Io vivo a Locarno, nel Canton Ticino.
Anzi, per essere più specifici, perché da queste parti i dettagli sono importanti, vivo per la precisione in un comune limitrofo a Locarno che si chiama Minusio, ridente cittadina che si affaccia sul lago Maggiore. Ci vivo da circa quattro settimane, ed il mio è un ritorno alla base.
Se avete letto il mio precedente post, mi trovavo ancora a Joburg, Sudafrica, fino a meno di un mese fa, quando mi lamentavo del gioco del Monopoli cui stavo giocando e di quel caos di un paio di mesi orsono scoppiato nel mezzo delle varie “caselle” della mia vita.
Bene: adesso sono ritornata alla casellina di partenza. Ma questo è il già il secondo giro ed il mio sguardo sulla città dalla quale sono partita per Dubai tre anni fa prima, e due anni fa per Joburg, oggi è questo. Un po’ disincantato, un po’ dissacratorio, ma ci mancherebbe, di nuovo grato e benevolo.
Dovete sapere che anni addietro, in questa regione, c’era stato uno di quei famosi referendum.
Gli amministratori della città e della provincia hanno infatti chiesto alla popolazione se volesse unire Locarno ad una serie di comuni più piccoli, come Minusio e compagnia.
Questo gruppo di 6, 7 comuni diversi non riuscirebbe a coprire nemmeno l’area della zona a nord della tangenziale di Torino, probabilmente.
Eppure, questi cittadini tranquilli e precisi di qui non se la sono sentita di fare un tutt’uno. Questione di mantenere le loro piccole ma efficienti amministrazioni, ognuna più o meno ricca dell’altra, ben distinte? Mah, chi lo sa.
Fatto è che per gli Svizzeri, che hanno la patria traforata a gruviera dai buchi delle tante gallerie, che se non vedono almeno un paio di montagne affacciandosi dalla finestra di casa si sentono un po’ persi, per gli Svizzeri il referendum, che ha lasciato i piccoli comuni di Locarno e dintorni separati, è solo un riflesso della mentalità locale.
La prima cosa che balza all’occhio quando arrivi qui è l’ordine, è vero.
Non è “perfetto” come vuole il cliché ma, per dirla alla maniera locale, “funziona”.
Occorre spiegare una cosa su questo termine, e su molti altri termini qui in uso che di italiano, in seno alla Svizzera italiana, hanno ben poco. E’ il Tedesco l’idioma che la fa da padrone da queste parti e che, quindi, ha un ascendente molto forte su tutta la mentalità, la cultura e – ahi noi – anche sulla lingua di questo Canton Ticino. Nella fattispecie, questo “funziona” è una libera deformazione della forma tedesca es funktioniert, ovvero quella tale cosa o situazione va bene, risulta positiva, quantomeno accettabile, se non quando in effetti è solo un segno di modestia per dire che va tutto a meraviglia.
La verità è che l’ordine, qua, per me va a meraviglia, solo che non volevo fare la preziosa, ecco. Poi arrivando dall’Africa per la seconda volta, la prima dalla Nigeria, la seconda dal Sudafrica, come non trovare la Svizzera “perfetta”? Per dirla tutta, funziona è un termine che non vuole dare nell’occhio, che vuole restare di profilo un po’ bassino, che non vuole “tirarsela”.
Insomma, il nostro milanese, e non solo lui, che ti sbandiera un sorriso Durbans quando gli chiedi come sta e ti risponde “alla grandissima”, qui magari risulterebbe leggermente fuori posto. In Svizzera si sta bene, ci sono i soldini, ma non è il caso di farlo notare né pesare. Ed io questo lo adoro, di Locarno e della Svizzera, lo adoro!
Comunque sia, quando parlo di ordine, penso alle aiuole perfette in tutte le stagioni, alle strade pulite, alle pensiline di autobus e treni non imbrattate. Penso a quegli stessi autobus e treni perfettamente affidabili perché puntualissimi; all’esistenza, sempre più rara altrove, di cabine telefoniche pubbliche effettivamente in funzione e decenti, alle spiaggette pubbliche e, pertanto, semi-gratuite per i residenti, che in estate rallegrano una certa dolce vita da lago che sa un po’ di mare, con quell’odore di crema solare, la sabbia pulita con cui i bambini giocano e quell’acqua limpida e dunque balneabile e un po’ ghiacciata, che rinfresca tutto, anche le idee.
Di perfetto c’è anche molto di più: una burocrazia snella, una correttezza nel calcolo e nella riscossione delle tasse, servizi sanitari privi di sprechi e veloci nell’erogare le cure mediche ai cittadini e, soprattutto, una piacevole e largamente diffusa cortesia nelle persone che si occupano dei rapporti con il pubblico e non solo.
Ma ciò che più di tutto davvero colpisce venendo a vivere in Svizzera, succede a livello delle narici.
Dovete sapere che nella maggior parte dei palazzi nei quali fai ingresso, un distinto odore ti coglie: quello dell’ammorbidente!
