La vita inizia a 40 anni?
Il mio lockdown a Melbourne
Lo scorso anno avevo programmato un viaggio in Italia per festeggiare i miei quarant’anni in compagnia della mia famiglia nei miei luoghi del cuore.
Come spesso accade, i piani sono saltati.
E questo COVID mi ha costretto a ripensare tutto ed a rimanere in Australia.
Lo so cosa state per dire: “Hai scelto tu di andare a vivere in Australia!”. E blablabla.
Quanto decidi di trasferisti all’estero sai che non potrai vivere la quotidianità delle persone che lasci “a casa”. Lo metti in conto. Così come metti in conto mesi di lontananza se decidi, come me, di andare a vivere in Australia.
Non puoi mettere in in conto di dovere restare bloccata entro i confini australiani per oltre un anno. Probabilmente due.
Dobbiamo ammettere che questo COVID ha superato di gran lunga la fantasia cinematografica. Purtroppo.
Mi ha costretta a guardare da lontano Bergamo, la mia città, vivere momenti drammatici con l’impotenza della distanza.
Poi il tempo è passato. Ho compiuto quarant’anni e pure quarantuno da poco.
E se è vero che la vita comincia a quarant’anni io ho vissuto il mio primo anno di vita reinventandomi, grazie anche a questo lockdown a singhiozzo e a questa lontananza da casa forzata.
Scorro questo anno speciale e vedo Melbourne, la citta’ che mi ospita da quasi quattro anni e che e’ stata cornice di tante avventure durante questi mesi.
Vedo la spiaggia sotto casa ed i cigni neri di Albert Park cornice di numerose passeggiate.
Vedo incontri e pranzi con i genitori e sorella (preferita!) lontani in ZOOM, Messenger, WhatsApp, Google Meets (Ormai li conosco tutti!).
Vedo feste improvvisate nei parchi e due meravigliose feste di compleanno a cavallo tra interminabili mesi di lockdown (Tempismo perfetto!).
Vedo abbracci segreti e sorrisi nascosti dietro una mascherina.
Vedo la complicita’ e le lunghe chiacchierate con mio marito.
Vedo corsie di ospedale (ma questa e’ una storia per un’altra volta).
Vedo interminabili (e vincenti, si sappia!) partite a carte e mangiate infinite; libri e serie tv di ogni genere e specie. E, fortunatamente, anche qualche viaggetto fuori porta.
Vedo il mio tappetino di yoga ormai consumato e la mia nuova racchetta da tennis.
Vedo amicizie.
E vedo me stessa. Felice.
Perché essere expat ti insegna a reinventarti, a riscoprirti ogni volta. Certo, ora abbiamo una difficoltà in più.
Siamo ad un livello superiore del gioco. Ma noi quella marcia in più per giocare l’abbiamo.
Chi sono
4 Commenti
Fiore, tu quella marcia in più ce l’hai 100%, avanti tutta!!!!!
E cmq ora toccano a noi di sydney, mascherine e quant’altro!!!! 😅
A presto
Grazie!!!
E poi… “Un po’ per uno, non fa male a nessuno”.
Se ti servono consigli da noi veterani di Melbourne fammi sapere! Noi siamo esperti ormai
Eh già questo Covid ci ha insegnato a reinventarci e scoprire risorse che non sapevamo di avere!
Ha lasciato però anche tanti segni e sarà dura ricominciare.
E’ stato sicuramente un periodo drammatico per molti!