Viaggiare cucinando
La voglia sfrenata di viaggiare
Da un po’di tempo sono iscritta a gruppi di Facebook a tema viaggi.
Risultato?
Ho la bacheca piena di foto e resoconti di viaggi altrui che mi fanno sognare e venire voglia di prenotare il primo aereo o treno che trovi.
Non è che proprio io non mi muova mai, anzi.
Appena ho un momento libero cerco sempre di partire, e da anni posso farlo anche con la mia dolce metà.
Chi ci conosce infatti si lamenta scherzosamente dicendo che “siamo sempre in giro”.
Sarà solo la loro impressione però: per me non è mai abbastanza!
Non riesco a soddisfare a pieno la mia curiosità e il mio costante desiderio di esplorazione.
Trascorrerei ancora molto piú tempo altrove, in movimento.
Quando parlo di viaggi, infatti, non intendo solo le settimane trascorse dall’altro capo del mondo, ma anche il weekend lungo visitando città europee, i giorni di trekking in montagna o la gita ad una località vicina.
Il mio lavoro da guida turistica a Barcellona non mi permette di lavorare a distanza, quindi, quando sono costretta a casa, mi accontento di “viaggiare” in altri modi.
Riflettevo su quest’idea del viaggiare proprio ieri, cucinando.
Già dalle prime ore del pomeriggio avevo iniziato a programmare la cena.
Mentre l’osteopata cercava invano di sbloccare le mie ostinatissime contratture, io pensavo al menu della cena e del pranzo del giorno dopo, ripassando mentalmente gli ingredienti disponibili in casa. Avró cambiato la scelta delle pietanze almeno dieci volte.
Alla fine, però, ho deciso di cimentarmi in un Wok di riso con il Pak choi (un cavolo cinese che sembra una costa, delizioso) e una zuppa simil vietnamita con polpettine di carne, spinaci e coriandolo fresco.
Il supermercato di prodotti etnici
Appena uscita dalla sessione sarei andata a reperire gli ingredienti di cui avevo bisogno nel supermercato di prodotti etnici.
Entrandovi l’ho praticamente svaligiato, comprando molto piú di quello di cui avrei avuto bisogno. Mi sono consolata pensando che ero stata previdente: avrei già avuto tutto a disposizione anche per altre occasioni.
Sono uscita carica di:
- Spaghetti di riso di vari lunghezze e spessori
- Perle di tapioca
- Spaghetti di boniato (patata dolce)
- Alga wakame
- Alga kombu
- Lemongrass
- Rapa cinese
- Raz el hanout marocchino
- Salsa di pesce
- Funghettini vari
- Pak choi fresco
- Fagioli azuki
- Garam Masal indiano
- Lenticchie rosse
- Fogli di carta di riso
- Latte di cocco
- Lime
- Coriandolo fresco
Sperimentare sapori nuovi sognando mete lontane
Pensavo a quanto sono fortunata ad avere supermercati che mi permettano di accedere ad ingredienti di altri paesi.
Inoltre, sono davvero contenta di non essere una di quelle persone che cucinano e mangiano sempre le stesse quattro cose.
Ma come si fa? Che noia!
Mi è capitato spesso di notare che l’essere poco aperti riguardo a sapori e odori andasse di pari passo con una chiusura mentale anche in altri aspetti della vita.
Il mondo è bello perché è vario, perché limitarsi? Anche se poi ho anche conosciuto gente a cui non piace viaggiare, quindi immagino che non tutti siano mossi da tanta curiosità.
Io invece non vedo l’ora di prepararmi un piatto di Dahl di lenticchie rosse indiano, una Tajine marocchina o una zuppa con latte di cocco tailandese.
Esattamente come quando tornavo da Istanbul (dove vive mio fratello) e amavo preparare i pomodori ripieni di riso,uvetta, spezie etc.
In India, Marocco e Cina, ad esempio, non ci sono ancora stata, eppure adoro immaginarli attraverso i sapori delle loro ricette tradizionali.
È stata mia mamma a trasmettermi la passione di provare a riprodurre piatti appena degustati altrove.
Giorni fa ha voluto che chiedessi a mia suocera spagnola la ricetta del loro riso (simile a una paella) con baccalà, ceci e cavolfiore, perché desiderava riproporlo in una cena in Italia.
Una volta, invece, atterrai a Milano con un desiderio incredibile di cassoeula, lasagne o polenta. Mia madre mi fece sedere a tavola e, tutta orgogliosa, mi disse:
-Hai visto? Ti ho preparato il Revuelto di uova, gamberi e funghi che abbiamo provato in quel ristorante di Barcellona. Ti ricordi? Vediamo com’è venuto!-
Il revuelto era molto buono, peccato che a me venisse da piangere al solo pensiero di mangiare nuovamente un piatto spagnolo al posto dei piatti italiani che avevo sognato per mesi!
Dov’erano il cotechino, le lasagne e le tagliatelle al ragú?!
La mia cucina come il mondo intero
Quindi ieri sera, tornata a casa con tutti gli ingredienti, diedi sfogo al mio desiderio.
Cucinavo inebriata dal profumo della zuppa e mi ritrovavo nuovamente in Vietnam, circondata dai paesaggi di cui avevo goduto durante le mie vacanze dei mesi precedenti.
Alla fine il mio esperimento non è risultato affatto male!
Ovviamente non ho nessuna pretesa di diventare una grande chef: mi basta divertirmi e riuscire ad ottenere un sapore che si avvicini al piatto etnico che cerco di riprodurre.
Se riesco a “sentire” il viaggio, ho ottenuto quello che volevo.
E quella voglia di fare le valigie e scappare di casa all’istante, viene soddisfatta per un po’.
E voi invece? Quanto c’è di etnico nelle vostra cucina?
Chi sono