Parte 1: INTRODUZIONE
Eccomi ritornata a scrivere. Dove ci eravamo lasciati? Ah si, era il 2016 ed ero a Duottar. Sono passati den 8 anni da quell’esperienza e nel frattempo ho trascorso principalmente le estati in Italia, la mia terra natìa. Sono stata in giro per il centro e il sud del Paese, che conoscevo poco. Terre bellissime, ricche di cultura, angoli pieni di vita! Ho dedicato solamente una o due settimane per estate da spendere al nord, portandoci amici per far conoscere loro le bellezze di questa natura incontaminata.
Ma il richiamo di questi luoghi si é fatto sentire, soprattutto durante le settimane trascorse con amici condividendo fatiche di ore di cammino e gioie di bontá culianarie, accompagnate da paesaggi mozzafiato tra le montagne e da tramonti rosso fuoco.
Dall’estate scorsa sono ritornata a passare una parte delle mie vacanze nella terra dei nativi, i Sami. Sono stata a Staddajåhkå, al confine con la Norvegia, in una parte del sentiero poco attraversata. Quest’anno invece dal 20 luglio saró a Duottar, situata sul punto piú alto del sentiero del Padjelanta, in Lapponia, il piú grande parco nazionale con un’estensione di ben 9400 kmq. Una terra poco calpestata dal piede dell’uomo, qui é la natura a fare da padrona. In questa parte di tundra artica gli alberi non riescono a crescere diritti e a diventare alti; la vegetazione é fatta solamente di arbusti bassi e lascia intravedere in distanza qualsiasi persona o animale si avvicini.
Parte 2: I PREPARATIVI PRIMA DELLA PARTENZA
Domenica 14 luglio
Sono arrivata a Boden in auto, quasi 1000 chilometri da casa. Boden é una piccola cittadina del nord che conta solamente 28.000 abitanti su un’area di 4300 chilometri quadri. Per fare un piccolo confronto, Chioggia conta quasi 50.000 abitanti su un territorio di 188 chilometri quadri. Boden é uno dei comuni della Svezia piú estesi
Oltre ai prodotti che mi sono portata dall’Italia, qui faró provviste per le tre settimane e dovró preparare tutto il necessario per il soggiorno, vestiti, cibi, medicinali e caricare tutto in macchina. Tutto quello che dimentico diventa irraggiungibile. L’ultimo negozio per acquisti é a Jokkmokk, cioé ad un’ora e mezza di distanza dall’elicottero.
Tutto deve essere trasportato in elicottero e posso avere solamente fino ad un certo peso. Da Kvikkjokk non ci sono strade per arrivare a Duottar, ma solo piccoli sentieri da poter fare a piedi. Mi rimangono 5 giorni e 350 chilometri, poi si vola!
Quest’anno parto da sola. Mia figlia arriverá passando nel selvaggio Sarek, una altro parco nazionale della Lapponia, di 1970 kmq. Arriverá a Duottar attraverso l’ ”otillgänglighetspunkt”, cioé il punto piú remoto in Svezia dalla civilizzazione. Il parco offre una natura di montagna drammatica, bella ma tutt’altro che innocua.
Parte 3: IL DIARIO
20 luglio
Sono atterrata alle 15.40 e l’elicottero si è sbrigato ad allontanarsi, aveva ben altri 5 voli in programma e il tempo non è promettente. C’è un forte sole e un vento ancora più forte che rende difficile proteggersi dalle scottature. Ho dovuto trasportare tutto dentro casa e iniziare ad aprire tutti i pacchi. Il paesaggio però merita il mio tempo per cui di tanto in tanto mi fermo a guardarmi attorno. Riconosco i posti e le vette di alcune montagne, vedo il monte che voglio esplorare. Questi posti sono così incantati, come presi da un libro di favole. Finisco tardi ma mi fermo per mangiare, poi riesco persino a collegarmi al satellite per cui mando le prime foto e faccio la prima telefonata. Incedibile! Dopo ben 14 anni senza alcun contatto in queste terre desolate, i Sami hanno procurato un collegamento per noi che restiamo nel periodo turistico. Qui il telefono non funziona, nessuna linea. Come sono felice di essere a Duottar!
