Cosa c’è nella valigia degli expat italiani?
Agli occhi di molti, la valigia degli expat italiani ha un significato sentimentale e metaforico.
È un oggetto carico di paure ed emozioni, più che di cose.
Voi, famigliari e amici, ci seguite nelle nostre avventure oltreconfine e ci vedete sempre con occhi sognanti.
E del resto noi siamo quelli di fretta tra un volo e l’altro, sempre con il viso appiccicato all’oblò di un aereo.
Ahhhhh, che romantica percezione avete di noi.
Gli abbracci, gli occhi pieni di lacrime, le raccomandazioni delle mamme prima dei controlli in aeroporto. Sì, tutto molto bello, ma ora, mi dispiace, vi rovino la poesia.
Ora vi stravolgo la visione romantica che avete degli expat perché, ve lo giuro, oltre ai saluti tragici negli aeroporti c’è di più.
La verità è che nella tragedia di ogni nostra partenza ci sta sempre un velo di comicità tutta italiana. Merito delle nostre valigie, ve lo garantisco.
No perché, io ve lo dico, altro che oggetto metaforico. Ogni volta che torno in America, a causa di queste dannate valigie, il colpo della strega è sempre in agguato.
E allora, vi chiederete, che diamine c’è effettivamente nella valigia degli expat italiani di ritorno nel paese ospitante?
È vero che la risposta dipende molto dalla città e dallo Stato in cui si vive.
Per esempio, lungi da me infrangere la legge degli Stati Uniti d’America, dove ci sono delle limitazioni per quanto riguarda carni e affettati, frutta, verdure e formaggi. Perciò, mi raccomando, se avete in progetto un viaggio qua e state pensando di portarvi il salame che fa il vostro vicino di casa, informatevi bene.
Ad ogni modo, leggi e regolamenti a parte, ho scoperto che ci sono delle costanti abbastanza divertenti che riguardano più o meno tutti noi!
Iniziamo sfatando un mito.
Non è necessariamente vero che la valigia degli expat italiani contiene una valanga di vestiti.
Per quanto mi riguarda, all’inizio forse sì, ma giusto le volte dei primi rientri a casa. Dopo due settimane dal trasferimento, mi sono resa conto che avevo dimenticato il famoso maglione che si abbina con tutto o gli scarponi da neve, essenziali per chi come me si è trasferita dove d’inverno fa anche -40°C.
Poi, io direi più o meno per tutti, arriva il momento in cui i vestiti smettono di essere l’essenza della valigia di un expat.
Vuoi perché nell’armadio in Italia non è rimasto più niente, vuoi perché all’estero si vive in un bilocale e bisogna limitarsi allo stretto necessario, vuoi per altre migliaia di motivazioni.
Eppure questo è un preconcetto abbastanza diffuso, quantomeno tra gli americani delle mie zone. Ogni volta che qualche amico ci viene a prendere in aeroporto guarda le valigie e borbotta ridendo «ohhh… italian women». Assumendo ovviamente che dentro ci siano 40 chili di vestiti.
Ogni volta io così:
Ma quali vestiti? Ma davvero mi fai così scema?
Nella valigia degli expat italiani c’è il cibo!
(Ma del resto, come puoi immaginarlo tu, che mangi la pizza con l’ananas e sei contento!)
Sì, non ditemi che non è vero. Io mi sento di affermare, sulla base della mia esperienza personale e di quella di tanti espatriati che conosco, che almeno un buon 50% della valigia degli expat italiani è composta da prodotti alimentari di vario tipo.
E del resto cosa siamo noi italiani senza cibo? Nulla! Siamo persi!
Anime in pena che si aggirano tra le corsie di supermercati stranieri leggendo etichette alimentari e constatando che le marmellate bio senza zuccheri aggiunti esistono anche in America (nel mio caso), ma al modico prezzo di 28 dollari al grammo (si esagera suvvia, facciamoci una risata).
E allora quale è la soluzione? Fare scorta a casa, in Italia!
