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Se ti trasferisci in Spagna, non torni più

di Angela Arlotta
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Se ti trasferisci in Spagna, non torni più

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Nel 2004, finita la triennale di Traduzione e Interpretazione, pensai che sarebbe stato interessante andare a fare un’esperienza di un mese in Spagna. Un mese mi dissi, è lunghissimo un mese quando è la prima volta che ti allontani dal tuo piccolo paesello e da coloro che ci vivono.

Passerà in fretta, sarai sempre impegnata, non avrai il tempo di sentire la mancanza della tua terra, della tua famiglia, dei tuoi amici.

Salamanca mi aspettava, era fine ottobre. Partii con un’amica e una collega universitaria, alla scoperta della Spagna.

STRANIERI IN UN PAESE STRANIERO, UNA FONTE DI COMPLICITÀ

Le giornate erano impegnative, le serate interessanti. Conobbi ragazzi di vari paesi: greci, russi, giapponesi, americani, turchi, polacchi.

Eravamo tutti stranieri in un paese straniero, uniti dalla diversità delle nostre culture.

Giorno dopo giorno ci rendevamo conto che eravamo molto più simili di quel che pensavamo, o probabilmente, ci piaceva crederlo per non sentirci soli. Quando vai in una città come Salamanca, dove l’Università di lingue è tra le più famose al mondo, ti rendi conto che invece di conoscere la Spagna, stai conoscendo l’universo. Le giornate in università, i pomeriggi seduti per terra in Plaza Mayor, le serate tra un pub e l’altro al ritmo di El canto del loco

Senza nemmeno rendermene conto il mese era praticamente volato e l’amaro in bocca era troppo grande.

Avevo visto il paese che avevo sempre sognato, ma non l’avevo conosciuto. Sì, perché se il tuo compagno di avventura è uno straniero in terra straniera, ti assorbe, ti soffoca, ti rende suo schiavo e si converte in tuo schiavo: insegni a cucinare gli spaghetti rigorosamente al dente, apprendi a mangiare sushi e hummus.

Ma il tanto famoso jamón serrano allora? Non ci crederete ma in un mese, non l’avevo mai assaggiato. Così come non avevo provato la tortilla spagnola o le croquetas de jamón.

Andavo via da Salamanca con l’amaro in bocca e la sensazione è peggiorata durante la sosta a Madrid.

MADRID ALL’ALBA, IL CUORE CHE ESPLODE DI EMOZIONI

Avevamo prenotato l’aereo per l’indomani alle 14.

Lasciammo Salamanca alle 8 di sera per raggiungere Madrid. Il tempo di cenare nella capitale e a letto con tanta illusione. La mattina seguente Madrid si sarebbe fatta conoscere. Sveglia alle 6 per prendere la metro verso il centro. Ed ecco Plaza de Cibeleswow! La luce del mattino ha sempre la capacità di sorprenderti, ma il riflesso dei primi raggi sul Palacio de Comunicación e il Banco de España è qualcosa che ti lascia senza fiato.

Sento ancora la brezza di quella meravigliosa giornata di quasi inverno con il cielo libero da qualsiasi accenno di nuvole.  perché a Madrid è possibile che la temperatura arrivi sotto lo zero, ma se guardi verso su, un’immensità di colore azzurro allieterà la tua vista e riempirà il tuo cuore di allegria.

“Gli spagnoli sono sempre allegri” mi dicevano, non capivo a cosa si riferissero. Ripensando a quella mattina riesco a sentire ancora la sensazione di felicità che ho sentito, e adesso capisco.

LA CONSAPEVOLEZZA DI VOLER TORNARE

Potrei raccontare una per una le sensazioni di quella mattina passata a conoscere i luoghi più famosi: Parque del retiro, Palacio Real, Plaza de sol. Non ricordo che avessimo avuto il tempo di vedere altro, nonostante la levataccia.

Oggi, dopo 8 anni, la sensazione che ho di Madrid è che sia un grande paesello in cui è impossibile perdersi; ai tempi, sentivo invece diessermi catapultata in una città immensa che aveva tanto da mostrarmi, se il tempo non fosse stato tiranno.

Andai via dalla città con la consapevolezza che sarei tornata, perché io non sono una che lascia le cose in sospeso, e Madrid aveva un debito con me.

