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Visitando l’Oman: diario di una figlia di genitori expat

di Giovanna Tinti
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Visitando l’Oman: diario di una figlia di genitori expat

Si chiama Valentina mia figlia, ha 31 anni e vive con il suo compagno nella città di Bologna dove svolge la professione di psicologa. E’ venuta in Oman a trovare me e suo padre in occasione del suo compleanno che si celebra a inizio novembre, ed ha scritto un diario di viaggio corredato da alcune rifessioni.  Lo condivido con voi perchè attraverso lo sguardo dei nostri figli possiamo imparare molte cose…

Grazie Valentina.  Mamma


Day 1

Dopo millemila ore di viaggio, eccoci qui. E in onore del nostro arrivo, mio e del mio fidanzato, hanno pure organizzato una festa in spiaggia ? Comunque sulla Emirates ti danno il gelato! E le tic tac! E i cioccolatini! E c’è il soffitto stellato! E bon, mi sono innamorata. Perché se qualcuno, mentre piagnucoli guardando “Me before you” sotto su cielo di finte stelle e una morbida copertina, ti porta un gelato, è per forza Amore.


Day 2

valentina In Oman si mischiano tutte le tradizioni. Le case sono addobbate con le lucine intermittenti perché tra poco sarà la festa del Sultano. Al contempo però sulle abitazioni campeggiano gli addobbi di Halloween e nei negozi ci sono già in vendita gli alberi di Natale e le renne da mettere in giardino. Girando in auto guardo queste case tutte diverse, le finestre illuminate, le persone affacciate, e mi rendo davvero conto che se c’è una cosa che mi piace è la diversità. Immaginarmi come dev’essere la vita di persone che abitano così lontano da me e in un modo così diverso, in un quartiere di una città enorme, in un condominio arabeggiante ai piedi di una montagna, col mare davanti e il deserto a pochi km. Chi ci vorrebbe tutti uguali e vede il pericolo nel diverso credo non capirà mai quanta ricchezza e quanta bellezza c’è in tutto questo

Day 3

la Cosa bella dello stare qui è che sei in vacanza, ma sei anche a casa: colazioni tutti insieme, zucche intagliate, tintarella, genitori mano nella mano, cupcakes e mini hamburger

Day 4

Ho sempre adorato i supermercati e i mercati stranieri, sono pieni di alimenti particolari e confezioni dai packaging stupendi. Oggi ho scoperto che nei supermercati di Muscat puoi trovare 18 tipi di uova diverse così come una moltitudine di frutti esotici e a me sconosciuti (starfruit, grenadilla, chickoo, custard apple, mangosteen…), patate strane e di tutti i tipi. E poi barili di caffè in chicchi, così come di frutta secca e disidratata, non so quanti tipi di datteri diversi, pile di dolcetti locali.

mercato

Day 5

A vedere i delfini nuotare nell’Oceano Indiano ti si apre il cuore, e al contempo ti si stringe a pensare alla vita misera e deprimente che fanno quelli rinchiusi nei delfinari. Perché quella libertà lì, così pura quando la vedi, ti schiaffa in faccia che l’uomo fa davvero dei gran danni con gli animali e la natura. Quindi, a ben pensarci, non c’è nessun motivo per cui gli animali dovrebbero fidarsi di noi. Invece continuano a farlo, guardandoci incuriositi e avvicinandosi. Proprio grazie a questa fiducia ho scoperto che esiste un pesce simpaticissimo che si chiama Pesce Flauto, che mi si è piazzato a cinque  cm dalla maschera mentre facevo snorkeling ed è restato lì a guardarmi, come a chiedersi chi fosse sto essere così curioso con gli occhialoni.


