SENTIRSI GIOVANI, ANZI NO!
Sentirsi giovani: sono alle soglie dei 56 anni e quindi faccio parte della schiera delle donne di mezza età (confesso che non amo questa definizione).
Preferisco definirmi “donna ad energia rinnovabile”: mi sento ancora attiva, piena di forza, voglia di fare e progettare il mio futuro.
Non ho problemi a svelare la mia età, forse perché mi dicono che non la dimostro (probabilmente, se fosse il contrario – 56 anni compiuti ma 65 dimostrati – non sarei così rilassata).
Intendiamoci, non sono di quelle donne che vogliono fare le adolescenti a tutti i costi, che si vestono ancora come le loro figlie. Per carità! Un atteggiamento che trovo ridicolo. Il mio è un rimanere sintonizzata con il mondo dei giovani con la mente e in maniera dinamica e non con l’aspetto esteriore.
I miei capelli si stanno piano piano ingrigendo e ho scelto di non tingerli perché ogni età ha il suo fascino.
Come le rughe del mio viso: ognuna ha una sua storia da raccontare. Io desidero capire, apprendere e interiorizzare il loro mondo per poter essere di aiuto in maniera concreta se e quando ne avessero bisogno. Beh, delle belle prediche da genitore le uso ancora e i miei ragazzi se le devono sorbire anche frequentemente ma cerco di unire bastone e carota. Tutto questo mi tiene attiva e in forma.
Altra fonte dalla quale attingo la mia energia è il lavoro, che ho ripreso dopo qualche anno al mio trasferimento a Doha.
Insegno nuoto ed educazione fisica in una scuola internazionale a curriculum britannico. Le classi vanno dalla prima elementare al liceo. Nuovamente una full immersion in un mondo di giovani. Anche in questo caso metto in campo tutta la mia forza e determinazione per comprenderli, interessarli e sintonizzarmi sulle loro necessità.
Anzi no: A volte però la mia energia, la mia sensazione di forza e giovinezza viene minata da eventi, frasi, giornate particolarmente pesanti che mi fanno precipitare tutto il peso degli anni sulle spalle.
Dopo una giornata trascorsa ad insegnare nella piscina all’aperto con temperature a volte superiori ai 40 gradi, la mia età si palesa prepotentemente.
La sera collasso sul divano e non riesco a leggere nemmeno una pagina del libro che attende da mesi di essere concluso. Oppure c’è il pomeriggio dei colloqui con i genitori degli alunni. Nel mondo arabo e anglosassone, le donne hanno figli da giovani ed io potrei essere tranquillamente la mamma delle mamme che parlano con me, pur avendo figli della stessa età dei miei.
Ma un giorno, la mazzata peggiore che ha riportato il mio orologio biologico prepotentemente alla reale età facendomela percepire tutta, ma proprio tutta, è stata una frase di un mio alunno di prima elementare.
Accolgo la classe in piscina con un gran sorriso e una battuta scherzosa. Un bimbo si stacca dalla fila, mi afferra il braccio mi guarda intensamente e mi sorride. – Che carino – penso ingenuamente, – mi vorrà dare un abbraccio o un bacino – come fanno spesso i piccolini.
Invece, a voce alta e con uno sguardo furbetto mi dice – “quanti anni hai tu? Sembri vecchia, sembri una nonna”! Mi ha raggelato il sorriso sulle labbra.
Certo che potrei essere sua nonna, la sua mamma avrà si è no 20 anni. Ma mi ritengo fortunata: non mi ha chiesto se ero una bisnonna!
Chi sono