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Solo Bambole?

di Roberta Lista
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Solo bambole?

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La mia esperienza expat mi ha concesso un dono molto importante.

Intanto, il lavoro qui è concepito in maniera diversa che in Italia.

In terra natia tutti si aspettano personale ” motivato e che ama il suo lavoro”. Un modo molto elegante per dire che bisogna accettare ogni condizione imposta dalla propria professione senza se e senza ma e senza emettere un lamento. Stipendi scarsi, straordinari dati per scontati e a malapena pagati, turni infiniti, reperibilità continue e vacanze inesistenti. Vi risulta familiare?

Qui, per fortuna, la cultura del lavoro è diversa.

A volte faccio fatica a ricordarmelo dopo tanti anni passati seguendo quella mentalità. Qui alla fine del tuo turno è normale salutare tutti e andare via, anche se c’è da fare. Se rimani è un di più, ma nessuno si aspetta che tu lo faccia o lo dà per scontato. Anzi. Ti ricordano di inserirlo negli straordinari perchè ti venga regolarmente pagato.

Ovvio, viene facile pensare che sia il paradiso del lavoro ma ho avuto anche io le mie esperienze negative, le mie interviews assurde e le pretese ” all’italiana” ( soprattutto da parte di datori di lavoro conterranei, vorrei aggiungere). Nel complesso, se si fanno i giusti sacrifici e le giuste scelte, la possibilità di avere una vita dignitosa ci sono.

La mia esperienza lavorativa expat, dicevo, mi ha dato ben due doni importanti: la percezione di una stabilità economica, data da un contratto e stipendi regolarmente pagati, e la consapevolezza che il mio tempo libero è solo mio e che me lo sono guadagnato.

Questo mi ha permesso di tornare a dedicarmi alla mia vena creativa che è sempre lì, con progetti storici e missioni impossibili.

Io e le bambole

Fin da ragazzina sono sempre stata affascinata dall’arte del dollmaking, ossia dal processo di creazione delle bambole.

Un giorno navigando sul web rimasi stregata dalla delicata perfezione delle BJD di Enchanteddoll, tanto che ben presto cominciai a documentarmi e sognare di realizzarne una.

L’acronimo BJD sta per ball jointed dolls, bambole articolate mediante sfere che le rendono posizionabili a proprio piacimento. Le prime bjd sono state create in porcellana nel diciannovesimo secolo da artigiani giapponesi, ma solo da qualche decennio sono tornate in voga in un materiale più resistente e versatile, ossia la resina. Il mercato delle bjd è vasto e tutto ciò che ne fa parte è estremamente costoso, appannaggio spesso solo di collezionisti incalliti.

In quanto a questo, io sono una voce un po’ fuori dal coro: se la stragrande maggioranza delle persone dice ” mi piace, me lo compro!” io invece esclamo ” mi piace, devo trovare il modo di farlo!”.

Oggi vi racconterò della mia personale avventura con le bjd, molto più che semplici bambole!

La prima bjd che sono riuscita a portare a termine, Teresa, ha richiesto quasi tre anni di lavoro.

Ho ripreso e abbandonato il progetto molte volte nel corso degli anni prima di avere modo di dedicarmici anima e corpo. Tuttavia creare una bjd è una sfida non da poco che richiede in ogni caso settimane o anche mesi per essere portata a termine, anche da artigiani esperti.

Bisogna considerare infatti che ogni articolazione deve essere a perfetto incastro e deve mantenere la posa quando posizionata.

Teoricamente la bambola deve poter stare in piedi, persino in equilibrio su un piede solo!

All’interno, ogni pezzo è cavo ed è tenuto insieme da due elastici: sapientemente posizionati, questi permettono ai pezzi di rimanere insieme e di tenere la posa senza scatti o asimmetrie strane.

La superficie deve poi essere carteggiata per essere liscia e senza imperfezioni. Questo nonostante il fatto che si avrà la tentazione di modificarla non una ma decine di volte! costruzione-baombola-due

Le bjd da collezione vengono vendute nude, senza parrucca, senza trucco, senza occhi e senza vestiti.

La maggiora parte delle bjd sul mercato hanno connotati infantili o da manga giapponesi, che ammetto non fanno parte del mio gusto estetico, soprattutto per i soggetti maschili.

Esistono numerose categorie di prezzo e dimensione che rendono ogni bambola adatta ad un certo tipo di accessori e trattamenti. Ovviamente gli accessori della mia li ho realizzati tutti io, dagli occhi alla parrucca.

Dopo tre tentativi ho deciso di dare alla mia un aspetto infantile, ma con il mio stile un po’ fatato e connotati fuori dal comune:

Mi aspetta l’ultimo grande ostacolo da superare: lo stampo in resina.

La bjd infatti è scolpita con materiali modellabili, che possono poi essere cotti in forno o indurirsi all’aria. Tuttavia questo “master” è solo la base che dovrà poi essere usata pezzo per pezzo, per creare stampi di silicone che poi verranno usati per colare la resina del colore che si preferisce.

Esistono anche le bambole di ceramica, più ricercate e costose, il cui processo è ancora più lungo e laborioso: richiedono colori e forni speciali per essere portate a termine.

La mia in particolare sarà in resina, probabilmente bianca.

La cosa bella delle bjd è che puoi cambiare anche solo un pezzo alla volta e avere una bambola completamente nuova nell’aspetto e nell’espressione.

Come potete intuire, costruire bambole è un hobby lungo e impegnativo, che porto avanti solo per passione ma che mi dà tanta soddisfazione.

Avere in mano la propria creazione, così piccola, frutto di anni di lavoro, è una sensazione indescrivibile.

Spero di avervi incuriosito e di avervi dato un assaggio di un mondo vasto come solo la creatività può essere!

Il mio è un sogno nel cassetto che si avvera: piccolo, per carità, ma grande per chi come me ha lottato per anni per non far spegnere la vena creativa che scorre dentro di sé.

Non importa come, non importa vendere o meno, solo chi ce l’ha può capire cosa si prova lavorare ad un progetto immenso come questo, non per soldi o per fama, ma solo per il piacere di farlo.

E questo è il mio più grande augurio per ciascuno di voi!

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3 Commenti

Chiara - Parigi 10/02/2019 - 10:00

Che bella passione 🙂 ho sempre ammirato chi si occupa del “fatto a mano”, e spesso non si pensa a tutta la manodopera che c’è dietro. Continua così 🙂 se ti appassiona, non c’è tempo o fatica che tenga!

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Roberta Lista 10/02/2019 - 12:19

Ti ringrazio, come veterinaria ho purtoppo pochissimo tempo per dedicarmi ai miei progetti, quindi quando li termino la soddisfazione è doppia! Questa è una delle prime opere di cui sono veramente fiera, credo che si senta 😅

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Chiara - Parigi 10/02/2019 - 13:01

Il fatto che tu abbia poco tempo e nonostante tutto tu riesca comunque a trovarlo ti fa ancora più onore 🙂

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