21 luglio
Questa notte si è alzato il vento e si sente che il tempo sta per cambiare. Ho uno-due giorni di sole, poi martedì dovrebbe iniziare a piovere. Esco in perlustrazione prima dei due giorni di pioggia. Al mattino presto le renne passano a salutarmi, stanno scendendo dalle montagne per il maltempo che si avvicina. Non amano il caldo e nemmeno le persone, per cui si tengono alla larga, ma qui intorno ci sono molti funghi che possono mangiare e per questo si avvicinano alle casette. Nell’accampamento vivono anche delle lepri e sotto sera escono dalle tane. Sono così ridicole con queste gambe lunghissime e bianche. Sono stata anche alla spiaggiata dove c’è la casetta con la sauna. Tutto è rimasto intatto dal lontano 2016. Una meraviglia. Sono ritornata passando dal passaggio tra i due laghi e ho incontrato una famiglia di Ripa, una quaglierai tipica di queste parti. Si sono allarmate perché devo essermi avvicinata troppo al nido.
Il vento non demorde, devo usare dei vestiti per non raffreddarmi. Questa è l’estate qui al nord, imprevedibile!
22 luglio
La giornata inizia con la visita di una famiglia di leprotti che giocano sotto le finestre. Sembrano tre piccoli e un adulto. Questi animali di solito non si fanno vedere e durante l’inveno cambiano il manto e diventano completamente bianchi. Sono rari da vedre a queste altitudini. Ieri passeggiando fuori dal sentiero, mi sono avvicinata a degli uccelli tipici del posto chiamati fjällripa che mi hanno fatto sapere di non apprezzare la mia intrusione. Ora so dov’è il nido ed eviterò di avvicinarmi.
La direzione del vento è cambiata ora spira verso ovest, verso Staloluokta, situata sul lago Virihaure. I passanti da Staloluokta camminano controvento ma senna zanzare. La temperatura si è abbassata di 5 gradi, si avvicina un periodo freddo. Oggi sono arrivati i primi due amici che aspettavo. Le prossime giornate le dedicheremo ad esplorare ulteriormente i dintorni e a pescare.
23 luglio
La presenza di amici nel posto rende le giornate più intense e meno solitarie. La pesca ha dato i suoi frutti e per cena abbiamo mangiato il salmerino, un pesce della famiglia dei salmoni ma più piccolo. Pescare non è facile per chi non sa leggere le acque del lago come me, ma i pescatori del posto sono capaci di tirare fuori da queste acque fredde anche pesci di 2 chili. Il tempo non è dei migliori e nel pomeriggio piove nuovamente forte. La sera ci regala invece un tramonto d’incanto giallo oro.
24 luglio
Sin dal mattino l’accampamento è avvolto in una fitta nebbia, e le montagne dei dintorni non si vedono, nemmeno le più vicine, come il “panettone”, monte da me così soprannominato per la sua forma. Anche le casette dell’accampamento sono poco visibili. Mi dedico all’attività di fare il pane locale, chiamato gakku o glödkaka, indispensabile per non mangiare solamente pane duro, il kneckebröd svedese. Ha un sapore dolciastro, ma aggiungendo un bel po’ di sale si può minimizzare il sapore dolce che viene dalla melassa, ingrediente usato nell’impasto per aiutare la lievitazione durante la cottura sul fornello. Qui il forno non c’è.
25 luglio
Giornata importante, oggi mia figlia inizia la sua avventura tra le montagne nel Sarek. Questo viaggio comporta dei rischi e mi rende un po’ poco serena anche se so bene che ha esperienza e non correrà rischi.
I miei amici ripartono al mattino presto per Tarraluoppal sotto una forte pioggia. Un chilometro dopo Tarraluoppal finisce il parco nazionale del Padjelanta e l’elicottero può atterrare per portarli a Kvikkjokk. All’interno dell’area del parco, non è consentito l’atterraggio per attività turistiche ma solamente per i Sami che in queste terre pascolano le loro renne, quindi per il loro lavoro.
