In viaggio tra Canada e Italia
Era una bellissima mattina estiva a Saskatoon. Il mese di agosto era appena iniziato, con le sue giornate lunghe e fresche caratterizzate da quegli intensi e brillanti colori della natura.
“Dove andate?’” ci chiese un po’ timidamente il tassista che ci stava accompagnando all’aeroporto.
“In Italia”, risposi io.
Fu così che il tassista, un signore sulla cinquantina che indossava un bellissimo turbante color porpora, mi guardò dallo specchietto con aria seria ammonendomi con due sole parole: “Dangerous place”.
Altri, prima di lui, aveva reagito mostrando perplessità e preoccupazione venendo a conoscenza della nostra volontà di intraprendere questo viaggio. Ebbene sì. Faccio parte di quella minoranza che ha scelto di viaggiare durante il peggior periodo storico di emergenza sanitaria degli ultimi tempi.
Dopo essere stati costretti a cancellare il viaggio una prima volta a maggio, abbiamo deciso di partire ad agosto.
Siamo giunti a questa decisione spinti principalmente da due motivazioni: l’apertura dei confini italiani al Canada ed il miglioramento della situazione covid in Italia. A questo si era aggiunto il timore di una possibile seconda ondata in autunno che avrebbe reso il viaggio praticamente impossibile. Abbiamo così prenotato il biglietto una settimana prima della partenza. Settimana in cui non ho chiaramente dormito dall’agitazione, continuandomi a ripetere in tutte le lingue del mondo: “Ma dove vai?”.
Il viaggio si è rivelato migliore del previsto. Abbiamo avuto modo di sperimentare i diversi protocolli anti-covid nei vari aeroporti: Saskatoon, Calgary, Amsterdam e Milano.
Sì, un viaggio infinito perché la maggior parte dei voli diretti Canada-Italia sono stati sospesi a causa della pandemia. La cosa che maggiormente mi ha colpito è stato vedere gli aerei quasi completamente vuoti; ogni sei/sette file c’erano sedute solo un paio di persone che viaggiavano insieme. Il volo Calgary-Amsterdam che normalmente trasportava circa 250 passeggeri, viaggiava adesso con pochissime persone. Alla partenza abbiamo atteso qualche minuto in più per permettere agli addetti ai lavori di riempire la stiva con merci da spedire; strategia evidente adottata dalla compagnia aerea per far fronte alla mancanza di entrate.
All’aeroporto di Milano un autista ci ha condotto nella casa dove abbiamo trascorso da soli la quarantena, obbligatoria per chi come noi proveniva dal Canada. E così è stato anche per il ritorno. Un viaggio lungo e quattro settimane di quarantena. Ma oggi posso dire che tutto è andato bene e che sono felice di aver intrapreso questo viaggio.
Ne è valsa la pena perché ho potuto trascorrere del tempo con la mia famiglia ed i miei amici dopo ben quattordici mesi, un parto e lo scoppio di una pandemia.
Ne è valsa la pena perché ho potuto osservare gli occhi commossi di mio suocero, la prima volta che ha visto sua nipote Sofia, senza quegli ottomila chilometri a dividerli.
Ne è valsa la pena perché ho fatto il pieno di amore e sostegno reciproco. Ho potuto godere della bellezza vera, delle montagne, del gusto e di quei profumi inconfondibili. Ho potuto dar sfogo all’ ironia ed al sarcasmo che tanto amo senza la paura di essere fraintesa. Ma soprattutto sono stata circondata da quel festoso rumore che solo l’Italia è in grado di regalare e che durante il lockdown mi era mancato. Ancora di più.
Sono state settimane completamente diverse se paragonate alle vacanze degli anni passati.
I grandi ritrovi di persone a cui ero abituata in precedenza hanno lasciato lo spazio a lunghe passeggiate all’aria aperta con gli amici più stretti, discorrendo sulle nostre vite, talvolta complicate ma mai noiose. Ho respirato un senso di rinascita, la sensazione che lì la vita fosse in qualche modo ripresa.
Ed oggi sono di nuovo qui. A Saskatoon. A scrivere i miei pensieri osservando la neve fuori dal balcone.
Cerco di fissare con precisione quasi maniacale questi ricordi nella mia memoria. Ne definisco i contorni perché meritano rispetto e voglio custodirli. Voglio poter andare a recuperarli quando ne avrò bisogno. Mi serviranno durante il lungo inverno per combattere quegli inevitabili momenti di sconforto per una situazione che non accenna a migliorare e che, questo clima e questa città, contribuiscono ad accrescere.
Saskatoon è completamente bianca. Bellissima. E così resterà per i prossimi mesi.
Nell’ultimo fine settimana si è abbattuta una vera e propria tempesta di neve sulla città, a distanza di 13 anni dall’ultimo blizzard (che fortuna è? Pure la tempesta perfetta ci siamo beccati!). Così da qualche giorno ci troviamo in una sorta di “lockdown” imposto dalle condizioni meteo. Niente se paragonato al lockdown, quello vero, che sta purtroppo vivendo nuovamente l’Italia.
A tutti Voi mando un abbraccio lungo 8000 km. Forza amici.
A presto!
Chi sono
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Mi commuovo sempre… Grazie amica mia
Grazie amica! ❤️