Buon compleanno, Taytacha Qoylluritty

Io, camminando verso il l santuario
“Quest’ anno vai a Qoylluritty? ” – “Si, ci vado” oppure “No, non ci vado”.
Sono domande e risposte tipiche in questo periodo dell’anno, qui a Cusco.
Ma Qoylluritty, questo nome così strano, cos’e?
Qoylluritty è una parola quechua: significa “stella di neve”.
Quando a Cusco si parla di questo nome, ci si riferisce al Senor de Qoylluritty, un importante santuario ai piedi di un enorme ghiacciaio, a circa 5000 metri d’altezza.
Il ghiacciaio si chiama Sinakara e si trova a 8 km di cammino dal paese di Mahuayany, a circa 4600 metri slm, a circa 4 ore da Cusco.
La festa del Taytacha Qoylluritty si tiene ogni anno l’ultimo giorno di luna piena di maggio o il primo di giugno.
Quest’ anno cade a fine maggio.
E’ una grandissima celebrazione delle forze della natura, fa parte di una delle feste nazionali indigene più importanti e famose del continente americano.
La festa dura una settimana intera.
Si dorme fuori, si balla tutta la notte e tutto il giorno in onore allo spirito della montagna di neve.
Partecipano piu di 10.000 persone, tra ballerini delle delegazioni, ukukus e accompagnanti vari.
Ogni paese della zona di Cusco invia un suo gruppo di ballerini.
Ogni gruppo è una delegazione di una nazione/villaggio della ragione. Ciascun paese ha una sua casetta per i ballerini, lassù.
Ci sono moltissime nazioni e ballano tutto il tempo, in forma di processione in onore del Taytacha Qoyllur Rit’i (Il Signore della Neve Brillante). Ogni gruppo è vestito con dei costumi tradizionali differenti, tutti bellissimi.
Gli Ukukus invece sono gli uomini orso, vestiti appunto in abiti da orso e con una maschera sul viso. Sono i protettori del santuario e hanno il compito di evitare possibili problemi durante la festa.
Gli Ukukus vanno effettivamente sul ghiacciaio, (mentre gli umani normali rimangono ai piedi) e ci restano per tutta la notte, per dimostrare di avere il potere di sopravvivere in compagnia delle più potenti forze della natura.
Resistendo fino al mattino, si guadagnano un pezzo di ghiacciaio che, orgogliosamente, portano al loro villaggio come acqua benedetta dallo spirito del ghiacciaio Sinakara.
Poi ci sono gli accompagnatori.
Si tratta dei familiari e degli amici dei ballerini e degli Ukukus, i Chiamati, cioè coloro che si sono sentiti chiamati alla festa.
Infine, alcuni turisti. Ci sono anche un paio di bancarelle, dove si possono comprare souvenir, un paio di stand di farmacie, un piccolo ospedale per le emergenze e molti punti di ristoro.
Io il Taytacha Qoylluritty l’ho visitato spesso.
La prima volta nella famosa “octava”, cioe l’ottavo giorno e poi, l’anno sucessivo, nel giorno centrale della festa.
L’ottava è stata una fantastica avventura perchè era la prima volta che andavo a camminare in un posto così in alto e lo facevo da sola, perché non avevo trovato nessun amico coraggioso che mi accompagnasse.
L’anno scorso, invece, sono stata nel giorno centrale ed è stato molto diverso.
Quella volta eravamo in 10.000; non c’era la classica calma della montagna, ma era chiaro che c’era qualcosa di molto forte e primordiale che univa ed entrava nelle bolle energetiche di tutti noi che eravamo presenti.
Avevo passato la notte al Santuario. Credo di non essermi mai vestita così tanto in vita mia come quella volta: avevo tre pantaloni, tre calze, tre maglioni, un giubotto e due berretti. Sono tornata giù all’alba, congelata, ma soddisfatta: ce l’avevo fatta!
Qoylluritty è una montagna che mi sta molto a cuore.
Quest’ anno, come il Taytacha già sa, non sarò lì al suo compleanno. Però ci sarò con il cuore, e per questo vi invito tutti ad accendere una candelina oggi, 27 maggio, che è il giorno centrale di festeggiamento.
Spero poterti visitare presto, caro Taytacha Qoylluritty. Buon compleanno!
Chi sono