26 luglio
Giornata movimentata sicuramente a causa del brutto tempo. molti turisti svedesi e stranieri sono di passaggio. Vengono dalla Germania, dei pescatori dalla Finlandia, un giovane ragazzo dall’India, dei ventenni dal Belgio e dalla Francia e niente meno che due italiani, Sara e Claudio, originari di Monza. È bello incontrare connazionali a queste latitudini! Insomma un giorno da non dimenticare! Anche sotto sera piove ma domani dovrebbe essere un giorno senza pioggia. Lo spero!
27 luglio
Le giornate di pioggia continuano, per fortuna non piove tutto il giorno. Purtroppo anche le temperature non superano i 13 gradi e tira un vento pungente. Da quest’anno ho un collegamento internet che non mi fa sentire più completamente isolata, ma serve soprattutto a guardare le previsioni del tempo e ahimè la risposta non sempre mi piace. Sembra solo peggiorare. Ho fatto delle brevi uscite anche sotto la pioggia, sono arrivata alle cascate per andare al lago 907. Non tutti i laghi hanno un nome e vengono indicati con dei numeri. Mi dedico anche a scoprire la flora locale o meglio, riconosco i fiori ma finalmente sto imparando anche a chiamarli con il loro nome.
1 agosto
E così è passata la metà del periodo a Duottar, nel parco nazionale del Padjelanta. Ora inizia il conto alla rovescia.
Devo fare le ultime escursioni che mi ero prefissata, come visitare i resti di una casa di pietra che mia figlia ha trovato andando in passeggiata nella prima vetta del monte Jungatjocka, da me soprannominato “il panettone”per la sua forma piatta. I resti sono difficili da ritrovare, viste le grandi distese verdi e per questo mi voglio fare accompagnare prima che riparta per il suo rientro a piedi.
Il sole, questo magnifico corpo celeste, si è fatto rivedere anche se in modo timido durante il giorno offrendoci dei panorami colorati di giallo oro e di rosso fuoco al tramonto che è tra le 22 e le 22.45. Se si sale nelle diverse cime dei monti dei dintorni si può ammirare lo spettacolo offerto dalla natura. Si può vedere fino al Virihaure, il grandissimo lago di Staloluokta, il centro principale delle residenze estive dei Sami tra le montagne.
4 agosto, meno 6 alla partenza
Strana giornata. Gli animali della montagna si avvicinano alla casetta dove abito; una famiglia di renne si è addirittura abituata a fare delle passeggiate tra le case con grande gioia dei turisti che si fermano per la notte. Sembrano non avere paura dell’essere umano. Dei 5 leprotti che vivevano qui ne è rimasto uno solo. Chissà se gli altri si sono trasferiti in un luogo meno frequentato o se sono uccisi dai rapaci della zona. Va a spasso qui nascondendosi sotto le capanne ed è riuscito a spaventare una renna che gli si è avvicinata per sbaglio.
Le temperature sono miti, di giorno arrivano ai 20 mentre la notte scendono a 12 gradi. Domani riparte uno della famiglia e anche per questo anno, l’esperienza di passare delle settimane nel parco nazionale, si sta concludendo.
8 agosto – meno due alla partenza
Secondo le previsioni il brutto tempo sarebbe arrivato nel tardo pomeriggio di giovedì, ahimè non si è fatto aspettare, è arrivato in anticipo già alle prime ore del mattino.
Tira un forte vento e il cielo è tutto grigio. Anche così la zona è bellissima. Le nuvole nel cielo formano dei quadri meravigliosi pieni di sfumature di colore bianco, grigio, rosa e tutti gli azzurri che esistano. Mi chiedo se rivedrò mai più queste zone, i contorni di queste montagne, i laghi con i loro colori, gli animali che ci vivono, le renne. Chissà se sceglierò nuovamente di spendere del tempo a queste altitudini. Forse è ora di vedere il resto delle bellezze del mondo. Troverò sicuramente altri paesaggi che mi incanteranno.
Il vento tira da sud-ovest e le nuvole si scontrano con le alte montagne del Sarek e del monte Jungatjohkka. Il vento è così forte che fatico ad aprire la porta di casa per uscire. Chi viene da Staloluokta ha invece il vento in poppa.
Domani dovrebbe piovere tutto il giorno, ma spero che gli dei mi risparmino da una pioggia torrenziale in questi ultimi giorni. Il cielo sopra il Sarek si è schiarito e questo mi fa sperare che non sia troppo freddo o che piova.
