Un tranquillo giardino giapponese
Ti sei mai sentita come una prigioniera chiusa in una cella buia e stretta?
Oppure ti sei mai sentita frustrata in quanto bloccata in una situazione che ti limita e sono sai come liberarti?
Oppure ti sei sforzata a trovare una soluzione e nuove idee per sorpassare quella situazione ma purtroppo ti rendi conto che hai perso il controllo della tua vita e della tua libertà?
Nel 2015, mi sentivo in quel modo quasi ogni giorno.
Ero diventata prigioniera del mio stato mentale. Le emozioni negative – rabbia, risentimento, frustrazione e malumore – avevano preso il sopravvento sulla mia vita.
Quelle emozioni erano nutrite ogni giorno da una situazione ben particolare: mi ero trasferita dal Canada negli Stati Uniti.
Avevo lasciato una vita professionale e personale significativa e soddisfacente a Montreal. Ero una donna dinamica con una carriera impegnativa, una rete influente ed amici straordinari. Ero veramente grata per quella vita perché mi dava la libertà di fare ciò che volevo.
In Canada, avevo la libertà di movimento. Avevo la libertà di scelta. Avevo il controllo della mia vita.
Il 28 giugno 2015, mi sono imbarcata su un aereo – direzione Los Angeles. Quel volo ha simboleggiato per me il passaggio dalla libertà alla carcerazione.
Atterrando a Los Angeles, ho immediatamente perso il diritto di lavorare e di conseguenza la mia indipendenza finanziaria. Ero a migliaia di chilometri da casa in un paese con una cultura diversa e dove si parlava un’altra lingua. In poche ore di volo, ho perso la mia quotidianità. Avevo perso la possibilità di approfittare delle piccole cose, come la possibilità di incontrare i miei amici per un caffè.
Avevo perso soprattutto la ragione d’essere: non conoscevo più il motivo per il quale mi svegliavo ogni mattina.
Avevo perso il controllo della mia vita.
All’inizio, ho cercato di non concentrarmi su questi aspetti. Ma i giorni passavano. Le settimane passavano. I mesi passavano. Con il passare del tempo, sono diventata sempre più frustrata, arrabbiata e triste. Ero in un circolo vizioso negativo dove quelle emozioni negative controllavano la mia mente e il mio pensiero.
Dopo diversi mesi, ho realizzato realmente l’impatto di questa mia negatività sulla mia vita.
Non ero più interessata a rimanere in quello stato mentale. Non più. Avevo bisogno di un grande cambiamento. Così, ho iniziato a lavorare su me stessa. Ho applicato su me stessa le conoscenze acquisite durante la mia formazione di coaching.
Durante una sessione di coaching con una mia collega, ho descritto per l’ennesima volta la metafora della prigione. In quel preciso momento, ero convinta di non essere in grado di cambiare le circostanze in cui mi trovavo.
Ma poi è successo qualcosa: ho cambiato il mio modo di pensare e di vedere le cose. Mi sono resa conto che solo il mio corpo era in prigione e che la mia mente e la mia anima non potevano essere controllate da nessuno. Erano sempre state libere, sin dall’inizio. Anche se ero fisicamente in prigione, nessuno mi poteva imporre delle restrizione sull’utilizzo delle mie capacità ed abilità.
Le leggi e i regolamenti americani potevano limitare il mio movimento fisico, la possibilità di lavorare negli Stati Uniti ma non potevano limitare la mia creatività, la mia motivazione e la mia ambizione.
Diventare pienamente consapevole e cosciente di questa differenza è stato fondamentale per me.
Sono riuscita a dare una nuova chiave di lettura alla mia esperienza americana. Con questa nuova interpretazione, ho smesso di concentrarmi su ciò che mi mancava e ho iniziato a concentrarmi sulle innumerevoli possibilità che si presentavano davanti a me.
Grazie a questo cambio di prospettiva, mi si è aperto un nuovo mondo di opportunità.
Grazie a questo cambiamento, ho deciso di creare la mia propria impresa per aiutare le donne italiane a creare la loro Carriera Portatile, di creare una borsa di imprenditoria femminile nominata “Lei Inc.” oltre ad iniziare delle collaborazioni con diversi organismi italiani.
Queste decisioni hanno portato in modo inaspettato ad una mia crescita personale oltre a quella professionale. L’aspetto essenziale è stato quello di riacquistare il controllo totale della mia vita.
Ho realizzato che non dovevo accettare o soccombere a nessuna situazione, persona o entità.
Se ti senti una prigioniera nella tua vita privata, nella tua carriera o in qualsiasi altro settore della tua vita, ti suggerisco di concentrarti sulle tue opportunità piuttosto che su quello che non hai.
Posso assicurarti che la tua vita si trasformerà immediatamente da una cella stretta e buia in un meraviglioso giardino giapponese verde e tranquillo dove tutto è possibile.
Chi sono
2 Commenti
Ciao Sara, sono un’infermiera italiana che vive a Dublino da ormai 4 anni, ma il mio desiderio più grande è quello di trasferirmi in Canada col mio compagno. Avrei un paio di domande da fare, è possibile contattarti in privato? Grazie e un abbraccio!
Ciao Marta, mandami un messaggio privato. Nessun problema. Un abbraccio. Sara