I tipi di mobbing
Nel post precedente abbiamo parlato di mobbing e qui continuiamo il nostro discorso.
Avrete capito che quello che scrivo non è farina del mio sacco, ma cerco di riassumere contenuti di psicologia del lavoro. Ecco, qui voglio dare la mia motivazione: credo che ci siano contenuti che non debbano essere parte di un’educazione di base, visto che tutti lavoriamo o conosciamo qualcuno che lavora. Sono sicura che molti di voi abbiano conoscenze in merito; spero che questi articoletti siano interessanti per chi ne sa poco, voglia un’infarinatura o un ripasso.
Vi è una differenza di genere nel modo in cui gli esseri umani praticano il mobbing e anche una differenza nell’essere vittima.
Solitamente la donna vittima aumenta la sua attività e si comporta in maniera più nervosa mentre l’uomo preferisce la passività, nel senso che si limita sia nel suo lavoro sia nei rapporti personali.
Negli anni passati, leggendo manuali di psicologia del lavoro, sono rimasta stupita dalle differenze di genere del modo in cui si attua il mobbing. Con mio completo sbalordimento, mi sono resa conto che il mobber uomo preferisce azioni passive, come ignorare qualcuno, dargli sempre nuovi compiti. Insomma, cercare nuovi modi di metterlo sotto pressione in maniera nascosta.
La donna, invece, preferisce un mobbing di tipo attivo, come parlare dietro le spalle, prendere in giro qualcuno o far girare su di lui o lei. Questo è capitato a me. Devo dire che non è un’esperienza particolarmente gradevole ed è durata circa un anno. Poi, quando la tipa si è comportata ugualmente con un altro collega, hanno ricominciato a riconoscere che, forse, il problema era lei.
Vi sono varie tipologie di mobbing.
Il mobbing verticale, come dice la parola stessa, viene messo in atto da un superiore. Può essere perpetrato dal capo con l’aiuto di colleghi. Lo scopo in questo caso è escludere un lavoratore scomodo o sgradito. Un modo per mandarlo via dall’azienda senza licenziarlo direttamente; insomma, far sì che si licenzi.
In questo caso si tratta di una politica aziendale vera e propria, certamente niente di corretto ma comunque è qualcosa che esiste. Si chiama mobbing pianificato. Se si vuole approfondire questo concetto si può consulatre il testo di Begagio, pubblicato da Giappichelli nel 2000. L’autore divide questo tipo di mobbing in due sottocategorie: bossing e bullying. Il bossing è la vera e propria strategia aziendale che cerca di ridurre il personale, mentre il bullying ha un significato più ristretto, riferendosi alle azioni contro un singolo individuo per ragioni specifiche, come anche antipatia personale.
Quando si parla di bullying o bullismo, sappiamo che questo non viene esercitato solo a lavoro ma in situazioni diverse come nelle carceri e in caserma (il nonnismo).
Vi sono altri casi di mobbing verticale, come quello corporativo, in cui i datori di lavoro aumentano le ore di lavoro in maniera indiscriminata e rifiutano le ferie; questo succede nei paesi in cui il tasso di disoccupazione è maggiore.
Il mobbing orizzontale si verifica quando le azioni vessatorie sono messe in atto da colleghi.
Le motivazioni possono essere di vario tipo: tipo invidia, competizione. Insomma i soliti sospetti. Credo che forse questo sia un caso più semplice da trovare – intendo dire che magari più o meno tutti ci siamo trovati faccia a faccia con un caso simile.
L’uso congiunto dei due mobbing, orizzontale e verticale, viene denominato mobbing combinato.
Il mobbing si distingue anche in individuale o collettivo se la vittima è un unico individuo nel primo caso, e collettivo se tutta una classe di lavoratori viene colpita dalle azioni discriminatorie.
Spero che non vi siate trovate o trovati in queste condizioni. In ogni caso, la conoscenza è potere e magari riconoscere un fenomeno ci fa prendere le giuste precauzioni.
Chi sono
2 Commenti
Interessante, non so perché non si parla mai del mobbing fatto da un lavoratore al suo capo. L’ho vissuto in prima persona e l’ho visto praticare sotto gli occhi di tutti…sembra impossibile però fare la vittima funziona. Non voglio dare idee. Saluti
Cara Daniela
Mi dispiace moltissimo per la tua esperienza. Hai ragione il comportamento poco corretto può essere portato avanti da entrambi le parti. Un saluto, Barbara