Qual è il senso della vita? Credo che la risposta sia diversa per ognuno di noi.
Per me, mamma single di due figli, è principalmente quello di provvedere ai miei figli e crescerli nel migliore dei modi per poi lasciarli liberi di scoprire il mondo, senza trascurare me stessa.
Fino a qualche mese fa ero in rotta, almeno nel provvedere economicamente ai miei figli, grazie ad un lavoro molto amato, molto impegnativo e con un buon stipendio. Poi è arrivata la inaspettata redundancy , di cui ho scritto in un articolo precedente, ed improvvisamente alcune certezze sono crollate.

San Francisco
La decisione immediata, una volta passato lo stupore, è stata quella di approfittare dell’inaspettata libertà per concedermi una vera e propria vacanza (il ritorno in patria degli anni precedenti non è mai stato tale) con i miei figli; la meta non poteva che essere gli Stati Uniti, terra da me tanto amata e da cui mancavo dal lontano 1998, anno della mia ultima visita. E così, grazie ad una liquidazione per fortuna generosa, ed un programma organizzato da me, siamo partiti, con grande entusiasmo di tutti.
L’idea originale era quella di viaggiare coast to coast in auto, con almeno venti tappe; idea presto ridimensionata una volta cominciato a calcolare la distanza in miglia ed il tempo a disposizione! Ma l’idea del coast to coast mi piaceva troppo, e così sono giunta al compromesso: California in auto, e poi in aereo a Washington D.C. e New York.
Arrivati a San Francisco, convinta di avere prenotato un albergo in pieno centro e quindi di poter evitare la macchina per qualche giorno, scopro subito che l’albergo è invece a venti minuti in macchina dalla città! Errore pagato caro: $85 dall’aereoporto, e $90 il giorno dopo per andare in città! Dovevo saperlo che in America la macchina è indispensabile! Presto fatto, noleggio anticipato. Che emozione guidare sulle highways americane, e sopra il Golden Gate Bridge! Abbiamo amato S. Francisco, e la temperatura sopportabile.
Siamo poi scesi a Santa Barbara, dove ci siamo goduti la spiaggia e l’oceano; e poi a Long Beach, dove io ho dei cugini. Siamo stati a Universal Studios (33 gradi quel giorno!), dove ci siamo divertiti un mondo! Biglietti a $186 a persona, con priority access: ne è valsa la pena, perché abbiamo potuto evitare le lunghe code alle attrazioni. Immancabile la visita a Hollywood, collina compresa, il Chinese Theatre e Beverly Hills. Ultima tappa in California a Disneyland: 3 giorni in un hotel appena fuori dal parco. Con una media di 30 gradi al giorno, due parchi immensi e le lunghe file, è stata una bellissima e stancante esperienza! Dopo due settimane di California, siamo partiti con una borsa in più diretti a Washington D.C., viaggiando in aereo di notte. L’idea era quella che così avremmo dormito per essere pimpanti all’arrivo (alle 6 di mattina!); la realtà è stata che solo mia figlia ha dormito, io e mio figlio, complice anche la TV di bordo, non abbiamo chiuso occhio! Arrivati stanchi morti, e con la trafila per noleggiare la macchina – siamo infatti andati al car rental sbagliato per poi dover tornare all’aereoporto ed andare a quello giusto! – arriviamo al nostro motel ad Arlington. Dopo esserci riposati, nel tardo pomeriggio scopro che la valigia di mia figlia ha la serratura rotta, ed essendo quella di sicurezza americana, è impossibile aprirla! Mi rendo conto dell’errore di non avere approfondito subito quando me ne ero accorta all’arrivo! Quindi la prima tappa del giorno dopo è stata tornare in aereoporto, dove in circa 5 secondi ci hanno aperto la valigia – anche se la serratura è rimasta rotta. La parte più divertente di Washington è stata la gita in pedalò su un laghetto vicino al monumento di Washington: per accontentare i figli, che non potevano andare da soli, mi sono accomodata su un pedalò con posto dietro, lasciando il comando dello stesso a loro due. La mezz’ora più stressante della mia vita, con la paura di finire in acqua!
Ultima tappa New York, amatissima, dove la parte più divertente è stata quella di prendere un uber per andare a Ground Zero…e scoprire che si trovava esattamente a due minuti dall’albergo, che non a caso si chiamava World Trade Center! O arrabbiarmi con google map, che dal ristorante mi riportava a Ground Zero quando mettevo l’indirizzo dell’albergo, per poi realizzare – una volta rientrati in taxi – che il motivo era che eravamo vicino a Ground Zero!
