

Eccezione che conferma la regola: capita anche a me qualche volta di scrivere il famoso “sto arrivando” quando sono appena partita da casa.

Altre cose in cui invece percepisco le mie origini italiane:

1. CAPACITA’ D’IMPROVVISARE

Credo che in questo noi italiani abbiamo davvero una dote particolare: riusciamo spesso nel bene o nel male a cavarcela. Per me improvvisare ora significa frequentare un corso di teatro in tedesco in non c’è un copione da imparare a memoria, ma ti eserciti ad andare sul palco e a inventare un dialogo, una scena, una situazione.

È un’esperienza talmente tanto distante dai miei vissuti e dalla mia persona che ho deciso di provarci: a volte è divertente, a volte è frustrante perché la paura di sbagliare mi assale e mi blocco. Come dice però il mio insegnante di teatro “sul palco nulla è sbagliato.”: sì, più facile a dirsi che a farsi!

2. MEDIAZIONE

È difficile per me definirmi una persona schietta. In una certa misura, la nostra cultura e le mie esperienze lavorative mi hanno imposto un savoir faire più da negoziatrice (la famosa “acqua” del mio articolo precedente) e questo va in qualche modo in contrasto con quell’essere schietti e diretti che contraddistingue il popolo tedesco.

Poi però un giorno per strada rimani spiazzata dalla capacità tedesca di fare auto ironia su uno dei loro cliché più classici, il calzino bianco sotto i sandali. Cose che non ti aspetteresti mai e che fai fatica a immaginarti che possano avvenire in egual modo in Italia.

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Infatti la ciliegina sulla torta è…

Grazie a questo workshop ho scoperto che i tedeschi vedono noi italiani in generale come fieri e orgogliosi della nostra nazione che richiama la gloria dell’impero romano, e l’estro creativo in cucina, nella moda, e nel design. È un aspetto su cui non avevo mai riflettuto, però si lo sono, secondo me lo siamo e dovremmo continuare a esserlo.

E voi che state leggendo, al netto delle attuali questioni economico-politiche che qui non c’entrano, siete orgogliosi di essere italiani?

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6 Commenti

Alessandra Cina/Ucraina 22/12/2019 - 07:56

Orgogliosa a volta. Orgogliosa per quel fantastico retaggio artistico e storico, scientifico che abbiamo. Anche se non mi identifico molto in questa Italia che non dà la possibilità di realizzarci e che è piena d’odio. Evito anche i famosi italiano all’estero perché mi sembra che parlino solo di pizza e donne ahaha quindi non mi ci avvicino. Però poi quando sento che la maggior parte delle persone straniere ama l’Italia, mi si riempie il cuore

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Giulia - Norimberga 03/01/2020 - 10:37

Come ti capisco Alessandra, condivido appieno il tuo pensiero. l’Italia è e sarà sempre la mia terra natia ma non la difendo a spada tratta e mi piace anche “spaziare” nelle relazioni che sto piano piano tessendo qui a Norimberga. 🙂 In bocca al lupo in quel di Kiev!

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Paola 01/03/2020 - 09:42

Ciao Giulia,
ho solo da ieri trovato questo blog 😊.
Brava, scrivi bene!
Vivo in Franconia da circa 17 anni oramai, sono lombarda.
Mi ricordi tanto, nel tuo testo, me i primi anni qui..ora e’ per me piu’ difficile differenziare tra italianita’ e germanicita’, ma la differenza esiste, eccome! Quando sul avoro io improvviso, i colleghi mi guardano sorpresi e, a volte penso anche un po’ ammirati, qualcuno forde anche turbato 😅. Grazie per avermi ricordato alcuni pensieri dei miei inizi!
Scrivimi e vuoi, abitiamo vicino🤗.
Ciao,
Paola

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Giulia - Norimberga 09/03/2020 - 08:58

Ciao Paola,
grazie del commento. Sono felice di sapere che tu ti sia rivista nelle mie parole. Scrivere mi è molto d’aiuto per elaborare le mie esperienze e i miei vissuti. Ti scrivo in privato perché volentieri mi piacerebbe conoscerti dato che siamo così vicine 🙂
A presto, ciao Giulia

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Giuseppe 21/12/2021 - 16:16

Ciao Giulia,
ho trovato questo sito casualmente. Complimenti e tuttə per l’iniziativa. Sono rimasto piacevolmente stupito dalla tua esperienza, ma soprattutto da quanti punti di contatto abbiamo (compreso il segno zodiacale eheheh). E’ sbalorditivo che non ci siamo mai incontrati 😛 Ho vissuto a Padova per 7 anni e ho frequentato la tua stessa facoltà, ma non in mediazione, io ho fatto LLCM. Dal 2014 vivo a Berlino, ma ho un forte legame con la Baviera, e Norimberga, per la mia famiglia tedesca di adozione, e credo che presto diventerà la mia nuova città. Mi piacerebbe davvero molto poter scambiare due chiacchiere con te. Se ti fa piacere contattami pure.
Buona serata,
Giuseppe

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Giulia - Norimberga 16/01/2022 - 13:33

Ciao Giuseppe, grazie per il commento e scusami per la tarda risposta. 🙂
Mi fa piacere che tu ti sia in un qualche modo rivisto, leggendo l’articolo, e quando passi, o quando sarai a Norimberga, scrivimi che ci troviamo per un caffè super volentieri. Buona domenica, Giulia

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