Una donna allo specchio
La donna è finalmente libera!
Ora sì che siamo alla pari,:ci vestiamo come ci pare, ci trucchiamo come ci pare e possiamo lavorare in ambiti che prima non ci spettavano.
Sì, ora finalmente possiamo decidere chi e come essere anche se, in realtà, i parametri con i quali le donne si analizzano e modellano sono quelli che gli hanno suggerito gli uomini durante i tantissimi anni di sottomissione.
La cosa che mi invita a pensarci sono i commenti delle stesse donne su altre donne che appartengono a culture diverse e che per cultura, credo religioso, scelta, e ripeto scelta, decidono di abbigliarsi diversamente.
Le nostre donne occidentali, all’avanguardia e alla pari con il genere maschile, si scandalizzano o provano pietà per quelle donnette che sono costrette da uomini padroni e superiori ad indossare scafandri, prigioni del corpo e della mente, “che tristezza”, si dicono. “Ma come si può accettare una tale sottomissione, siamo nel 2019, e ancora si va in giro con queste coperte??”.
Care signore, la verità è che – se in certi casi quelle donne che vi fanno tanta pena, meritandosi le vostre critiche, fossero davvero vittime di qualche uomo ignorante e sprovveduto, – noi lo siamo ogni giorno, inconsapevolmente e ogni volta che, per sentirci apprezzate, mostriamo il nostro corpo.
Oppure scendiamo a compromessi per lavorare nel mondo degli uomini, oppure quando decidiamo di fare le stupide in televisione per apparire almeno quei 5 minuti.
Signore, la verità è che fin quando vivremo per compiacere gli uomini saremo sempre e solo vittime di questo meccanismo che va avanti da secoli.
Accendete la televisione, lasciate scorrere per qualche minuto un qualsiasi canale italiano: vedrete che per vendere una macchina appare una signorina di massimo 20 anni che, non tanto vestita, la sta guidando. Oppure in uno dei tanti quiz del pomeriggio italiano, dove appaiono gruppi di ragazze che ballano e cantano con vestiti minimal, dal fisico perfetto, che non hanno assolutamente uso della parola perché tanto non e’ necessario…potrei citarne altri di casi imbarazzanti, ma sono sicura che li conoscete meglio di me!
Da adolescente cercavo in tutti i modi di plasmarmi al modello del periodo, ci stavo male, mi odiavo e mi incazzavo, ma proprio non riuscivo a canonizzarmi.
Il sabato sera era davvero difficile: andare a ballare era una missione, ci si preparava almeno 3 ore prima, una cosa estenuante e, alla fine, comunque non mi sentivo all’altezza.
La responsabilità di cercare di somigliare a qualche bellissima del momento era frustrante e si perdeva in partenza.
Poi, grazie a Dio, sono andata lontano e ho capito che volevo essere libera davvero, libera di vestirmi come volevo, di comprare quei fiori enormi da mettere nei capelli, che il trucco era una maschera momentanea e rappresentava il sentimento di quella sera, che non avevo bisogno di scarpe con il tacco e maglietta aderente per essere notata e sentirmi femminile, bastava che IO mi sentissi femminile, ed il mondo intero lo avrebbe percepito insieme a me.
Signore, ricordiamo al mondo intero che noi siamo Donne, siamo sorelle, siamo nate dalla stessa parte di celo!
Noi NON abbiamo bisogno di compiacere per piacerci, noi possiamo amare e comunque essere libere, noi possiamo dare la vita e vivere tante vite in una, a noi non serve dare ragione agli uomini per essere ascoltate, vi garantisco, che quando noi tutte, INSIEME, cammineremo tenendoci per mano e non facendoci sgambetti, potremmo dirci veramente libere.
Ricordo quando Trump vinse le elezioni, d’impulso, scrissi un post su facebook, dicendo” donne non avete capito niente??ma perché non riuscite mai a fare squadra e dovete sempre seguire un uomo??” Il cambiamento lo possiamo innescare solo noi, cominciando con il criticare meno le donne che non ci somigliano e a fare più squadra, come quelle ragazze che hanno aiutato una di loro a coprirsi, per riaggiustare il velo durante una partita di calcio…
Chi sono