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Mattina al Kindergarten Singaporiano – Parte 2

di Catia Singapore
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La Scuola Francese

Studiare a Singapore

Studiare a Singapore

Gli asili e le scuole internazionali: ampia scelta per l’educazione

Vivo a Singapore da ormai sette anni e, sin da quando mio figlio è nato, ho sempre cercato di visitare asili e scuole per immergermi nella comprensione dei programmi internazionali, molto differenti da quello italiano.

Con l’andare degli anni, e conoscendo meglio la personalità del mio bimbo, credo di aver capito che un curriculum Accademico, anziché un International Baccalaureate® o IB Program, sia più adatto al suo carattere.

Il primo sviluppa una metodologia dove i bambini sono guidati allo studio e all’apprendimento (condizione a noi più congeniale).

Il secondo è fondato su un principio di domande, espresse dai bambini stessi, che con una reazione a catena faranno insorgere ulteriori domande e risposte. Da qui, lo scaturire della conoscenza generale e delle varie materie.
Un metodo sicuramente creativo e interessante, che richiede però una certa volontà e indipendenza da parte dei bambini e che, per questo, nella nostra famiglia preferiamo venga insegnato un po’ più avanti con l’età.

Dopo quasi un anno in un kindergarten singaporiano, asilo propedeutico alle prossime scuole elementari di nostro figlio (leggi “Mattina al Kindergarten Singaporiano – Parte 1“), io e mio marito abbiamo seriamente cominciato a considerare quale sarebbe stata, dunque, la scuola che avremmo scelto per lui. Alcuni Istituti Internazionali, infatti, vedono iniziare le elementari proprio a 5 anni, e non a 6 anni come in Italia.

Abbiamo quindi circoscritto l’ampia scelta e visitato insieme tre scuole.

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Un’occhio alle novità.

Costi e promesse da valutare.

I costi spropositati, ulteriormente accresciuti negli anni, ci hanno sicuramente stupito.

Il business delle scuole internazionali, in generale, presenta un lato oscuro. Una borderline che spinge seriamente a chiedersi se, per i prezzi pagati, questi bambini riceveranno davvero la formazione corrispondente a tali aspettative…
Potrebbe quasi trattarsi, per quel che mi riguarda, di una sottile e sgradevole sensazione di abuso legata a un argomento tanto caro ai genitori e che, per di più, potrebbe davvero infierire sul  futuro dei ragazzi.

Cosa succederebbe se le grandi parole di questi istituti dovessero trasformarsi in banchi fumo?

Gli addetti alle vendite di queste scuole, in generale, sono bravissimi e sanno bene come persuadere i genitori all’indispensabile necessità degli istituti stessi. Non è detto però, che dopo l’acquisto, il prodotto corrisponda esattamente alla merce inizialmente presentata.

Forti delusioni possono capitare. E questo al di là dei costi delle scuole e delle soggettive possibilità economiche delle famiglie italiane all’estero che, in diversi casi, vedono proprio l’azienda con cui queste hanno un rapporto di lavoro pagare la scuola dei loro figli, come benefit.

Serve l’amica fortuna, ma non solo.

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Felice di andare a scuola. Ovvero, all’asilo.

E’ anche vero che serve un po’ di fortuna. Ma a quel punto, ancora non completamente soddisfatta, ho tirato fuori tutta la mia determinazione e ho continuato a cercare ancora un poco.

Riflettendo, mi sono accorta che non avevo ancora visitato la scuola francese di Singapore.

Quindi, ho subito consultato conoscenze che stimo e che sapevo avevano cresciuto i loro figli, ormai pronti per l’università, proprio alla scuola francese, sia di Singapore sia di altri luoghi in Europa.

Queste persone, pur non conoscendosi fra loro, mi hanno confidato gli stessi sentimenti pieni di gratitudine, per il tipo di percorso svolto dai figli e, in generale, per la metodologia d’insegnamento dei francesi.

Sono subito stata messa in guardia: il curriculum è Accademico e i bambini studiano molto! Quindi, se avessi preferito un istituto più permissivo avrei dovuto optare per altre soluzioni.

Mi hanno anche spiegato però che, il bambino, pur dovendosi impegnare, ce l’avrebbe fatta tranquillamente perché i francesi rendono i loro studenti indipendenti, insegnando come affrontare e organizzare lo studio di tutte le materie.
Esattamente ciò che desideravo sentirmi dire!

Due percorsi scolastici: Francese Classico e English Plus.

I bambini  all’interno dell’istituto crescono con la lingua francese e inglese. A tal proposito, il corso English Plus è ancora più impegnativo del corso di Francese Classico.

I bambini che intraprenderanno l’English Plus, studieranno le materie nelle due lingue e vi svolgeranno anche molti esami. Arriveranno al momento della scelta dell’Università, sicuri e liberi di indirizzarsi non solo verso la professione preferita, ma anche verso il paese e la lingua favorita, o necessaria agli studi, indipendentemente.

Perché la scuola francese vede le lingue come una priorità fondamentale, di cui hanno molta cura.

Durante la mia prima visita, non ho ricevuto una forte, coinvolgente presentazione della scuola francese. Ci sono diversi altri istituti che puntano molto sull’impatto di questo primo incontro, e i venditori sono molto preparati per questo. Ciò nonostante, sono voluta andare oltre le apparenze.

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Mamma fai presto!

Mi sono concentrata, invece, sulla competenza che nell’istituto hanno teso a dimostrare. Ed è questo ciò che mi ha conquistato: la serietà; la professionalità; le concise e chiare risposte alle domande. Infine, quella particolare sicurezza, non ostentata, dei risultati che sì, arriveranno. Questo, in parallelo all’attenzione generale riservata ad ogni singolo alunno.

