Svizzera: (non) è un paese per donne
L’idea che avevo della Svizzera prima di arrivarci, era quella di un paese avanzato, moderno ed efficiente. Per alcuni versi le mie previsioni si sono rivelate fondate, ma sotto altri aspetti la realtà che ho conosciuto in questi primi otto mesi mi è parsa differente dalle aspettative.
Partiamo dagli aspetti positivi e in linea con l’immaginario che un po’ tutte noi abbiamo di questo splendido paese.
La Svizzera funziona bene.
Gli svizzeri sono organizzatissimi in tutti i settori e molto attenti ai dettagli, e i risultati di questa organizzazione si vedono dappertutto, dalle grandi opere (penso a infrastrutture, alla tecnologia, alla capacità di generare ricchezza e crescita economica) alle piccole attivitá del quotidiano.
In Svizzera esistono regole praticamente per tutto, dai turni della lavanderia condominiale allo smaltimento dei rifiuti. Per ogni attività esiste un orario, un luogo e una procedura prestabiliti e …guai a infrangere la regola!
Per le strade ci si saluta quasi sempre tra vicini di quartiere (“Grüezi!”), e le macchine si fermano ad ogni sacrosanta striscia pedonale, iniziando a rallentare da circa 200 metri prima!
Insomma, la Svizzera da questo punto di vista, è proprio come ce l’eravamo immaginata, pulita, ordinata ed efficiente.
Ma accanto a questi aspetti decisamente noti, la Svizzera (o almeno la Svizzera tedesca) presenta dei tratti piuttosto “old fashion”.
Basti pensare che la principale forma di comunicazione ufficiale (dalla banca al contratto di lavoro, dall’assicurazione sanitaria alle spese mediche) avviene via posta cartacea.
Inoltre, se la modernità di un Paese si misura anche attraverso il tasso di lavoro femminile, la Svizzera, da questo punto di vista mostra un volto piuttosto retro.
Infatti, probabilmente soprattutto per via dei costi altissimi degli asili nido, molte giovani madri, tra cui donne preparate e con ottimi e competitivi CV, “scelgono” di rinunciare al proprio lavoro (e in molti casi anche a brillanti carriere) per dedicarsi totalmente alla cura dei figli e della casa.
Per rendere meglio l’idea, a Zurigo gli asili nido fino ai 4 anni di età, sono tutti privati e il costo mensile per un periodo “full time” si aggira attorno ai 2500 CHF al mese a bambino.
Dunque, se lo stipendio medio di un professionista si aggira attorno ai 5000/6000 CHF in Svizzera, quello che ne risulta è che essere in due a lavorare in famiglia, a livello economico, non conviene.
In questo contesto, il lavoro femminile è quello che, per ragioni culturali, viene nella maggior parte dei casi sacrificato, venendo tristemente considerato un lusso, se non un capriccio, che ci si può permettere solo se l’introito mensile complessivo familiare è sufficiente a mantenere i costi di asili nido e/o babysitter.
In questi termini, il lavoro della donna più che un contributo concreto alla crescita economica della famiglia, diventa un ulteriore peso di cui farsi carico e che incide negativamente sul bilancio familiare.
La situazione cambia poi quando i figli raggiungono l’età dei quattro anni e inizia così il Kindergarten (quattro ore al giorno, circa) con possibilità di dopo scuola pomeridiano (Hort). A quel punto il genitore che si è occupato fino a quel momento del figlio a tempo pieno potrebbe (dopo quattro anni di assenza!) riprendere la vita lavorativa.
Mi auguro che la Svizzera continui ad essere il paese meraviglioso che è, ma sono convinta che lo sarebbe ancora di piú con una significativa maggiore partecipazione delle donne nel mondo del lavoro.
Chi sono
8 Commenti
Ciao Mirella, molto di ciò che scrivi è vero ma la Svizzera è anche il paese che permette a molte donne di lavorare part-time!
Dopo 10 anni che vivo a Ginevra, con difficoltà iniziali connesse, posso dirti che questo paese lo apprezzi col tempo, abbi fiducia!
Cia francesca! Grazie per il tuo commento. Si, la Svizzera fornisce anche diverse opzioni di orari di lavoro, e questo è positivo. Inoltre le cose migliorano molto con il kindergarten. Sono fiduciosa! 🙂
Ciao Mirella, complimenti per il tuo articolo dove esponi in maniera chiara e diretta quella che è la percezione di tutte noi che siamo qui da poco e che viviamo questo rapporto di amore/odio con questo paese per tutte le cose che ci ha dato ma anche sottratto.