UN’ESPERIENZA DI 6 MESI CHE DURA DA 8 ANNI

Così, quando mi si presentò l’opportunità, decisi che era il momento di togliermi l’amaro di bocca e riscuotere il mio debito.

Quando arrivò la proposta di lavoro, il panico invase la mia anima. Era quello che più desideravo, ma non sapevo se ero pronta.

Pensandoci bene, non credo che si sia mai pronti per i grandi cambiamenti.

Perché di sicuro un’esperienza di 6 mesi che dura da 8 anni, è un grande cambiamento.

Armata di tanta forza e sostenuta dal pilastro più forte che la vita mi ha regalato, sono partita nel giro di una settimana e da 8 anni ritorno in Sicilia solo per le feste e le vacanze estive.

Sono felice della mia vita attuale?

La lontananza dalla mia terra e dalla mia famiglia non mi pesa?

È questo il paese in cui desidero passare tutta la mia vita?

Se solo sapeste quante volte mi sono fermata a riflettere su queste domande.

Tutti attraversiamo dei momenti belli e momenti meno belli, tutti portiamo sempre nel nostro cuore i ricordi dell’infanzia e del paese in cui siamo cresciuti. Tutti sentiamo la mancanza delle persone a noi care.

Oggi non so se questo sarà il paese in cui trascorrerò il resto della mia vita. La mia unica certezza è che non c’è un momento in cui mi sia pentita della scelta che ho fatto.

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9 Commenti

Chiara - Parigi 17/09/2019 - 07:08

Cara Angela,

come ti capisco ! Quando un posto diventa casa tua, quando scatta il colpo di fulmine, non te ne stacchi più!
Io in Spagna ci sono stata solo in vacanza ma è un paese di cui mi sono innamorata, e non ti nascondo che probabilmente in alcune città ci vivrei benissimo.
E poi, non mi dire… conosci anche tu El canto del loco? 😁 Io ho imparicchiato lo spagnolo grazie a loro!

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angela 17/09/2019 - 10:05

Ciao Chiara,
io non so se vivrò qui per sempre, so solo che ogni volta che mi allontano, quando metto piede nell’aeroporto di Barajas mi sento a casa… Certo, non raggiunge mai la sensazione che provo quando arrivo in Sicilia, ma ti assicuro che si avvicina molto.
Il canto del loco è stato il mio primo disco in spagnolo… che ricordi!!!

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Federica 17/09/2019 - 08:06

Cara Ángela, anche io vivo a Madrid e condivido tutto quello che scrivi!
Madrid mi piace molto, qui Sto Bene e sonó contenta Della mía vita spagnola ma anche io mi faccio le stesse domande che ti fai tu ogni tanto.
Un saluto,

Fede

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angela 17/09/2019 - 22:13

Madrid te atrapa… questo mi dicevano quando sono arrivata, e io pensavo: io sono zingara dentro e italiana nell’anima.Questo 8 anni fa… mahhhhh!!!!!! Sarà che avevano ragione? jejeje

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Alessandra Cina 17/09/2019 - 08:08

idem, Erasmus di 6 mesi in Austria che alla fine è diventato di 3 anni. non riuscivo più ad andarne via, era la mia vita ormai. certi posti sono più casa di casa tua. poi però per me è finita e sono tornata a fare la vagabonda.
Un abbraccio!

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angela 17/09/2019 - 22:18

Io purtroppo non ho mai fatto l’Erasmus nonostante i 6 lunghi anni di Università… ma da quel che mi hanno sempre detto è un’esperienza unica…
Felice viaggio vagabonda, un abbraccio…

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Fabiola 17/09/2019 - 17:11

Cara Angela,

che bella la tua storia!
Madrid è una cittá con un’energia unica. Ho avuto la stessa sensazione quando ci sono stata.

E poi sì, confermo, della Spagna ci si innamora ed è difficile staccarsene.

Un abbraccio

Fabiola – Mallorca

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angela 17/09/2019 - 22:16

Ciao Fabiola, grazie mille… Se ci ritorni fammi sapere così prendiamo una cerveza insieme…
Un bacio grande

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Massimo 19/09/2019 - 17:56

Uno stile unico nei tuoi scritti, immagini e sensazioni trasmesse con frasi vive: avvolgono e circondano con i colori di storia a lieto fine. Anche se non sarà la tua meta definitiva, grazie per condividere e per lasciarci stupire insieme a te in un’esperienza che speriamo tu continui a documentare

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