Oggi non ho né tempo né voglia, domani si vedrà
Non ho tempo, non ho voglia, non so da dove cominciare.
Oggi, quando tutto ti sembra troppo, il giorno in cui sei completamente disorganizzata, ti senti senza energie e ti stressa anche solo pensare cosa preparare per pranzo.
E allora pensi razionalmente che dovresti sentirti grata e fortunata perché, nonostante tu sia una neomamma all’estero, hai i genitori che vivono vicini, un marito presente e una vita piuttosto libera dato che sei ancora in disoccupazione post maternità.
Come posso anche solo lamentarmi, o sentirmi giù, pensando a chi invece deve fare tutto assolutamente da sola, lavorando anche? Per non parlare di chi ha più di un figlio.
Non lo so come posso, come OSO sentirmi così, eppure accade, oggi.
Sarà anche questo mal di testa che oggi mi fa vedere tutto nero.
Ieri tutto è filato liscio come l’olio, o “como la seda”, come si dice qui in Spagna.
Sono riuscita a svegliarmi riposata nonostante i cicli di sonno di ora in ora per allattare. Nella passeggiata mattutina ho chiacchierato con un’amica mentre la bimba dormiva beata. In casa ha continuato a dormire nel passeggino per una mezzora permettendomi di preparare un pranzo in condizioni; nel pomeriggio ho anche potuto dedicare un’ora a progetti personali e speakeraggio.
Insomma, una giornata in cui c’è stato tempo per TUTTO, e io mi sono sentita alla torre di controllo.
Oggi invece è iniziato con un piantino un po’più lungo del solito che mi ha fatto venire voglia di tornare subito sotto le coperte.
Perché devo avere il tempo di fare la spesa per comprare frutta e verdura fresca e non buttarmi su pane e lardo avanzato da Natale.
Perché ci vuole tempo per preparare una bella pietanza sana da mangiare a pranzo e a cena, averla pronta entro le 20 perché la pupa mi chiamerà a letto alle 22 e vorrei evitare di ritrovarmi con la digestione in corso.
Ci vuole il tempo per depilarsi e spazzolarsi i capelli delicatamente senza strapparsi dieci ciocche ogni volta per la fretta.
Il tempo per riorganizzarsi e pensare a cosa fare DOPO, per riprendere in mano quella che ero PRIMA di diventare mamma.
Tempo per scrivere agli amici per fissare un incontro, tempo per vedere un film (magari!), tempo per l’intimità della coppia, tempo per i genitori, tempo per i suoceri, tempo per leggere (forse l’unico che continuo a ritagliarmi sempre).
Insomma, il tempo che rincorriamo tutti e ci sembra di non avere mai.
Dove si sbaglia?
Cos’è questo senso di colpa, questo desiderio di sprofondare sotto litri e litri di cioccolata calda con panna quando si sente che il tempo ci scappa e che piuttosto di iniziare a viverlo preferiamo non fare niente?
Forse l’illusione che gli ALTRI ce la facciano sempre ad avere tempo e ad essere efficienti. A non deludere sé stessi.
Quando Olivia piange nel passeggino ci capita di guardare con invidia altri neonati che dormono beati nelle loro carrozzine. Eppure a volte quel neonato è stata Olivia, e io ho sentito addosso gli sguardi invidiosi di altri genitori con bimbi piagnucolanti.
Se avessero saputo che dieci minuti prima ci trovavamo esattamente nella loro situazione.
È davvero tutta un questione di attimi e di punti di vista. Proprio come la vita sui social, che sembra sempre fantastica. Io stessa, a volte, pubblico foto in cui mi godo la splendida Barcellona e pare che la mia vita sia uno spettacolo continuo, quando magari poco prima mi ero svegliata imprecando per non aver dormito una cippa!
Forse se tutto non sembrasse così perfetto perfettissimo potrei imparare a non pretendere sempre, e a collocare semplicemente un mattoncino alla volta.
Ma sono cresciuta con le canzoni dei musical, che a forza di “Ce la farò”,” Vincerò”, mi hanno fatto credere che se costruisci giorno per giorno poi arrivi all’obiettivo, conquisti QUALCOSA di certo, di immobile, di meritato, di garantito.
Forse invece si dovrebbe pensare che i mattoncini vanno sì messi per alzare una torre che cresce giorno dopo giorno, ma…un giorno si avanza di un piano e il successivo magari anche di due. Poi però, il terzo giorno può succedere che ne crollino quattro, di piani, e si debba ripartire di nuovo da meno 4, pezzo dopo pezzo, minuto dopo minuto, ora dopo ora.
E se quel giorno i piani sono crollati, chissenefrega, ci si penserà domani a ricostruire.
Quando imparerò che oggi non è per sempre?
Intanto, oggi, ho risolto scrivendo questo articolo, non facendo tutte le cose che pensavo di dover trovare il tempo di fare, ma dedicandomi a qualcos’altro 🙂
CHI SONO
2 Commenti
Ciao Caterina, è proprio così. Con un neonato, guadagni un pezzo del cuore, perdendo pezzi di vita. Non ti curi, non hai tempo libero, hai sempre l’aria un po’ stordita dal sonno, non socializzi, non hai hobby da coltivare. I miei figli hanno 20 e 12 anni. Entrambi mi hanno impegnato tanto ma il secondo mi ha tolto anche il sorriso, tanto è stato difficile. Mi sono impegnata tantissimo perché aveva un carattere incredibilmente complicato. Ho desiderato recuperare la mia identità di persona; ho desiderato che gli anni passassero perché volevo ridiventare me, senza perdere lui di vista. E non mi sentivo in colpa per un semplice motivo: perché ritrovarmi e ritrovare i miei spazi ha fatto sì che fossi una madre serena. Ce l’ho fatta! Ogni tanto mi guardò indietro e mi dico che ho fatto bene, che era il percorso giusto.
Quindi sì, è faticoso, è estenuante e non c’ Da colpevolizzare un bel niente. Siamo donne, siamo fatte di tantissimi pezzi come un puzzle e non siamo complete se manca qualcosa! In bocca al lupo. Goditi i momenti belli, stringi i denti in quelli brutti e vai alla ricerca dei tuoi prossimi obiettivi personali!
Grazie Marilena! Che belle parole. Sí, in realtà per ora non è una bimba complicata menomale, già dai 3 mesi ho visto la differenza. peró appunto, poco a poco, senza perdere noi stesse di vista, come dici tu 🙂 Ti abbraccio!