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Trasferirsi in Germania: sentirsi un marziano o meno dipende solo da te

di Chiara Scanavino
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Trasferirsi in Germania:

sentirsi un marziano o meno dipende solo da te

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Piazza della Repubblica a Torino, il cuore del quartiere Porta Palazzo

Trasferirsi in Germania: perché sono partita

Era una fredda mattina d’inverno quando sono partita da Torino in direzione Malpensa.
Due mesi prima avevo finito la mia laurea specialistica in tedesco e per me era iniziato un periodo molto buio.
Da una parte infatti, dopo 9 mesi in Germania, la mia mentalità era completamente cambiata e non riuscivo più ad adattarmi all’Italia. Dall’altra, però, se anche cercavo qualcosa a Torino, tutto quello che trovavo erano lavori da 200 euro al mese.
Non valeva assolutamente la pena restare. E non avendo nulla da perdere, tanto valeva fare un salto nel vuoto trasferendosi in Germania. Così il 01.02.2014 parto definitivamente in direzione di Düsseldorf, città del mio soggiorno Erasmus.

Sentirsi un marziano a casa propria

Il bus parte dal Palazzo di Giustizia in Corso Inghilterra e attraversa la città.
Attraversiamo Corso Vinzaglio, arriviamo in Via Cernaia e finiamo a Porta Susa.
Nel frattempo, passa circa mezz’ora e raggiungiamo Porta Palazzo, con la sua celebre piazza del mercato. Era ancora tutto buio, ma si poteva vedere bene il trambusto dei vari mercanti che si preparavano a vendere.
C’era però un’altra cosa che si distingueva bene nel buio. Erano le scritte arabe e cinesi dei vari negozi di immigrati. In un quartiere abitato prevalentemente da immigrati, c’era da aspettarsi di trovare negozi dalle scritte esotiche. Ma era la quantità di scritte esotiche che in quel momento mi ha colpito.
Ero ancora a Torino, ma quel luogo mi era in gran parte sconosciuto. E io mi sentivo un marziano, esattamente come quei marocchini di Porta Palazzo quando si muovono al di fuori di quel quartiere.
Nell’aria c’era un senso di non appartenenza che non avevo mai provato e che mi ha accompagnata per tutta la prima parte del viaggio.

Come ho vissuto il trasferimento in Germania

Non appena arrivata a Düsseldorf, sarei stata esattamente come gli stranieri di Porta Palazzo.
Mi trovavo infatti a stare in un quartiere paragonabile a Porta Palazzo. Ovunque c’erano stranieri, soprattutto turchi, che avevano i loro negozi con le scritte in turco.
Ero completamente da sola: non avevo né amici né parenti né conoscenti che mi avrebbero aiutata. C’erano solo delle persone che avevo conosciuto durante il mio soggiorno Erasmus a Düsseldorf, ma in gran parte avevano già finito gli studi e non erano più in città. E io sono passata dall’oggi al domani dal non avere nulla da fare allo star fuori casa 10 ore al giorno per lavoro.
Dopo così tante ore non hai né tempo né voglia di fare altro. L’unica cosa che puoi e vuoi fare è quella di buttarti stanco morto sul letto, che dopo un po’ di mesi ti sembrerà una cuccia perché non puoi permetterti altro che un piccolo monolocale. Non è stato facile, né a livello organizzativo, né a livello psicologico, ma sapevo che questa esperienza mi avrebbe rafforzata.

Sentirsi un marziano o meno dipende solamente da te

A questo punto c’erano due strade. O continuavo a piangermi addosso e a sentirmi un marziano, oppure, nonostante tutto, cercavo di trovare il tempo per migliorare il mio tedesco (nonostante la mia laurea, quando sono arrivata in Germania ho dovuto adattarmi soprattutto al linguaggio colloquiale dei miei capi e colleghi) e di fare di tutto per inserirmi al meglio.
Anche se ci sono stati momenti di sconforto. Anche se ho avuto delle sconfitte. Era una strada impegnativa, ma che avrebbe portato con sé delle grandi soddisfazioni.
Sapevo infatti che staccarmi da quanto avevo imparato all’università e imparare un tedesco più autentico e colloquiale mi avrebbe permesso di arrivare ovunque. Potevo farmi rispettare di più in azienda, facendo carriera e ottenendo più responsabilità. Potevo cambiare completamente lavoro e fare qualcosa più in linea con i miei studi. Potevo anche staccarmi dal branco dei miei colleghi e trovarmi finalmente delle amicizie tedesche.
E se avessi voluto, avrei potuto anche tornare a Torino e far valere la mia esperienza in Germania.
Tutto questo per me non aveva prezzo. Per questo ho deciso di seguire questa seconda strada.

SEI SOLO TU che decidi se continuare a sentirti un marziano o meno.

E tu? Cosa hai deciso di fare?

bonn

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2 Commenti

Chiara- Parigi 27/04/2021 - 17:58

Pienamente d’accordo con il tuo pensiero, Chiara! E complimenti davvero per il tuo percorso notevole e il tuo coraggio!

Chiara – Parigi

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Chiara Scanavino 27/04/2021 - 19:00

Si, effettivamente ci vuole coraggio! Grazie mille, Chiara

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