Una vacanza indimenticabile, dalla quale alla fine siamo tornati con una valigia in più, tantissime fotografie e souvenir! Considero un successo personale avere “trascinato” i miei figli attraverso l’America, ed essere sopravvissuta ai capricci, musi, litigi continui tra di loro, il non volere mai andare a letto alla sera e non volersi mai alzare la mattina! 4 settimane indimenticabili!
Una vacanza anche concepita con l’idea che poi a settembre avrei trovato facilmente lavoro. Ed invece, a quasi fine ottobre, il lavoro ancora non c’è.
Con il passare dei giorni, ed i vari rifiuti, sono andata in crisi: come faccio a mantenere i miei figli? e soprattutto: possibile che dopo 23 anni di esperienza nel mercato assicurativo (e 28 anni di lavoro ininterrotto) mi si dica che non ho abbastanza esperienza? Eppure è così: sembra che in questo momento le aziende, e quindi le agenzie che operano per loro conto, cerchino candidati che rispondano al 100% ai loro requisiti. Ed il mio settore, la malasanità, è un settore di nicchia, dove non c’è molto spazio. Pure avendo esperienza in altri rami, alla fine considerano solo quella e dicono: non vai bene. Non mi era mai successo qui a Londra, dove sono passata abbastanza agevolmente da un impiego all’altro (4 nei miei 18 anni).
Diciamo che ho un po’ pianto su me stessa, pur dandomi molto da fare sia tramite LinkedIn sia tramite i vari siti lavorativi, schiacciata dal peso della responsabilità di dover provvedere a noi, e la consapevolezza che la liquidazione non durerà per sempre. Ho deciso quindi di considerare anche lavori al di fuori del mio settore. Per fortuna, in un certo senso, si avvicina Natale, ed i negozi cercano personale stagionale. Certo, non sono lavori ben pagati (ben lontani dal mio ultimo stipendio!) ma sempre meglio che niente.
Consapevole poi che le giornate sono lunghe quando non si ha niente da fare (le faccende di casa non sono una priorità!), e che finivo solo con lo spendere soldi, ho cercato di tenermi occupata. E così ho trovato “lavoro” come volontaria in un negozio di Cancer Research: finora ho fatto tre giornate, è ancora recente, e devo dire che mi piace tantissimo! Il negozio è molto frequentato, e mi sono occupata di sistemare gli arrivi, le mensole, preparare una vetrina per sostenere un calciatore che ha fatto una maratona per beneficenza, e lavorare alla cassa. Sono molto soddisfatta di questa esperienza: mi tiene occupata ed allo stesso modo aiuto gli altri. Sono certa che continuerò anche quando avrò un lavoro “vero”.

La “mia” vetrina
Nel frattempo ho avuto successo: sono stata assunta come commessa nel reparto donne di un grande magazzino nel cuore di Londra: comincerò tra qualche giorno, ed avere una risposta positiva dopo tanti no è stata un’emozione grandissima! Questo unitamente al fatto di essermi cimentata in qualcosa al di fuori della mia “comfort zone”, come dicono gli inglesi, cioè in qualcosa in cui non avevo esperienza e diversa dal mio quotidiano. Certo, potrebbe essere considerata una caduta in basso la mia, e finanziariamente lo è senz’altro. Però io lo vedo con uno spirito diverso. Innanzitutto, per poco più di due mesi avrò un’entrata regolare, e questo è senz’altro un bene. Mi darà la possibilità di cimentarmi in qualcosa di diverso ed allo stesso tempo sarà un ritorno alle radici: il mio primo lavoro in Italia fu nella moda. E poi chi lo sa, potrebbero aprirsi altre opportunità all’interno di questa grossa compagnia dal nome molto buono! Continuo nella mia ricerca di un impiego nel mio settore, però lo posso fare con un po’ più di serenità. E soprattutto con una spinta in più: il fatto di sentirsi “voluta” (lavorativamente parlando) da qualcuno mi ha dato una grande spinta! E così mi sono anche iscritta in palestra!