Una lunga storia nell’isola di Singapore.

La scuola francese di Singapore vanta più di 30 anni di educazione nell’isola: è dal 1967 che qui i francesi operano nell’ambiente scolastico. In quegli anni, infatti, un’associazione di genitori fondò la prima scuola francese e, da quel momento, c’è stata una grande evoluzione e crescita per la stessa.

Sempre durante la mia prima visita, gli studenti erano disinvolti nelle loro mansioni come nei momenti di libertà e, i più piccini, all’asilo e alle elementari, mi hanno sorpreso per la spontanea attenzione rivolta ai loro insegnanti, ogni qualvolta ho potuto sbirciarli nelle loro classi. L’ambiente si è mostrato molto sereno.

Sono diverse le caratteristiche positive per cui sono stata propensa, assieme a mio marito, a questa improvvisa scelta controcorrente.

Per anni, infatti, è stato un particolare istituto inglese il nostro favorito e, in generale, sono proprio le scuole inglesi ad andare per la maggiore, mi sembra di osservare. Della scuola francese mi è piaciuto molto che vanti la rete più grande nel mondo di un unico curriculum, diffuso in 495 scuole locate in 137 paesi. Nel caso, quindi, dovessimo lasciare Singapore, avremmo più possibilità di poter donare a nostro figlio una continuità nello studio: lo stesso programma scolastico viene emanato dal governo francese per tutte le sue scuole.

Poi, non è un fattore secondario che, qui a Singapore, proprio da quest’anno la scuola francese abbia integrato un corso madrelingua per i bambini italiani. Un ulteriore sollievo a un’altra importante preoccupazione: la grammatica e l’italiano scritto. Non abbiamo certo scordato l’importanza della lingua italiana in tutte queste considerazioni, specialmente oggi, che sembra quasi vadano perdendosi!

Infine, questa scuola costa quasi la metà della maggior parte delle altre (tutte le info si trovano online).

Sicuramente, non tutto andrà liscio come l’olio.

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La mia nuova, grande avventura.

Così, da gennaio 2019, il nostro bimbo frequenta la Maternelle Moyenne Section a l’LFS – Lycée Français de Singapour, ovvero, l’Asilo Sezione Intermedia della Scuola Francese di Singapore.

Lo abbiamo inserito subito, non appena abbiamo deciso, a metà anno. Questo, non perché non fossimo felici del kindergarten singaporiano, ma per dare al bimbo la possibilità di acquisire la nuova lingua, che nessuno di noi parla, in tempo per le prossime elementari che, in questa scuola, hanno inizio a 6 anni come in Italia.

E siamo consapevoli che neanche la scuola francese è perfetta, che neppure i suoi insegnanti sono infallibili, e che ci saranno problematiche che ora nemmeno immaginiamo…

Ma, di fatto, io in particolare, non cercavo nessuna rassicurazione di questo tipo dalle scuole internazionali di Singapore.

Il bambino in questo momento è felice.

Ogni sera, prima di addormentarsi, il bimbo ha premura di ricordarmi di svegliarlo in tempo la mattina successiva, perché non può perdere l’autobus! Deve andare a scuola!

Ed è una gioia stupenda guardarlo e ascoltarlo…

Quello che mi appaga, in verità, oltre al suo sorriso, è di avere la coscienza ed il cuore sereno.

Sono felice di aver fatto ciò che potevo, assieme a mio marito, per trovare l’ambiente più idoneo alla nostra famiglia, e di aver trovato persone gentili che, con oggettività, mi hanno esposto le loro esperienze con tutti i possibili pro e, anche contro, e ricordandomi che, in caso, si può sempre cambiare.

Nei francesi, al di là della loro riservatezza (e possibile antipatia sostengono alcune altre persone, facendomi sorridere del comune stereotipo), ho trovato un senso di casa e di competenza che mi tranquillizza, sia nei confronti di mio figlio sia per quella che io sento la responsabilità più grande: offrirgli solidità durante lo sviluppo della sua persona e della sua cultura.

Ma ora, è come se io e mio marito avessimo trovato un alleato: da un lato noi, la famiglia prima di tutto, dall’altro una buona scuola, ognuno con i propri ruoli fondamentali.

E quindi, sono accompagnata da un intimo senso di pace e di gioia, che mi fa sperare che tutto andrà per il meglio.

A Debora e Nicoletta, per il prezioso sostegno e, a Diane e Séverine, le amiche francesi con cui vivo bellissime esperienze.

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2 Commenti

Ilaria Notarantonio 08/02/2019 - 12:21

Ciao! Una mia carissima amica e suo fratello hanno studiato alla scuola francese fino al diploma pur vivendo a Barcellona ed essendo entrambi i genitori spagnoli. Sono estremamente soddisfatti, ed entrambi hanno delle carriere invidiabili. La mia amica in particolare, è andata in Italia per un eramsus, è rimasta lì a lavorare e poi grazie alla sua azienda si è trasferita in Francia, Germania, Spagna e Svezia. Attualmente è a Stoccolma, è trilingue (si dirà così?) di catalano, spagnolo e francese, parla fluentemente italiano e inglese, e parlicchia tedesco. Ah, è anche ingegnere. Insomma, un bel trampolino di lancio questa scuola francese!

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Catia Singapore 08/02/2019 - 12:49

Carissima Ilaria,
grazie per la tua testimonianza, molto utile!
In effetti sono rimasta sorpresa dalle mie informazioni che, in qualche modo, corrispondono con le tue.
Sono fiduciosa. E, in caso di news a/o sorprese, non mancherò di fare un update in diretta!
Spero ci saranno altri riscontri utili a tutti.
Grazie e un abbraccio
Catia Singapore

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