Eccoci giunti alle nostre agognate vacanze italiane!
Agognate perché ormai rientriamo nel nostro paese poco, troppo poco.
Ma, tra impegni di lavoro e scolastici dei ragazzi, che sono tre, e io che non mi muovo tanto agevolmente con loro da sola… insomma, alla fine l’estate risulta essere l’unico vero momento in cui ci dedichiamo al nostro paese, l’Italia, e alla nostra città, Roma.
Cosa prova un expat al suo rientro nel paese d’origine è qualcosa di difficile da spiegare, anche alle “addette ai lavori”: è un misto tra gioia e dolore, tra piacere e dispiacere, intriso di ricordi che sembrano lontani anni luce ma che in realtà non sono così distanti, di odori e sapori differenti, e anche i colori e le luci sembrano diverse rispetto alla nostra nuova vita nel posto dove ormai risiediamo.
Nella mia breve escursione vacanziera mi beo di tutto ciò, anche delle cose negative perché, diciamoci la verità: ormai anche quelle sembrano una chimera pur restando emozioni.
Persino il mio vecchio dialetto romano mi sembra tanto diverso e mi fa sorridere moltissimo nell’ascoltarlo. Con orecchio attento non mi sembra più così “greve”, come lo consideravo una volta, bensì di una sonorità quasi estasiante e sicuramente divertente 😉
Per non parlare dei cibi: una continua sorpresa per il palato.
Il mio piccolo Leo che si ostina a chiedere un Gipfel invece che una brioche, o meglio ancora un cornetto romano al bar di turno, è cosa ormai assodata e “geneticamente non modificabile”.
Dunque, da expat quale ora mi trovo ad essere, mi godo tutte queste emozioni che rimbombano nel mio cuore e nella mia testa.
Con rinnovato vigore, sfociano in un pianto improvviso o in una risata fragorosa ogni volta che rivedo un vecchio amico o uno dei miei fratelli, quando assaporo un piatto dei miei preferiti, oppure quando riabbraccio mia madre, che porta con sé, come fosse una “cosa normale”, il peso del mio espatrio.
Con amore, dalle Rocchette di Castiglione della Pescaia, Grosseto…
Valentina
“Expat, le paure ed il coraggio delle donne”, concorso letterario. Leggi il Bando.
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1 Commento
Bellissimo!!!
Sai che anche io ascolto con piacere il dialetto quando rientro a Roma. A dirla tutta lo utilizziamo spesso anche tra di noi laddove da cittadini romani era severamente bandito. Deve essere una sorta di licenza poetica, mista ad inconsapevole attaccamento alle radici, di noi expat