Non so chi ha detto che tutto quello che ci accade ha un senso, anche se non lo sappiamo. Se osservo la mia vita dai miei 52 anni devo dire che, nel tempo, ho scoperto “il perché” di cose che al momento non avevano senso. Per esempio, aveva un senso che non ottenni un lavoro che volevo ardentemente: dovevo fare un’altra esperienza lavorativa che mi avrebbe preparato ad affrontare alcune cose, e soprattutto non era il momento giusto: quel lavoro lo ebbi anni dopo.
Sto cercando allora di capire quale possa essere il senso della fase che sto vivendo. Qualche notte fa sognai di essere incinta, ed alla mattina mi svegliai un po’ choccata. Una veloce ricerca su Google rivelò che il sogno rappresenta una vita feconda in vari campi, ed il nuovo futuro: nuove idee, progetti, personalità.
In effetti sento sento che sto attraversando un periodo di cambiamento, anche interiore. Mi sento meglio con me stessa, sono dimagrita, sono tornata a curarmi ed a tenere al mio aspetto.
Mi sono messa alla prova, sia in America sia con il lavoro, e questo mi ha sicuramente arricchito. Ho incontrato una persona, ed anche questo aiuta, anche se le cose al momento sono un po’ complicate e non so come andrà a finire; però non me la prendo: que sera, sera.
Non vi nascondo che i pensieri tragici alle volte prendono il sopravvento: arriverà “il” lavoro, quello con lo stipendio di prima? Riuscirò a provvedere ai miei figli? Avremo un tetto sopra la testa? I miei figli si realizzeranno? E via dicendo.
Per fortuna, io sono un’inguaribile ottimista, ed una combattente nata.
Non mi arrendo mai: c’è sempre una strada, una soluzione, un’alternativa, un modo diverso. E per fortuna vivo in una fantastica città dove molto si può fare.
Non so quale sia il senso della mia vita in questo momento, non so cosa ci sia dietro l’angolo ma non vedo l’ora di scoprirlo! E lo scoprirò solo vivendo! Parafresando Lucio Battisti in Il nastro rosa .
Chi sono
14 Commenti
Bellissima storia, davvero.
In bocca al lupo allora 🙂
Grazie Francesca!
Ciao
Elena
Complimenti sinceri per la tua determinazione! In bocca al lupo per tutto!!!!!!
Grazie Giuliana!
Ciao,
Elena
Fingers crossed Elena. Vedrai sarà un successo.
Grazie Margherita!
Ciao,
Elena
Cara Elena, che bel racconto. E che bel viaggio. Come ti posso capire. Sempre da Stoccarda ti ato scrivendo con i miei due figli ed il marito della Sierra Leone. Pure io ho “riindirizzato ai quasi 50 anni cioè l’anno scorso la mia vita professionale. Ho cambiato proprio rotta nel senso che dopo tanti anni lavorativi in varie aziende sto seguendo un corso di pedagogia e in campo lavorativo ne sto già approfittando. :). Oggi è così, io lo vedo come una grande chance della nostra generazione di poter rincominciare tutto alla nostra tenera età. E stato comunque un processo ed io credo molto nei sogni. Ed in quel nastro. Le crisi sono soprattutto interessanti. Vedrai. Sono molto entusiasta della tua postura ,del tuo coraggio e della tua passione. Sei una grande donna. E sono curiosa di sapere come ti svilupperai. Ti abbraccio da Stuttgart, e ti mando tanti buoni ed entusiasti pensieri Sabina
Grazie Sabina!
Complimenti anche a te, la vita ricomincia a 50 anni o giù di lì! ?
Ciao
Elena
Sei fantastica!!!! “Il” lavoro arrivera’ sicuramente. Con la tua positivita’, forza e dinamisto puo’ dolo andare bene. I tuoi figli hanno davveto una grande mamma!
Grazie Annalisa!
Ciao,
Elena
In questo momento così difficile per me, sei da esempio. Ti ammiro e ti auguro il meglio.
Grazie Irene!
Ciao,
Elena
In Germania troveresti subito in campo assicurative ed hai un sostegno sociale più ampio familiare che a Londra…non so in che consiste il sussidio londinese,ma qui due figli minorenni hai porte aperte assistenziali…cambiare ripartire migliorare…? Non so mi viene da dirti così..qui troveresti lavoro subito nel tuo campo.
Grazie Rosa!
Lasciare Londra al momento no, o per lo meno, solo per l’America! Le cose succederanno!
Ciao,
Elena