Scrivi il CV in inglese che ti fa assumere!
Prima o poi arriva per tutti quel momento: quello in cui dobbiamo metterci lì e iniziare a scrivere il nostro curriculum.
In questo mix di ansia ed euforia, la nostra mente è subito annebbiata dai primi dubbi davanti a quello schermo bianco, e al puntatore che lampeggia inesorabile in attesa della nostra prima mossa.
Scrivere un CV in formato Europass, realizzare un CV creativo, registrare un video CV: quale modello seguire?
La risposta giusta non c’è, dipende. Ogni modello, infatti, risolve determinate esigenze.
Per prima cosa devi riflettere sul settore nel quale vorresti entrare a lavorare oppure sulla posizione lavorativa per la quale ti stai proponendo.
Prendiamo come esempio la registrazione di un video CV.
Un minuto e mezzo per presentare il tuo percorso formativo e le prime esperienze lavorative, esprimere al meglio i tuoi punti di forza e convincere il selezionatore che sei il candidato giusto.
Facendo attenzione ovviamente a tutti i dettagli tecnici, come una bella inquadratura con la giusta illuminazione e un buon audio.
Ricordo ancora l’imbarazzo provato di fronte alla videocamera al termine dell’Università quando mi fu proposto di realizzare il mio primo (e unico) video CV in inglese.
Benché molto spesso ci venga consigliato di redigere il curriculum secondo il formato Europass, questo modello non è utile ai fini della ricerca di lavoro all’estero.
La standardizzazione del curriculum ha il suo lato negativo, perché non ci permette di far risaltare le nostre esperienze e competenze.
A meno che non ti venga espressamente richiesto questo tipo di CV, lascialo pure dentro al tuo cassetto.
Se nell’annuncio di lavoro non è specificato un modello particolare, allora puoi sbizzarrirti con un curriculum creativo che metta maggiormente in risalto le tue capacità, oppure con un video CV dove puoi esprimere tutto il tuo talento.
Il vantaggio di quest’ultimo modello è quello di consentire ai selezionatori di vedere come ti muovi, sentire la tua voce e il tuo modo di parlare. Molto meglio di un foglio di carta con campi standard e una fototessera, no?
Il mio consiglio è quello di metterti sempre nei panni del selezionatore e di chiederti che cosa vuoi assolutamente che capisca di te nei 7-10 secondi che dedicherà a te.
Se poi vogliamo inviare il nostro CV a una multinazionale straniera o candidarci per un’occupazione lavorativa all’estero, le cose si complicano ulteriormente.
Tradurre il tuo curriculum italiano può non essere sufficiente. Qual è il paese di destinazione e quale modello prendiamo come riferimento?
Molte imprese, soprattutto multinazionali, stanno escogitando modi innovativi per scremare le tante candidature che ricevono ogni giorno.
Sapevi, per esempio, che McDonald’s ha lanciato una campagna di recruiting in Australia utilizzando Snapchat? Applicando i filtri personalizzati (maglietta e cappellino della famosa catena) potevi registrare un mini-video di 10 secondi.
Heineken invece ha trasformato il colloquio in reality, con prove psicologiche e fisiche sorprendenti e voto online.
È importante quindi informarsi bene sull’azienda alla quale vogliamo inviare la nostra candidatura perché potrebbe aver avviato una procedura di selezione fuori dagli schemi.
A questo punto, puoi verificare i requisiti del curriculum per il paese scelto, i colori più adatti al settore e alla cultura locale, e la lingua (qui trovi tanti esempi e consigli utili).
Puoi procedere alla traduzione fai da te, ma devi fare molta attenzione a non commettere errori. Ricorda che il tuo curriculum sarà il tuo biglietto da visita agli occhi del selezionatore.
Oppure puoi affidarti a un traduttore per la revisione della tua autotraduzione o richiedere direttamente la traduzione, con particolare attenzione della variante del paese di destinazione, se anglofono.
Supponiamo di cercare lavoro nel Regno Unito.
Qui il modello europeo non è riconosciuto. Esistono infatti modelli diversi di CV da utilizzare a seconda delle caratteristiche distintive del candidato, dell’esperienza maturata e del lavoro desiderato.
Per esempio, un neolaureato redigerà un qualification-style CV che evidenzia il percorso di studi e le competenze acquisite durante la formazione.
Al contrario, una persona con diversi anni di esperienza lavorativa e che vuole avanzare di carriera opterà per il reverse chronology CV, dove vengono elencate le varie esperienze lavorative a partire dalla più recente.
O ancora, se l’obiettivo è il cambio di carriera il modello più indicato è lo skills-based CV che mette in luce la capacità del candidato di adattarsi e applicare conoscenze e competenze acquisite in settori e ruoli diversi.
Come vedi la struttura del curriculum vitae inglese può essere completamente diversa, ma con un unico denominatore comune: la capacità di sintesi.
Ogni CV è introdotto dal Profile Statement, poche righe di presentazione da modificare con le parole chiave più adatte per la posizione o il settore per i quali ci stiamo candidando in quel momento.
A differenziare ulteriormente il CV inglese da quello italiano – o comunque europeo – è la mancanza della fototessera e di alcuni dati personali non indispensabili.
Infine, ricordati di accompagnare sempre il tuo CV con una Cover Letter, una lettera di accompagnamento nella quale spieghiamo al futuro datore di lavoro perché siamo il candidato ideale.
Qui trovi tanti esempi che spero possano esserti d’aiuto nella stesura del tuo CV.
Ora sei pronta: good luck! 😉
Chi sono
2 Commenti
grazie! articolo utilissimo! devo iniziare a redigerlo in inglese proprio in questi mesi
Scusa il ritardo! Grazie dell’interesse! Se ti serve qualche dritta sono a disposizione 🙂