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Vita con un Indiano

di Stefania Hong Kong
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vivere-indianoDopo diciassette anni di matrimonio, i cambiamenti dei primi anni sono così radicati nelle abitudini familiari che diventano parte di te.

Quando ci si sposa si cambia parte delle nostre abitudini e le nuove diventano le usanze della nuova famiglia appena formata.

Negli anni di matrimonio sono decisamente cambiata, come del resto è cambiato mio marito e la nostra vita insieme è fondata su questi cambiamenti.

Ci siamo, ovviamente, reciprocamente influenzati.

Molti dei nostri amici ne ridono.

Io, l’italiana, non bevo né caffè né vino. Mio marito, che prima non beveva né l’uno né l’altro, non se li fa mai mancare.

Lui, l’indiano, non vuole fare yoga o meditazione neanche se ha una pistola alla tempia. Io ne vivo!

Quando l’ho sposato avevamo messo in conto che saremmo stati diversi. Lui ha accettato me ed io lui.

A casa nostra non si entra con le scarpe.

Appena entrati siamo sempre a piedi nudi, tranne in inverno, quando usiamo le pantofole.

In Malesia questa è un’usanza di tutta la popolazione, non solo indiana.

Vivendo in diversi paesi mi sono accorta che in Asia è una pratica normale ed in Europa è d’uso in certi paesi come la Svizzera. In Svizzera nessuno entrerebbe in casa tua con le scarpe. Neanche chi viene a fare lavori o consegne.

Per mangiare, gli indiani usano la mano.

Ho usato il singolare apposta perché un indiano non mangerebbe mai con la mano sinistra, che è la mano impura.

Ai bambini mancini, come mio marito, viene insegnato ad usare la destra.

Inoltre ci sono regole piuttosto rigide su come si mangia. Prima di tutto, in tutti i ristoranti indiani c’è un lavandino separato dal bagno.

Appena arrivi ti lavi le mani perché non puoi mangiare con la mano se hai le mani sporche.

Seconda regola: sporchi solo una piccola parte della mano. Usi la prima parte delle dita, praticamente solo le falangi. Se ti sporchi il palmo o nella parte più alta, allora vuol dire che non sai mangiare o che sei poco educato.

Terzo: appena finito di mangiare ti rilavi le mani perché stare con la mano sporca è considerato disgustoso.

Quando siamo al ristorante, mio marito si lava le mani anche tra una pietanza e l’altra perché detesta stare con la mano sporca.

Io non la lavo, ma tengo le dita insieme e non tocco altro con quella mano. Per servirsi dal piatto di portata o per bere si usa sempre la mano sinistra, che è pulita.

Quando ci siamo conosciuti io non me la sentivo di mangiare con le mani (non avevo notato che ne usavano solo una). Quando però ho cominciato ad apprezzarne il cibo, non ne ho più potuto fare a meno perché con le posate non riesci a mischiare bene le pietanze. Mangiare con la mano è tutta un’altra cosa!

Tra l’altro anche mio padre, super attento alle buone maniere a tavola, non avrebbe mai mangiato il porchetto arrosto sardo con coltello e forchetta perché non sarebbe riuscito a mangiare tutto il mangiabile e, come diceva lui, non se lo sarebbe goduto fino in fondo.

Il cibo non indiano si mangia con le posate. Mio marito, a differenza di molti stranieri che hanno bisogno anche del cucchiaio, usa esclusivamente la forchetta per mangiare gli spaghetti.

Un’altra cosa che mio marito assolutamente NON fa è tagliarsi i capelli il giorno della settimana in cui è nato.

Dice che non ci credeva e che da ragazzino è andato dal barbiere nel suo giorno di nascita. Il giorno dopo era malato a letto. Da allora non lo ha più fatto! Per mio figlio seguiamo la stessa regola. Io me ne frego e vado dal parrucchiere quando ne ho voglia e quando sono libera.

Nella loro cultura ci sono tante superstizioni, come nella nostra. Mio nonno diceva sempre che lui non ci credeva, però le seguiva, tanto per sicurezza. Mio marito fa più o meno lo stesso. Inoltre cerca di capirne il motivo.

Tanto per dirne una, un indiano non viaggerebbe mai di notte con della carne dietro perché se no ti segue il diavolo. La spiegazione è semplice. Pensando all’India di tanto tempo fa: chi trovavi di notte nella giungla? Cosa succedeva se ti portavi dietro della carne? Mio marito dice che se avessero detto ad un indiano che a portare carne di notte nella giungla avresti attirato predatori come la tigre, avrebbero continuato a portarla. Con il diavolo è tutta un’altra faccenda!

Alla fine anche le nostre superstizioni hanno tutte un perché. Pensate al povero gatto nero. Se a quei tempi, senza fanali e senza luci stradali, un gatto nera ti attraversava la strada, l’incidente era praticamente sicuro e da qui la cattiva fama del poveretto.

Vi lascio con un’altra tradizione che mi piace. Quando vanno a vivere in una casa nuova, fanno bollire il latte. Lo lasciano fuoriuscire perché la felicità deve essere così tanta che trasborda. Io ci aggiungo anche un pochino di cannella in polvere per invitare anche la prosperità. Il latte rimasto lo dividiamo fra di noi e lo beviamo.

Tanta felicità e prosperità a tutte!

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2 Commenti

Tatiana mazzotta malme 11/10/2017 - 08:13

Anche in Scandinavia si tolgono le scarpe quando entri a casa di chiunque.Negli studi medici addirittura si possono trovare ciabatte per gli ospiti all’ ingresso.Bisogna pensare che il 99% delle case ha il parquet e in inverno giriamo con scarpe piene di neve e sporchissime,impensabile entrare in casa .Anche gli operai che devono lavorarti in casa lo fanno,a meno che non debbano fare lavori per cui devono fare avanti e indietro con l’esterno.Addirittura se si va ad una cena da qualcuno si porta il sacchetto con le scarpe «da dentro».

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Stefania Hong Kong 11/10/2017 - 10:34

Mai portato un sacchetto con le scarpe da dentro… Bellissima usanza!

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