È vero che se siete come me, vi spazzolate tutto nell’arco di un mese ma almeno per trenta giorni avete inzuppato Pan di Stelle nel caffellatte, e parmigiano grattugiato vero sugli spaghetti al pomodoro, mica quella cosa di plastica che gli americani chiamano Parmesan.
Che poi, anche se appartenete al gruppo di expat italiani che non hanno l’ossessione per il cibo, sapete meglio di me che non la farete franca.
Già, perché anche in quei casi c’è sempre una nonna o una zia di quindicesimo grado pronta a nascondervi una provola o dello spezzatino in qualche tasca del bagaglio.
Sia mai che morite di fame, per carità!
“Ma che fai davvero? Addirittura lo spezzatino?” Già le sento le mie amiche rimaste in Italia. “Questa è matta!” Ma che ne sapete voi, che potete andare a pranzo dalla mamma tutte le domeniche?
E comunque, se vogliamo dirla tutta, devo ammettere che di solito a quei livelli non ci arrivo.
Tendenzialmente mi limito ai biscotti per la colazione, qualche dolcetto della Kinder, caffè, parmigiano e, ultimo ma non meno importante, litri e litri di olio extra vergine di oliva.
Un bel bottino, ah? Poca roba insomma!
Ma vi giuro che spesso questo non è niente rispetto a quello che ho visto e sentito.
Dalle zucchine trifolate alle lasagne della nonna, dal pane fresco fatto in casa alla parmigiana di melanzane. Addirittura conosco chi, in valigia, ci ha fatto stare persino il minestrone.
No ma io dico, ve li immaginate quei poveri ufficiali delle dogane aeroportuali sparse nel mondo quando, sotto le mani, si ritrovano le valigie degli expat italiani? Chissà cosa pensano quando, tra calzini e mutande, trovano porzioni di ragù e affettati, un uovo di pasqua e un panettone.
Ricordo ancora un aneddoto simpatico con il personale dei controlli di sicurezza all’aeroporto JFK di New York.
«Look at these!» urla ai colleghi la donna che controlla il nostro bagaglio.
Cosa ci sarai mai ancora, mi chiedo io. Poi mi avvicino e me la trovo che, tutta divertita, agita in aria la nostra forma da 2 chili di Parmigiano.
E via, in cinque o sei intorno alla valigia con gli occhi fuori dalle orbite e a ridersela sotto i baffi.
Sono sicura che nelle loro teste un freaking italians gli è scappato.
In questi anni sono arrivata ad una conclusione.
Ok, è verissimo che noi italiani siamo ossessionati dal buon cibo, ma non solo. Il fatto è che cibo o no, ci teniamo così tanto alla qualità dei prodotti in generale che è davvero difficile trovare un paese che soddisfi le nostre aspettative.
Come dite? Sì, è vero. Siamo anche molto abitudinari. E con la constatazione di questo dato di fatto vi dirò di più.
Nella valigia degli expat italiani vi capiterà di trovare scorte di dentifrici, deodoranti, detergenti intimi, cerette.
Giuro che la lista dei prodotti per il corpo potrebbe proseguire all’infinito ma è meglio se mi fermo qui, per il bene di tutti!
“Eh vabbè, che esagerazione. Queste sono cose che potete trovare in ogni Paese, suvvia”.
Ok, e allora ditemi: lo avete mai provato un dentifricio fuori dall’Italia? Io, che parlo per quelli americani, vi posso garantire che sanno di chimico. E lo sapete quanto costa andare dall’estetista a farsi la ceretta dalle mie parti?
Lo so che è impossibile da credere ma vi garantisco che expat non è sinonimo di ricchezza!
La profonda verità, in fin dei conti, è che siamo per lo più persone comuni.
Anche se prendiamo qualche aereo in più del normale, anche se postiamo foto super sul nostro profilo Instagram.
E allora, lasciateci pure strafare con le nostre valigie.
Lasciateci andare a fare la spesa da Esselunga il giorno prima della partenza, con gli occhi che brillano e il sorriso stampato in faccia.
