Finiscono le vacanze e ci rendiamo conto di averle passate in tutti i modi tranne che riposando.
Abbiamo speso due, forse tre stipendi per fare contenta mammà e tornare dall’altro capo del mondo.
Abbiamo incassato le sue delusioni perché non siamo state più a lungo.
Quelle della zia perchè siamo andate a trovarla solo una volta e ‘tanto valeva telefonarci’.
Quelle delle amiche che ti aspettano a braccia aperte, ma poi non trovano un pomeriggio per un aperitivo. E come ogni volta ci chiediamo ma chi me l’ha fatto fare. Potevamo restare lì, spendere meno e fare qualche gita fuori porta senza dover rispettare orari di pranzo e visite di cortesia, e incassare delusioni.
E soprattutto evitare di sentirci con un piede qui e uno nell’altro continente. Sole.
La mia estate diversa
Per me questa estate è stata diversa.
E la pausa è stata più lunga del previsto. Gli amici ci sono ancora. L’aiuto di qualcuno in più ed evitare l’ansia di dover dipendere dalla macchina. Qui, se succede qualcosa, pensavo, posso andare in ospedale in taxi. Invece no.
Perchè lo sappiamo, la vita è piena di sorprese. E non sempre belle.
Gli amici sono troppo impegnati con le loro vite da stars. L’aiuto di qualcuno più vicino si è trasformato in… meglio evitare anche di chiederlo.
Alla fine, pur non avendo passato le classiche ferie di corsa tra parenti e delusioni, anche io mi sono detta chi me l’ha fatto fare. Laggiù in ospedale non avrebbero avuto i servizi giusti per l’intervento e probabilmente nemmeno ci sarei entrata io. Poi certo mi sarei sentita sola, questo è quello che temevo.
E mi sono trovata sola anche in Europa.
Chiamiamola autosufficienza forzata.
E quando ti rendi conto che con tanti sacrifici e dopo 12 giorni di clausura sul divano, riesci persino ad andare al supermercato seppur a passo di tartaruga, allora ti chiedi se sia normale che non hai più bisogno dell’aiuto di nessuno.
Ti sei talmente abituata a sopravvivere in qualsiasi circostanza che la solitudine si è trasformata in normalità. E chiedere aiuto non ti passa neanche per la testa.
Una volta, ridendo, dissi a mia madre che il giorno in cui avrebbe imparato a piegare le lenzuola del letto da sola, senza l’aiuto di nessuno, sarebbe stato pericoloso per papà.
Io, invece, le lenzuola le ho sempre piegate da sola.
Chi sono
9 Commenti
Cara Laura mi sono riletta tra le tue parole. Sono sola. Sto affrontando un periodo complicato quando la maggior parte delle persone pensa che stia vivendo come al “club Med”. Aiuto? Neanche saprei a chi chiederlo, ci vorrebbe qualcuno che capisse.
Valentina – Portogallo
Valentina, io che sono una persona super socievole ho dovuto accettare spesso la solitudine e anche se non mi piace ho imparato ad accettarla. No, continua a non piacermi, ma mi sento piu’ forte. Ora posso davvero andare dove voglio. Cerchiamo di guardare al lato positivo. Ti auguro di ‘metabolizzarla’, non durerà a lungo, ma si farà viva spessissimo, bisogna gestirla.
Ciao Valentina, io abito in Francia da piu’ di 10 anni. Non so se ti puo’ interessare e io ad essere sincera non ho mai provato ma ci sono degli psicologi online proprio pergli italiani all’estero come noi (io nel momento di maggior solitudine nel 2011 ho trovato una psicolga italiana dietro casa ed e’ stata la manna dal cielo ?). Coraggio per tutto!
Bellissimo racconto e tanto veritiero!!!!!
Preferirei non lo fosse Floriana, ma è un po’ il destino di tutte noi che viaggiamo da sole
Appena ho visto il titolo mi sono buttata a leggerlo . Come non fare a riconoscersi nelle tue parole. Metà del mio cuore in Canada e metà in Sardegna mi ritrovo esattamente …..in mezzo e nelle stesse dinamiche .
Sembra essere piuttosto comune Vany! Siamo in tante in questa barca
Solitudine. Gran compagna di vita. Alle volte scontata, altre inaspettata.
La conosco bene questa amica, e per quanto sia presente alle volte quasi mi manca. Altre volte quasi mi fa impazzire, piangere, pensare troppo.
C’è da dire che la solitudine è una compagna di viaggio onnipresente, e che ci insegna molto anche se non la possiamo vedere o toccare. Ci fa sbattere la testa, ci obbliga a comunicare in altre lingue per cui ci aiuta ad apprenderle. Ci insegna a contare solo e soltanto sulle nostre forze, ci insegna a vivere la libertà come, dove e quando la vogliamo noi. Ci aiuta a fare a meno del prossimo…. ma anche a far sentire la mancanza di una persona, di un braccio amico e una forza in più al proprio fianco. Ci fa sentire la nostalgia di casa e dei cari, di ciò di cui avremmo bisogno, ma così facendo ci aiuta ad essere più forti e a superare un pochino di più i dolori.
Ci fa apprezzare infine la presenza del prossimo, e a farci capire se una persona ci piace davvero o se è meglio continuare il nostro percorso senza includerla.
Io mi sono buttata. Ho provato tutte queste cose partendo da sola per Barcellona, città in una nazione dove non avevo mai messo piede, mi ero imposta di spendere l’estate lì, sapendo poco lo spagnolo.
E’ stata una delle migliori estati della mia vita.
per fortuna ci sono anche storie positive come la tua che possono dare forza a tante altre che si trovano nella stessa situazione. Mi sembra che il tuo modo di vivere la solitudine sia molto maturo Elisabetta e concordo sul fatto che ci aiuta a selezionare!