Vesna Benedetic,
una domenica con l’illustratrice dei sogni del cuore
‘Oh, sei pronta? sono venuta a prenderti. Andiamo da Vesna Benedetic”, dicevo alla mia amica qualche settimana fa, mentre entravo a casa sua.
“Per niente, devo pulire la casa.” rispondeva lei.
“Ma dai, devo andare da quell’ artista che vive qui vicino, a Skrbina, tu sicuramente sai dove, vieni con me.”
“Ma chi, quella che fa l’ illustratrice? Mica la conosco io.”
“Ma, dai, molla sta aspirapolvere, cambiati che siamo già in ritardo.”
E cosi, in quella domenica di tanta pioggia io e la mia amica andavamo alla ricerca di un paesino chiamato Skrbina.
“Vai avanti ancora, ecco, quella è la chiesa del paese.” annunciava Irene mentre io già parcheggiavo da qualche parte.
Un vento forte e una pioggia quasi neve ci accompagnavano mentre camminavamo per questo paesino di 4 case.
“Il laboratorio di Vesna Benedetic?” chiedevo a un vecchio signore che portava della legna da ardere nella sua casa.
‘Lì, quella porta’, puntando verso la casa accanto alla chiesa.
Bussiamo, si sente un “avanti”, ma entrando non vediamo nessuno. E’ un piccolo atrio, ma da subito l’idea di stare nella casa di uno degli assistenti di San Nicolò (o Babbo Natale per i non triestini), perché le pareti sono ricche di disegni stupendi, quelli che scaldano il cuore. Davanti a me e Irene, c’è una scala di legno che ci porta allo studio di Vesna.
Questa donna sembra una simpatica orsa polare dei cartoni animati.
Grande, con i capelli lunghi e bianchi, occhi azzurri, un grande cuore e un grande sorriso.
Mentre Irene parte da super entusiasta a parlare con Vesna, io mi guardo tutto intorno e mi sento felice come una bambina che visita il laboratorio di Babbo Natale. C’è vita li dentro, c’è vita nel cuore di Vesna, c’è Vita nel suo laboratorio, c’è vita nei suoi disegni.
Ci sono storie di orsi, ricci, volpi, passeri, coniglietti, bambini, gattini, gufetti, coccinelle, quelli che tutti noi abbiamo conosciuto da bambini e di cui abbiamo molta nostalgia. Guardare i disegni di Vesna è riconnettersi con le storie che leggevamo da piccoli e come tale è anche riconnettersi con il più profondo di sé stessi.
Irene continuava a parlare, io invece guardavo ogni singolo disegno e quelli che mi erano più familiari me li portavo proprio al cuore.
Vedo il disegno dell’orso ciclista che porta nel cestello della bici il suo nuovo amico coniglietto, che ha ritrovato in una vecchia valigia e dentro di me sento un “Siii, orso, portami a fare il giro del mondo!”.
Poi ce ne è un altro, dove orso, coniglietto e tutta la compagnia stanno sotto le coperte.
L’incontro era cosi ricco di entusiasmo che la mezz’oretta è diventato un intero dopopranzo, con tanto di tè, biscotti, fotografie e questo articolo per DCEE.
Conoscere Vesna Benedetic e’ stato come conoscere qualcuno che dipinge parti di me.
Con Vesna ci siamo scambiate molte idee, raccontarvi tutto sarebbe troppo.
Mi limito a due riflessioni e per il resto vi invito a visitare il suo laboratorio o vedere almeno qualcuno dei suoi disegni.
L’ importanza del creare, che sia disegnare o altro, ma comunque esprimersi.
Tutti abbiamo dei pesi nel cuore, spesso pensiamo di essere gli unici ad avere questo peso e ci chiudiamo nel nostro buio personale. Invece sedersi davanti a un foglio e dei colori a lasciare che qualcosa da dentro di noi venga disegnato, fa bene, fa molto bene. Dici che non sai disegnare? Nessuno ti guarda, è una tua espressione, nessuno ha il diritto di giudicarti, semplicemente lascialo emergere. Continua a farlo per molto tempo e vedrai che evolverai come umano. Se continuerai ancora imparerai sempre meglio ad esprimerti, vivrai meglio. E poi se continuerai ancora per questa strada arriverai a disegnare ciò che vorresti nella tua vita e proprio attraverso questi disegni solleverai non solo te stesso/a, ma anche quelli che vedranno i tuoi disegni. Allora sarai sulla strada dell’ artista. E’ una missione divina.
Un pizzico di allegria è buono averlo sempre con sé.
nei disegni di Vesna l’allegria la porta l’onnipresente red ramatou, un piccolo uccellino rosso, che lei non ha potuto non notare nei suoi viaggi in Senegal. Il ramatou, cosi come il colibrì in Peru, e un animale di potere, potremmo dire un angioletto che ci gira sempre intorno, ma noi lo vediamo solo quando decidiamo di essere felici.
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