Strasburgo, capitale del Natale
Le feste, ma “distanziati”
Ci risiamo.
Nonostante il periodo particolare, le strade cominciano a riempirsi di ghirlande e di lucine, di alberi carichi di di decorazioni kitsch e di scritte lampeggianti. Il Natale è alle porte e, mentre passeggio per Lione, riesco a sentirne un po’ l’odore anche da dietro la mascherina. Devo ammetterlo, nonostante sia una delle feste più commercializzate, c’è sempre quel po’ di calore in più durante questo periodo.
Sarà che l’anno, quest’anno un po’ sfigato, sta finendo e che vogliamo davvero mettercelo alle spalle. Sarà che ci sentiamo nostalgici di quei ricordi di feste, serate e assembramenti vari che abbiamo cercato di accatastare e spingere in un angolo della nostra mente. Se l’abbiamo fatto, è per lasciare spazio allo smart working, alla DAD e ad ansie da pandemia varie.
Non ci siamo riusciti. A Natale, il periodo in cui tiriamo le somme dell’anno ormai finito, storciamo il naso davanti a questo 2020 che ha un sapore di incompiuto.
Per quanto mi riguarda, sarà il primo di cinque Natali che passerò tra Lione e Ravenna. Quest’anno, niente tappa a Strasburgo. Niente mercatino, niente vin chaud, niente baguette flambée e niente currywurst.
Place Gutenberg e il calore della Petite France
Non passerò per Place Gutenberg, non sarò investita dalla solita fastidiosa luce blu elettrica e non penserò, risvegliata bruscamente dai miei pensieri, “Oh, anche quest’anno hanno rimesso quell’albero orribile fatto di lucine affiancato dall’orso polare gigante. Ma c’è davvero qualcuno a cui piacciono?”. Non mi addentrerò tra gli chalets per dare un’occhiata ai prodotti del paese ospite dell’anno.
Se mi chiedessero quale parte del mercatino, sparpagliato in tutta la città, preferisco, non saprei scegliere.
Adoro quello della Petite France, per ovvie ragioni: l’atmosfera e la bellezza del quartiere, ad esempio. Ogni volta che mi ritrovo a passeggiare tra le maisons à colombages, ad attraversare il ponte mobile o ad osservarlo mentre ruota, a mangiare degli spätzle al munster alla terrasse della “Corde à Linge”, o a guardare i Batorama (i battelli), mi sento la protagonista di una fiaba. Gli chalets e i turisti che si fermano a comprare le candele e le decorazioni in legno, stranamente non “rovinano” il panorama abituale. Ma rendono il tutto ancora più caloroso.
Infine, poco lontano, si estende il Marché Off, dedicato agli acquisti natalizi equo-solidali (ce n’è per tutti i gusti).
Il cuore del mercatino di Natale
Ovviamente, il “cuore” del mercatino si concentra attorno a Place Kléber, la piazza centrale della capitale del Natale. E’ qui che ha luogo la parte principale della cerimonia di accensione delle luci della città, che culmina con quella dell’albero a lato della piazza, simbolo indiscusso del mercatino di Strasburgo. Il sapin, maestoso e carico di palline e ghirlande giganti, è sempre stato oggetto di critiche e di derisioni: quasi sempre storto a causa del suo peso, spesso dev’essere sostituito con dei sosia (i Sapins II, III) sotto gli occhi dei passanti che sorridono e scuotono la testa.
L’infinita cerimonia, trasmessa in tv, continua con l’esibizione di vari artisti più o meno conosciuti e termina con la dispersione del pubblico per i vari chalets della città, alla ricerca dei bicchieri riciclabili stracolmi di vin chaud, la bevanda perfetta per riscaldare l’anima e le mani, congelate anche sotto i guanti.
La parte più grande del mercatino si trova a Place Broglie, di fronte all’Opéra National du Rhin.
Infine, resta la tappa più significativa: ai piedi di Môman (“mamma” in alsaziano), senza dubbio delle più belle cattedrali di Francia, si estende la parte del mercato più fiabesca e più natalizia di tutte. Le piccole luci degli chalets brillano allegramente sotto quella più grande, pacata e accogliente, dell’imponente presenza che da sempre sorveglia dall’alto gli strasbourgeois.
Il mio Natale strasbourgeois
Per quanto l’atmosfera di Strasburgo sia piacevole, alla base dei miei ricordi natalizi più belli ci sono le persone che li hanno vissuti con me. Quelle che, il giorno della cerimonia di apertura, mi invitano a sbrigarmi (“dépêche toi, Isa !“) mentre mi infilo il mio cappotto rosso e che mi prendono sottobraccio, accompagnandomi per le stradine acciottolate del centro. Quelle con cui sorseggio il mio vin chaud e con cui discuto delle novità dell’ultima edizione del mercatino. Quelle alte, come C., che mi aiutano a cercare il resto del gruppo in mezzo alla folla di Place Kléber. E quelle basse, come V. e A., che si fanno largo alla cieca assieme a me, ridendo dall’euforia.
Quelle come S., la coinquilina di uno dei tanti appartamenti in cui ho vissuto, che ha ricambiato il mio sguardo perso e un po’ impaurito della sera dell’11 dicembre 2018. Lo sguardo che le ho lanciato quando N. mi ha chiamata dicendomi “Non uscire di casa, non capisco cosa sta succedendo, ma un’amica mi ha detto di aver sentito degli spari in centro”.
E quelle che con me, qualche giorno dopo, hanno passeggiato per rue des Orfèvres e rue des Grandes-Arcades, per poi fermarsi sotto la statua del Général Kléber. Con loro ho condiviso uno strano silenzio e i molti pensieri che mi passavano per la testa durante il nostro omaggio alle vittime dell’attentato.
Natale 2020
Cosa resta, quest’anno, oltre ai ricordi?
Innanzitutto, il mercatino di Strasburgo si evolve e diventa digitale (il sito è in francese, inglese e tedesco). E, dalle notizie che mi giungono a Lione, l’albero gigante è ancora a Place Kléber (se non cade sulla testa di qualche malcapitato).
Come tutti, questo Natale lo passerò principalmente in famiglia, in Italia, tra i piatti di cappelletti in brodo, le pile di pentole e bicchieri nel lavandino, le voci delle mie nipoti e quella di mio papà che, esaurita la pazienza, si toglierà la cravatta a forma di Babbo Natale e esclamerà “vado a fare un giro“.
E poi farò la solita passeggiata digestiva sulla spiaggia infinita di Marina di Ravenna, come al solito in compagnia della mia migliore amica. Tra i gossip, le chiacchierate, le nostre risate.
La sera del 25 mi aspetta una bella tisana.
E il giorno dopo ciò che resta: gli avanzi, i ricordi, gli abbracci, le speranze e i sogni per il 2021.
Chi sono
2 Commenti
Che magia il Natale a Strasburgo! Ci sono stata due anni fa e mi è piaciuto tantissimo il mercatino! Strasburgo a Natale diventa il paese dei balocchi ❤️🎄
È una delle cose che mi mancano di più! Ci torneremo presto 🙂