Lasciateci mettere qualche pezzo d’Italia di troppo in quel bagaglio che, alla fine, non è mai grande abbastanza.
Perché per molti di noi è così: non sappiamo mai quando sarà la prossima volta che lo potremo riempire di nuovo.
E nella vostra valigia da expat italiani cosa c’è? Fatemelo sapere nei commenti e strappatemi un sorriso!
Chi sono
22 Commenti
Ben detto e ben scritto Silvia!! Io penso di essere arrivata all’ultimo livello: vivo nel paese del riso e bacchette, ma mi porto l’arborio per fare il risotto, ah!
ahah sembra un po’ il colmo, ma ti capisco! Immagino che sarà impossibile da trovare l’arborio lì! Qua in USA lo trovo ma ragazzi…che prezzi!
Silvia – Iowa
parmigiano, vino, paté di pomodori secchi, olive taggiasche, aceto balsamico, olio buono, pecorino, pinoli ( pinoli!!!), biscotti, formaggella, CREMA NOVI ( crema Novi!!!), deodoranti, bagnoschiuma all’avena, montagne di Bily…
Ciao Rosita, grazie del tuo commento 🙂 Ahhhhh i pinoli, mamma mia i pinoli! Introvabili da me!
Silvia – Iowa
Nella mia valigia da espatriata in Austria c’è: pasta, sughi, olio, assorbenti,olio, biscotti, briosc di ogni genere, wurstel,sofficini, salame di casa, frico.
Ciao Moira, che dirti… mi hai fatto venire fame! 😀 Un bel bottino anche il tuo 😉
Silvia – Iowa
Sgrassatore chanteclair e panetti di sapone di Marsiglia…. che casalingaaaaaa😅😅😅
Ciao Claudia, il tuo commento mi ha ricordato che mi sono dimenticata di appuntare una cosa nell’articolo! Gli acchiappacolore (a centinaia, sia chiaro)! Il sapone di Marsiglia mi è capitato di portarlo poi ci ho rinunciato a favore di qualche pacchetto di biscotti in più 😉
Silvia – Iowa
Questo articolo è verissimo. Mi sono rispecchiata del tutto. Sono expat in Belgio da molti anni. Concordo appieno sui prodotti alimentari (che fai? Non ti porti i pomodori dell’orto di nonna? O il pesto fatto dalla zia? Ovviamente il tutto completato da un sorriso intenerito del controllo della sicurezza in aeroporto che ti guarda e stringendoti la mano dice “vada signorina, vada”) e quelli di igiene personale. Ma nella mia valigia non mancano mai i vestiti lavati a secco!!! Li devo portare in Italia, far lavare e riportare con me. In Belgio i lavasecco non esistono oppure ti costano un rene! Ma come li laveranno i cappotti invernali?? Mah..
Ciao Vanessa, hai proprio ragione. Ci sono sempre anche nella mia valigia (soprattutto d’inverno), anche se si tratta di poca roba. Nelle mie zone personalmente non li ho mai trovati, ma sono abbastanza sicura che, come nel tuo caso, se anche ci fossero mi costerebbe tantissimo! Povere noi!
Silvia – Iowa
Milan-Auckland (New Zealand, antipodes): pandistelle, pandistelle, lines seta ultra&saugella, pandistelle, scotch single malt, zafferano, porcini essiccati, caffè, pandistelle, balsamo per i capelli, pomodorini sott’olio, mutandine e reggiseni nuovi, pecorino, parmigiano, qualche libro, le ballerine per l’autunno, uno zainetto decathlon, Moment act, i regali di Natale. Ah, e i pandistelle.
Ciao Barbara, mi sembra di capire che anche tu sei una fan sfegatata dei Pandistelle! 😀 E comunque… sia benedetta la Decathlon, pur non essendo io una sportiva 🙂 Tutte le volte che torno in Italia ci faccio un salto, perché non si sa mai.
Silvia – Iowa
Ciao Silvia,
non sai quanto ho riso con il tuo articolo! tutto terribilmente vero!
