Io non nasco affatto come una donna dotata di forte istinto materno.
Ad un certo punto del nostro percorso io e mio marito abbiamo deciso di cercare un bimbo ed ero contenta di questo grande passo, ma ancora non sentivo alcun istinto materno e il nostro sogno si imbatté immediatamente in una strada tortuosa e difficile: dopo due gravidanze extrauterine operate d’urgenza dovemmo intraprendere l’avventura della fecondazione assistita e, molto violentemente, fummo catapultati in un mondo parallelo: quello di tutte le persone che hanno difficoltà a procreare.
A quel punto il mio istinto materno era passato quasi in secondo piano, benché non abbia mai perso la preoccupazione per questo sentimento che non voleva esprimersi come, apparentemente, succedeva normalmente e precocemente alla maggior parte delle altre donne; subentrarono invece altri fattori che catturarono appieno la mia attenzione: la necessità che ancora io stessa avevo della mia mamma e la presa di coscienza che io avrei anche potuto non diventare mamma.
La mia mamma… Mi ero allontanata da lei da tanto tempo ormai. Mi aveva fatto partire felice, entusiasta per i miei sogni e pazientemente mi ha sempre aspettato rivedendomi una o due volte l’anno, coprendo la mancanza con varie telefonate rubate al tempo determinato delle cartine telefoniche prepagate.
La mia mamma… Lei non ha mai saputo veramente quanto l’amo e che durante i miei brevi rientri mi son sempre riempita gli occhi dei suoi movimenti e delle sue espressioni, per memorizzare gli attimi che sceglievo essere la sua miglior descrizione, il suo miglior ricordo. Restare avrebbe privato la mia vita di esperienze fondamentali per la mia persona e la mia crescita, ma partire, da questo punto di vista, e’ sempre stato un po’ morire…
Lei, pura e cristallina come l’acqua di una sorgente; semplice, di una spontaneità e di una di una bellezza che spaventa tanto e’ perfetta; buona e generosa dalla piu’ profonda delle sue indole, tanto che mi stupisce quando colgo frammenti di queste genuinita’, tanto che a volte non mi sento degna nemmeno di guardarla… Lei e’ la mia mamma, ed io ho sempre avuto bisogno di lei.
Al fallimento del sesto tentativo di fecondazione assistita ho cominciato a vacillare. Non e’ facile superare il dolore di tali perdite dopo essersi completamente concesse, mentalmente e fisicamente, a tutte le procedure coinvolte. Dapprima ho ritrovato in fretta le energie positive per re intraprendere ogni percorso da capo, ma man mano che i fallimenti aumentavano ho cominciato a considerare la possibilità che forse io non sarei mai diventata mamma. E un conto e’ decidere di non diventare genitori, scelta libera e indiscutibile, un altro conto e’ vedersi togliere la possibilità a prescindere e senza neanche una spiegazione scientifica del perché…
Io, che sono abbastanza pragmatica quando serve, assieme a mio marito avevamo cominciato a metterci nell’ordine di idee iniziando a far progetti per riorganizzare le nostre vite col lavoro e tutte le altre cose che avremmo voluto fare, incluso continuare a viaggiare, tanto e forse per fortuna a quel punto, nessun istinto materno era li a rendere più difficile la situazione di quanto già non fosse, e Singapore, con la sua internazionalità e fondamentale locazione geografica, faceva sperare grandi novità e possibilità. Ero pronta a questa nuova grande avventura asiatica e la mia vita sarebbe stata piena e bellissima anche senza un bambino, e di questo sono ancora certa. Poi però non ho ceduto, e al settimo tentativo rimango incinta a proprio a Singapore che mi era stata tanto decantata per la sua avanguardia nella ricerca e nella medicina, e finalmente, con mia grande sorpresa, questo tanto agognato istinto materno l’avrei guardato negli occhi…
E’ stato incredibile realizzare che non solo l’avrei guardato negli occhi, ma che l’avrei anche respirato, l’avrei toccarlo e l’avrei baciato e abbracciato fortissimo: il mio bambino, che amo e che adoro senza limiti di possibilità. E avrei rivissuto l’istinto materno di mia madre in flash back connaturati ogni qualvolta mi sarei apprestata a nuove esperienze con questa nuova piccola personcina, come il grande panico per la sua prima influenza, quando per un attimo brevissimo e lunghissimo al contempo, sarei stata capace di rivedermi fra le braccia della mia mamma preoccupata allo stesso modo per me, in un passato troppo lontano da poter catturare meglio, come in un vecchio film con i colori sfuocati, e realizzando che la mente chiude i ricordi in un cassetto ma non dimentica, tutto rimane dentro di noi, quel tutto siamo noi. Io non immaginavo che sarei entrata in un’aurea dove l’amore e’ infinito e non finisce mai di colmarti.
Il mio istinto materno e’ amore puro, cristallino come l’acqua di una sorgente; semplice, spontaneo e di una bellezza che spaventa tanto e’ perfetto; e’ buono e generoso dalla più profonda delle sue indole tanto che mi stupisce quando colgo frammenti di queste genuinità, tanto che a volte non mi sento degna di viverlo.
E’ il mio bambino. Ed e’ la mia mamma. Sono la vita. E avrò per sempre bisogno di loro.
4 Commenti
davvero commovente!!!!!!! grazie e complimenti
Gentilissima. Mi fa molto piacere la tua opinione su un articolo a me molto caro. A presto! Catia
Leggo questo articolo per caso, sono a Bali in vacanza, e ci sono finita per caso cercando notizie sui luoghi che sto visitando in questo momento. La mia storia assomiglia tanto alla tua per il discorso alimentazione [anche io da grande cuoca mi sono ritrovata a mangiare integrale e verdure] e maternità per ora mancata dopo 3 tentativi falliti…
Bellissime parole, bellissimo finale ❤️
Cara Elisa, sono felice ti sia piaciuto il mio articolo. E grazie per il commento che mi hai lasciato. In bocca al lupo per la tua maternità, non demordere, tieni duro, segui il tuo istinto, cambia clinica se credi.. Ascoltati. Ti auguro tutto il bene!
Un abbraccio. Catia Singapore