Ines Auckland, dopo essere stata Ines in transito in Italia per un mese e mezzo, ora è Ines Ibiza da 3 settimane. E lo sarà fino alla fine della temporada, a ottobre.
- ines ibiza – punta galera
La notte prima di partire non ho chiuso occhio. Ero agitata, mi sono immaginata l’arrivo sull’isola, l’ostacolo della lingua che un tempo sapevo, ma che dopo due anni e mezzo a parlare solo inglese si è dissolta nella mia testa. Non potevo smettere di pensare all’incontro con la mia coinquilina, Mouna, una ragazza marocchina che vive qua a Ibiza da 14 anni, che parla spagnolo e arabo, ma non inglese o italiano. Provavo a simulare delle conversazioni che non ero effettivamente in grado di sostenere non avendo a disposizione un gran vocabolario e la conoscenza dei tempi verbali. Tengo precisare che per parlare spagnolo non basta aggiungere le S in fondo, non è così simile all’italiano come si possa pensare, anzi ci sono un sacco di parole che sono uguali ma in realtà vogliono dire tutt’altro. Ad esempio PRONTO non vuol dire PRONTO, vuol dire presto. PRONTO si dice listo. O SALIR non vuol dire SALIRE, vuol dire uscire. SALIRE si dice subir. Ok sembrano piccolezze, ma in realtà le vedo le facce della gente quando mi lancio in conversazioni col mio spagnolo approssimativo! Un po’ mi capiscono, un po’ no!
L’incontro con la mia coinquilina non è andato così male. E’ stata molto gentile, mi ha accompagnato a fare la spesa, mi ha fatto vedere il quartiere, mi ha messo a mio agio in casa ed è una che parla tantissimo, anche se non capivo tutto lei ha continuato a parlare! Sono arrivata a fine giornata col mal di testa, a volte mi scappavano frasi in inglese invece che in spagnolo o italiano, ma sono sopravvissuta.
Quella notte insonne prima della partenza era tutta concentrata sulla preoccupazione dell’arrivo, ora però voglio raccontarvi del viaggio, lasciandovi con queste righe che ho scritto appena sono salita sull’aereo.
- ines ibiza – in volo coi giovanotti
Sono sul mio volo per Ibiza. Miracolosamente sono sul mio volo per Ibiza. Ho ancora l affanno per aver corso fino all’ultimo. Non so per quale motivo sul mio biglietto c’era scritto che il volo sarebbe partito alle 10.10 mentre sui tabelloni l’ora era 9.55. Ho pensato che alle 9.55 chiudesse l’imbarco. Probabilmente non ero molto sveglia, non ho dormito per niente stanotte perché ero agitata. Mi immaginavo le scene di quando sarei scesa dall’aereo, trovare la mia casa che é su una strada che non si trova neanche su Google maps. Parlare con la mia coinquilina mischiando spagnolo e inglese perché alla fine non ho imparato molto in questi mesi. Andare a fare i colloqui di lavoro, mi sono immaginata tutto in una notte, alle 6 ha suonato la sveglia ma non credo di aver dormito più di un’ora.
- ines ibiza – montagna di sale
L’ultima volta che sono stata all’aeroporto di Bologna, nel 2012, stavo andando proprio a Ibiza a festeggiare i miei 30 anni. Ricordo che non c’erano code e addirittura nessuno ci ha controllato biglietti o documenti. Mi immaginavo una situazione simile, non code ma più controlli dopo l’attentato di Bruxelles.
- ines ibiza – cala bassa
Salgo con molta calma al piano di sopra dove ci sono gli imbarchi e vedo una coda infinita. Il mio imbarco chiude in 15 minuti e decido di passare avanti a un sacco di gente, fiduciosa che ce l’avrei fatta. Continuo a buttare un occhio sul tabellone che dice “9.55 boarding” e mi convinco che ce la posso fare, sono le 9.45 e devo ancora passare i controlli. Mi fanno pure tirare fuori il computer dallo zaino, non ho tempo di metterlo via, inizio a correre verso il mio Gate con computer in una mano, giacca nell’altra, borsa e zaino. Arrivo al Gate e ci sono solo le hostess che mi stavano aspettando, ma neanche tanto volentieri: “signora lei non ha capito che il volo lo perde! ” (mentre cercavo di mettere via il computer).
Ok mi rimetto a correre “ma dove va, il documento? ” oohh o mi fai fretta o ti rilassi!
- ines ibiza- playa portinaxt
Ricomincio a correre, arrivo nel piazzale in cui l’aereo partirà a secondi e un signore mi dice di non correre, quello dopo mi dice di correre. Arrivo sull’aereo e mi dicono “ormai sei arrivata, non c’è fretta…” Insomma sull’aereo siamo già in modalità “no pasa nada“.
É stata una partenza abbastanza turbolenta, ma se mi conoscete un pó saprete anche che a me piacciono queste situazioni un po incasinate!
E cosi inizia l’avventura della Ines a Ibiza…