Appena arrivata, alla ricerca del mio spazio, sono rimasta scioccata dai discorsi delle donne che ho incontrato, totalmente calate nel ruolo di mamma. Difficile parlare di un argomento che sia diverso dai bambini, dai loro giochi, dalla scuola. Come non coltivassero degli interessi propri o non avessero luoghi di ritrovo diversi dai parchi per bambini.
È vero che esiste l’opportunità di lavorare part-time, ma è pur vero che se aspiri a fare qualcosa di diverso da cassiera, negoziante o domestica, allora diventa dura perché oltre ad un ottimo cv, ti viene richiesta una perfetta conoscenza del tedesco (e svizzero tedesco) ma anche in questo caso il supporto è totalmente nullo perché, a meno che tu non sia disposta a sacrificare le tue serate o il sabato, non esiste un corso intensivo che tenga conto dell’orario scolastico dei bambini e ti permetta di frequentare le lezioni mentre i bambini sono a scuola.
Dunque complimenti alla Svizzera per il suo welfare, un po’ meno per i processi di integrazione sociale e professionale dedicati alle donne (svizzere e non).
Roberta, hai fatto centro. È proprio questa la realtà economica e sociale chf ho cercato di “denunciare” con il mio articolo. Ma penso che accanto a queste realtà ce ne siano anche altre di donne, oltre che mamme, ambiziose e con la voglia di non rinunciare alle proprie aspirazioni e realizzazioni. Grazie ancora
Amiga, querida.
Sinto muitíssimo por essa realidade sórdida e, posso dizer, que na contra-mão do mundo pós-moderno.
Contrapartida, fico feliz que tenha escrito e compartilhado essa realidade. Fique firme!
Amiga querida, obrigada pelas palavras e por estar perto de mim e da gente mesmo de longe! <3
Io non ho questa percezione negativa della Svizzera. È un paese regolato. Se tutti rdpettano le regole, tutti vivono meglio. La cura dell” infanzia è costosa , si ma oerdonami questo e un oaese che permette a tutti di vivere dignitosamente. Un profesdionista non guadagna certo 6000 franchi, firse un impegato di secondo livello. Un profesdionista ne guadagna almeno 9000 10000. Io sono arrivata da poco e in giro non vedo donne svilite e betvose, perennemente arrabbiate con il mondo che siamo mamme o lsvoratrici o enteambe.
Solo per puntualizzare un paio di cose.
Abito in svizzera da 10 anni e ho 2 figli, di 8 anni e 5 anni.
Sono un architetto e lavoro in un ufficio di pianificazione del traffico e del territorio, da 9 anni(1 anno prima di rimanere incinta).
Detto questo vorrei aggiungere che non tutti i lavori di “medio alto” livello sono pagati uguali.
Un architetto come me guadagna (lavorando al 100%) dai 6000 ai 7000, arrivi a 8000-10000 solo se lavori per il comune o il cantone con una posizione alta o se sei Projekt Manager in un ufficio molto grande.
Da due anni a Zurigo i nidi hanno TUTTI i posti sovvenzionati, quindi se si vuole lavorare entrambi i genitori e si hanno stipendi non elevati, si paga di meno il nido (Krippe) e il dopo scuola (HORT). I numeri delle donne madri impiegate sono sicuramente inferiore si paesi scandinavi e alla Francia ma superiori all’Italia.
Inoltre i nidi sono aperti dalle 7:00 alle 18:00-19:00 e il servizio di Hort propone sia il pre scuola (7:00-8:15) sia post scuola fino Alle 18:00. Per coloro che devono iniziare molto presto a lavorare la mattina ad esempio.
In Italia il tempo pieno è fino Alle 16:30 e non mi sembra esista il pre-scuola. Il lavoro part-time è pagato il giusto e nessuno pensa di farti lavorare di più se il contratto dice 70% o di pagarti di meno.
Molte famiglie che conosco distribuiscono il part time tra il padre e la madre. Negli ultimi 10 anni sono stati fatto passi da gigante. Le Krippe non erano tutte sovvenzionate, non tutte le scuole offrivano mensa e Hort.
Dal 2021 parte il programma scolastico “Tagesschule” che prevede il pranzo a mensa per tutti i bambini che hanno il rientro pomeridiano, con costi ridottissimi per le famiglie meno abbienti.
C’è molto da fare per arrivare ai livelli dei paesi scandinavi (manca soprattutto il congedo parentale per i padri e più lungo per le madri), ma io trovo in Svizzera un sistema di equità, flessibilità e serietà che in Italia non vedo.