Pensavo di essere io la pazza che si mette in valigia detergenti intimi, cerette e dentifrici ma a quanto pare siamo pazze in due (un nome, una garanzia ahahahah).
Qui si va a 50 euro/kg per il Crudo di Parma e 25 euro per una ceretta all’inguine.
Non so i tuoi biscotti ma i miei arrivano puntulamente in briciole!
Un caro saluto,
Silvia-Lille
Ciao cara omonima! 🙂 Devo dirti che fino ad ora con i biscotti sono stata fortunata, ma il marasma che metto in piedi per imballarli accuratamente lo sa solo mia mamma! AHAH
Un abbraccio
Silvia – Iowa
Gli ASSORBENTI. Immancabili protagonisti della mia valigia. Secondo mia madre in Francia costano troppo o se costano poco sono fatti di cartone -.-‘ vai a capire perché!
Grandi classici anche i dentifrici, gli spazzolini da denti, i detergenti. Per non parlare delle vettovaglie: bresaola e prosciutto crudo in prima linea, per non parlare dei carciofi in salamoia fatti in casa (senno’ che ti mangi la sera quando torni a casa?), il pesto fatto in casa, le conserve, le marmellate, le buonissime mandorle biologiche, i LEGUMI (che in Francia vendono OVUNQUE). Piu’ che la valigia di un’expat sembra la valigia di qualcuno che si prepara ad una carestia!
Ma l’aneddoto più divertente resta quello di un paio di anni fa, all’aeroporto di Napoli dopo Natale: l’agente ha chiesto di verificare una scatola di latta nella quale avevo sistemato SACCHETTI DI ORIGANO e tisana di Natale XD ogni volta che ci penso muoio dalle risate!
Chiara hai ragione! Gli assorbenti, come ho potuto dimenticare? AHAH sempre onnipresenti e oltretutto comodissimi per fare da paraurti ai Pandistelle! 😀 E comunque una volta la mia famiglia ha provato a rifilarmi sacchetti di origano direttamente dalla Sicilia ma ho dovuto, a malincuore, rinunciare. Non ero sicura del fatto che fosse ammesso negli States (ho sempre il terrore di sgarrare). Il profumo però ce l’ho ancora sotto il naso :O
Ciao bella, un bacione
Silvia – Iowa
Articolo stupendo!! Io chiedo a mio padre di farmi le cime di rapa, le zucchine e melanzane, poi vuoi mettere la mortadella? I grisbi, i pinoli, i porcini secchi perché comunque sono piemontese.. e ovviamente strisce di ceretta come se non ci fosse un domani!!
Ciao Julia! Come ti capisco! I grisbì li ho trovati qualche giorno fa in un supermercato della zona ed ero super entusiasta. Dalle mie parti è un evento più unico che raro! 🙂
Silvia – Iowa
Ahah.. Troppo divertente leggere I commenti delle altre!
Rido e penso all’inizio quando riempivo di vestiti la Valigia, per poi usare 1/4 di ció che avevo portato. Ora valigia mezza Vuota per poi tornare con libri, biancheria di cotone (che in USA non so perché non si trova facilmente), assorbenti, fazzoletti di Carta, pistacchi, lievito per dolci, Caffè, Farina gialla per polenta..😅
Ciao Raffaella, hai proprio ragione. Anche nella mia valigia i fazzoletti di carta sono una costante. La farina gialla per polenta mi sono adattata ad usare quella che trovo qua, ma non è per niente la stessa cosa! 🙁
Silvia – Iowa
Le medicineeee! Non porto cibo in genere, ma ho una trolley zeppo di medicine, lentine per gli occhi, assorbenti, detergenti intimi, dentifricio e via dicendo. Vivo negli USA anche io, quindi credo che per le medicine tu mi possa capire 😂
Nella mia parmigiano, carne simmenthal, bicarbonato, farina di castagne, insaccati sottovuoto a bustine da 150 gr. Rigorosamente. Fomaggi come se non ci fosse un domani e medicine, Oki, sciroppi… Che ridere