Tutte le volte (o quasi) che mi è stato proposto un lavoro in Francia, avevo avuto a che fare (attraverso vie più o meno traverse) con il datore di lavoro in questione.
Ma questo non significa che non si possa trovare un’occupazione se non si hanno le conoscenze giuste. Tutt’altro. Semplicemente, è proprio qui in Francia che ho appreso quanto sia importante fare networking. Questa però è un’altra storia.
Oggi vi parlerò del dossier de candidature, o meglio, di come prepararne uno d’impatto. Il dossier è composto dal CV, da una lettera di presentazione, e da eventuali altri documenti di supporto (portfolio, lettere di referenza).
Prima di tutto, bisogna avere un CV fatto come si deve.
Dimenticate il CV europeo, qui si predilige un curriculum breve, creativo: le informazioni sul vostro percorso educativo e professionale dovrebbero poter essere riassunte in una pagina, al massimo due.
Citate anche i vostri interessi personali, i cosiddetti centres d’intérêt. Qui in Francia far sapere al direttore delle risorse umane che siete appassionati di cucina indiana anziché di quotazioni in borsa, potrebbe fare la differenza.
Mi raccomando, occhio agli errori di battitura o di grammatica. Se non si dimostra di padroneggiare la lingua francese, il rischio è quello di essere scartati alla prima tornata.
Un altro elemento a cui prestare attenzione è quello dei periodi di inattività, che purtroppo accomunano un po’ tutta la nostra generazione. Preparatevi a spiegare come avete occupato il vostro tempo tra un lavoro e l’altro.
Un consiglio che mi sento di darvi, se come me anche voi avete un’esperienza professionale discontinua, è quello di suddividere le esperienze lavorative per macroaree. Altrimenti, il rischio è quello di apparire inaffidabili.
I francesi non sono perfettamente consapevoli (anzi, forse ne sanno ben poco) di quella che in Italia è più o meno la prassi: contratti brevi, collaborazioni, stage che si susseguono senza soluzione di continuità. Questo, perlomeno, è il percorso standard della maggior parte di coloro che lavorano nel settore della comunicazione.
Seppur recentemente il lavoro sia diventato più precario anche qui in Francia, in via generale lo stage (oltre a dover essere retribuito per legge) è l’anticamera dell’assunzione come dipendente. In sostanza, stilate una serie di defensive points per non farvi trovare impreparati in sede di colloquio. Le attività di volontariato sono molto ben viste (bénévolat), e se siete sbarcati da poco, vi permettono anche di fare conoscenze e migliorare la lingua.
Ma veniamo alla lettera di motivazione (lettre de motivation), fondamentale qui in Francia, e che va chiaramente adattata secondo la posizione per la quale ci si candida e l’azienda per la quale si vorrebbe lavorare.
Non voglio ripetermi, ma il succo è più o meno lo stesso: no errori, no banalità, no medesime informazioni che si possono trovare già sul CV. La lettera deve aggiungere qualche elemento in più.
Cercate di reperire più informazioni possibili sull’azienda dove vi piacerebbe lavorare. Dovrete dimostrare che le vostre competenze sono perfettamente in linea con le loro esigenze.
Vi consiglio di non lesinare sulle formule di politesse: i francesi ci tengono molto. Si tratta di una maniera di fare forse un po’ barocca, soprattutto per noi italiani, che di lettere di motivazione forse non ne abbiamo inviate poi tante.
Ma per sopravvivere dobbiamo lavorare.
E per lavorare, dobbiamo adattarci alle logiche del paese dove abbiam deciso di disfare i nostri bagagli.
Ultima dritta spassionata. A meno che le vostre competenze non siano estremamente specifiche, non perdete tempo a inviare curricula dall’Italia. La tendenza sarà sempre la stessa: verranno privilegiati i candidati già sul posto.
Se avete qualche soldo da parte, scegliete una meta e partite.
Trovare lavoro sarà molto più semplice.