Una vita. Tante Me.
Cambiare è il fondamento della legge dell’evoluzione per Darwin, ed io ho fatto del cambiamento uno stile di vita.
Per quanto discutibile e difficile possa essere, credo che questo sia l’unico modo che possa in qualche modo darci la possibilità di vivere tante vite in una, evitando di fare gli attori di professione.
Quando mi sono finalmente liberata della zavorra che mi portavo addosso in Italia, quella del giudizio altrui come unico mezzo di valutazione, e ho spianato le mie ali per la libertà, ho cominciato a scegliere di volta in volta, di capitolo in capitolo, di porta in porta chi volevo essere e per quanto tempo.
Appena atterrata a Londra decisi, senza nessuna esitazione, di essere Giulietta e di vivere esclusivamente in funzione dell’amore del mio Romeo.
Non mi concedevo nessuna variazione, io ero perché c’era lui, nessuno poteva farmi cambiare idea e nessuno poteva distogliere il mio sguardo.
E come quella di Romeo and Juliet, anche la mia si è rivelata una tragedia. Nessuno è morto per davvero ma quelle due persone che sono cresciute insieme sì – non esistono più da tanto tempo. Credo però che chi le abbia vissute da vicino le ricorderà sempre: non passavano inosservate, erano l’essenza di tutto quello che un amore giovane e complicato può contenere. Peccato che, se Giulietta la parte la viveva in toto, Romeo era Romeo solo part-time e G, ad un certo punto, ha dovuto fare i conti con la realtà.
Chiusa quella porta e abbandonate le vesti della dannata per amore, ho deciso di vestirmi con quelle da new ager, hippy, spiritual e confidente di tante anime.
Tutte problematiche che in qualche modo mi somigliavano e, nel curare loro, un po’ mi prendevo anche cura di me. Ho tantissimi ricordi di quegli anni, tante esperienze strane e diverse che, a volte, mi lasciavano lucidamente capire chi e che cosa non avrei mai voluto essere; ma anche tante risate, pianti e cambi di ruolo.
Fluttuavo tra una vita ed un altra senza percepire la necessità di definirmi, ero tutte e nessuna, e chiunque mi incontrava in quel periodo avrebbe descrtitto una persona diversa, forse mi avrebbe chiamata con nomi diversi.
La mia vita poi ha preso una direzione inaspettata: cambio di ruolo, destinazione, persone e sogni ad Edimburgo.
Sono rinata a nuova vita per la terza volta.
Le mie metamorfosi sono diventate una parte essenziale del mio percorso e mi hanno insegnato a guardare il mondo che mi circonda attraverso lenti multicolore e multiformi.
E ora?
Ora sono in una fase del viaggio dove sto seduta alla finestra di un treno a guardare i paesaggi rincorrersi uno dietro l’altro, senza avere nessuna voglia di scendere.
Desidero rimanere lì aspettando che arrivi il controllore a chiedermi il biglietto, per avere la possibilità di rinascere ancora, di vestire occhi e parole diverse, di esprimere il mio mondo con una lingua nuova, completamente staccata da tutto quello cha ha rappresentato il mio prima.
C’è un momento per tutto e ora è il mio momento di stare seduta e aspettare.
Qualsiasi stazione potrebbe aprirmi a una nuova vita, ma la posta in ballo è alta: ora c’è anche il viaggio di mio figlio, ed è giusto che sia anche lui a scegliere la prossima destinazione. Intanto guardo il paesaggio facendo riposare le gambe, per il prossimo salto.
Chi sono