Day 6

alberoNon so come si chiama quest’albero (ho googlato e googlato, ma niente, che qualcuno mi venga in salvo), ma in questa zona di Muscat si trova frequentemente, assieme alle immancabili palme, ai frangipane e all’aloe. Lo trovo rassicurante, con la sua altezza media e i suoi rami grossi e resistenti, le foglie grandi e di un verde brillante. Ogni volta che lo guardo stagliarsi in questo cielo sempre azzurro mi dà un senso di pace, mi rilassa i muscoli cardiaci e respiro meglio. Oggi Muscat ha regalato sole, relax, un pranzo con vista, un po’ di sano shopping e una cena take away spicy quel tanto che basta acquistata da Nando’s, polleria portoghese dai colori vivaci e dal personale gentilissimo. Tanto per dire, uno dei camerieri ci ha salutato dalla vetrina toccandosi prima il cuore e poi sventolando la mano, sfoggiando un sorrisone a mille denti. Questa gentilezza la si trova molto spesso nei negozi e nei ristoranti, e il fatto che io me ne stupisca sempre, e tanto, mi fa capire che nella mia quotidianità non ci sono poi così abituata.


Day 7

old musquatOggi gita nella Old Muscat, la parte più antica della città: pranzo con shawarma e lemon mint vicino al souq, poi giro al Bait Al Zubair, ovvero la Casa dell’Arte e dell’Heritage voluta dalla famiglia di His Majesty il Sultano, a seguire visita alla sua residenza ufficiale (osservabile solo da fuori, ovviamente) e giretto al souq all’ora del tramonto. Al Museo Bait Al Bagh si possono scoprire tantissime cose sulla cultura omanita e osservare una moltitudine di oggetti e cimeli berberi. La sezione dedicata ai gioielli è qualcosa di incredibile e fa capire quanto significato e quanta tradizione passi per gli oggetti che le donne indossano per abbellirsi nei paesi medio-orientali. In generale, nella Old Muscat ovunque ti giri puoi notare qualcosa di particolare ed è un paradiso per chi ha l’occhio del fotografo: cupole colorate, omaniti dalle vesti preziose, lanterne accese, mercanti che cercano di tirarti dentro i loro negozietti con la scusa di farti provare un profumo, aironi che sonnecchiano sulla spiaggia della corniche. É un caos, ma controllato, colorato, pieno di dettagli: un arco, una finestra dai vetri arcobaleno, bambini che tornano da scuola con le vesti tradizionali, profumo di incenso, il canto della preghiera che parte all’improvviso dagli altoparlanti.

Day 8

Dopo 30 anni passati a festeggiare col cielo tendenzialmente grigio e una temperatura tipicamente autunnale (con, in certi anni, nebbioni epocali e piogge torrenziali), poter trascorrere questo giorno sulla spiaggia a tuffarmi in acqua e prendere il sole è stata un’esperienza incredibile.. Speriamo che il compleanno omanita porti fortuna per tutto l’anno!

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Day 9

E così tra poche ore partiamo, lasciamo l’Oman e torniamo a Bologna. All’aeroporto saluteremo, ma solo per un po’, le coccole della mia famiglia. E come sempre quando devo partire mi assale un’ansia strana, a cui non riesco mai a dare una chiara spiegazione. Non vorrei partire e al contempo vorrei essere già nel posto in cui devo arrivare. Ma come al solito farò due bei respironi e partiremo: chiuderò gli occhi durante il decollo (perché mi fa sempre senso sto distacco repentino dal suolo terreno), poi guarderò le luci dall’alto e poco dopo sentirò la muscolatura rilassarsi e mi abituerò all’idea del viaggio.

Day 10

Il viaggio di ritorno di solito è il momento in cui si tirano le somme e si fissano le impressioni. La durata della tratta all’improvviso ti sembra lunga il doppio e quel tempo ti serve a pensare alle esperienze fatte, ai luoghi visti, alle riflessioni raggiunte e alle emozioni provate.

Le mie riflessioni spaziano dal paese che ho appena visitato al fatto che i miei genitori abbiano deciso di vivere qui, ad un età in cui di solito sono i figli ad andarsene. E poi rifletto anche sull’Italia, sul paese dove atterrerò tra poche ore…

Ma di questo mia mamma “expat” vi parlerà nel prossimo post!

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