Le renne sono scese dalle montagne, loro amano il freddo. Da qualche giorno vedo in accampamento, anche un piccolo leprotto. Si fa vedere nei dintorni e si nasconde sotto le capanne. Ho messo del pane in alcuni posto strategici e ha funzionato, riesco a vedere dove vive, ma mi rendo conto che non riuscirà a sopravvivere alle difficoltà della stagione che sta arrivando, è troppo piccolo, è solo e gli uccelli cercano di mangiarselo. È la legge della natura, la legge del più forte!
Tra i turisti di passaggio ci sono tantissimi tedeschi, alcuni svedesi e due cecoslovacchi. Nel sentiero si è sparsa la voce che faccio il pane e tanti si fermano solo per questo.
Sono le 23. Oggi mi rendo conto che l’estate sta finendo, il sole scende dietro l’orizzonte e inizia a fare un po’ buio di notte.
9 agosto
La natura mi ha regalato una giornata di sole meraviglioso, con un cielo azzurro limpido. Ho passato la mia ultima giornata andando a salutare i posti che più amo e che non so se rivedrò mai più; la spiaggetta di sabbia davanti alla sauna, il punto in cui il lago Duottarjauvre sfocia nel Tsiekkimjavrre, la collina panoramica che guarda a Staloluokta, il punto in cui si guada il fiume per seguire il sentiero.
Sotto sera invece il vento ha ripreso a battere queste terre.
Domani si parte, si torna alla vita quotidiana.
10 agosto
Oggi si ritorna alla vita “normale”.
Mi sveglio prestissimo e vedo che il tempo non promette niente di buono. Tira un vento forte e penso alla possibilitá che forse l’elicottero non potrá atterrare.
Resteró qui fino a quando potrá venire a prendermi? Non mi impanico, lascio che la giornata scorri. Il pensiero va a mia figlia che mi aspetta all’elicottero. Beh, se vede che fa brutto tempo andrá a chiedere all’ufficio e nel caso andrá a dormire alla casa turistica di Kvikkjokk. Mentalmente ho risolto la questione e continuo la giornata. Nonostante il brutto tempo ci sono molti turisti di giro, siamo in alta stagione qui tra le montagne. Mi ritrovo tutta la mattinata molto indaffarata nell’impacchettare le ultime cose, nel prepararmi psicologicamente al rientro e nel parlare con i turisti, che mi chiedono delle previsioni del tempo! No comment!
Ore 16,10 sento il rumore dell’elicottero! Sta arrivando. Evvivaaaa!
Tutto come programmato, non c’é brutto tempo che tenga, i piloti sono incredibilmente bravi e incredibilmente giovani!
Ore 17.15 finisco la consegna per la collega che é arrivata e partiamoooooo!!!
Il viaggio di ritorno si presenta alquanto burrascoso, piove sempre piú forte quanto piú scendiamo di quota. Il pilota fa una strada che non conosco e io mi preoccupo un po’. Gli chiedo di spiegarmi dove mi stia portando e mi informa che non puó volare alto e che seguirá i corsi d’acqua per problemi di visibilitá poiché teme di trovare muri di nebbia (come in Val Padana!) che metterebbero a rischio le nostre vite. Mi racconta che tra Staloluokta e Staddajåkkå alle ore 14 tirava un vento fino ai 60 km orari, mentre Duottar anche se é la stazione piú alta del sentiero, (940 m) é protetta dalle cime montuose che la circondano. Questo il motivo per cui nonostante tutto é riuscito a venirmi a prendere.
Ringrazio il “Panettone” per la protezione!
Il volo piú lungo che io abbia mai fatto in elicottero! Bellissimo. All’atterraggio intravedo la macchina parcheggiata al peso bagagli e mi tranquillizzo. Ancora pochi minuti e la riabbracceró e le chiederó di raccontarmi della sua esperienza nel selvaggio Sarek.
E anche per quest’anno la nostra vacanza nella terra dei Sami é finta.
Ora dovró aspettare l’arrivo del 2025.
Intanto ci avviamo insieme verso Boden raccontandoci le avventure che abbiamo vissuto negli ultimi giorni.