Tradizionalmente, infatti, nel vano cantina dei condomini c’è un fantastico locale lavanderia in comune, in cui due maxi macchine dalla capacità di 9 kg l’una, in genere della marca “Mièle”, una che lava e l’altra che asciuga, smaltiscono tutto il bucato degli organizzatissimi condomini.
Non solo l’area prevede comodi contatori di moneta da mezzo franco, atti ad erogare il servizio di funzionamento degli apparecchi, ma c’è anche una chiara tabella di turni giornalieri che scandisce l’ordine di usufrutto delle macchine in questione. Il locale è anche dotato di bellissimi fili per stendere e, se si è proprio fortunati, persino di un grande asciugatore automatico per la biancheria più pesante, che prende il nome di “essiccatore”.
Attenzione: all’inizio questo può rappresentare uno choc culturale non da poco. Ma devo dire che nel tempo, in genere, ci si abitua e si impara che, appunto, è solo questione di organizzazione: cosa nella quale gli Svizzeri sono maestri e da cui noi Italiani abbiamo qualcosina da imparare.
P.S. Quello nel quale vivo attualmente è un appartamento di vacanza, grazioso e con una bellissima vista lago, ma molto piccolo. L’immobile risale agli anni 70′ ed ed stato interamente riattato, ma il sistema “lavanderia in comune” è stato mantenuto tale quale. Per fortuna, di inquilini siamo solo noi ed una famiglia con bebé, che utilizza solo una marca di detersivi con apparente potete antibatterico! Nella casa in cui ci trasferiremo all’arrivo del container da Joburg lavatrice, asciugatrice ed “essicatore” sono gestiti in privato ed in totale autonomia.
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“Bloggers Abroad 2017
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13 Commenti
La Svizzera è stato il sogno nel cassetto di tanti Italiani, in tutte le epoche. Quello che risalta, comunque, è il fatto che l’essere umano sia così adattabile da potersi integrare ovunque.
Caro Michele, io ho vissuto in alcuni luoghi all’estero e non nego che l’inatteso arrivo in Svizzera sia stato visto come un cambiamento molto positivo, quasi ideale, sotto diversi aspetti. Quando ci si affeziona all’idea di ordine ed efficienza si fa più fatica a pensare di farne a meno. Siamo dei privilegiati e non passa giorno senza che ce ne rendiamo conto e ne siamo grati.
Continua a seguirci per favore e vota il nostro sito!!!
Un saluto da Locarno
Katia
Bellissima dissertazione. Da quelle parti piacerebbe svolgere la mia professione di avvocato. Rino Savino
Caro Rino,
figurati, era solo un saluto divertito e un po’ canzonatorio alla “mia” Locarno, il mio angolo di “piccolo mondo antico”, come lo chiamo io, perché di posti grandi, veramente sconfinati ne ho visti all’estero, e stare qui o ritornarci per me non è neanche espatriare, ma tornare ad una realtà il più possibile vicina alla nostra di partenza. Solo che come ovunque le differenze ci sono eccome e mi divertiva, appena rientrata, rimarcarne un paio.
Detto questo, fatti i dovuti distinguo e accettati alcuni trascurabili compromessi (leggi i miei post dal Sudafrica, forse capirai meglio laggiù il tenore dei compromessi cosa invece riguardava!), qui si sta molto bene sotto la più parte degli aspetti, per primo forse il ritrovamento di una certa stabilità che non è più cosi solida nemmeno qui, ma che supera per il momento quella che non c’è più in Italia…
Per sondare la situazione inerente la tua professione, se non lo hai già fatto, informati, informati, informati. Di molto positivo la Svizzera ha un’accessibilità ed una trasparenza alle informazioni di ordine burocratico che, nel bene o nel male, non lascia margine a dubbi o incertezze. O una cosa si può’ fare oppure no. Almeno è chiaro. Per esempio la mia laurea magistrale in scienze dell’educazione non dava accesso all’insegnamento medio superiore e necessitavo di un master triennale abilitante all’insegnamento, conseguito su suolo elvetico. Cosi ogni ambito professionale deve avere le sue belle regole cui attenersi ed uno dei primi passi atti all’integrazione in qualunque Paese, sta nel farle proprie e nel mostrare l’umiltà necessaria di tornare, in questo caso, di nuovo sui banchi di scuola. Lo spirito di sacrificio, la produttività e la voglia di fare sono qualità qui, un mondo che ancora si fonda sulla trasparenza delle relazioni umane, largamente apprezzate.
In bocca al lupo. Spero per te che tu riesca presto a regalarti una buona chance di miglioramento!
Un caro saluto da Locarno
Katia
Ciao!
Quello che dici è bello, è sempre meraviglioso arrivare da qualche parte e sentire di essere nel posto giusto.
Io sto pensando di trasferirmi dall’italia. Vorrei qualche consiglio proprio su questa zona, potresti aiutarmi? Senza impegno.
Cara Jessica, grazie per il tuo commento a questo articolo. Io non abito più a Locarno, mi sono nel frattempo spostato in Belgio. Non posso esserti d’aiuto. Contattami privatamente attraverso messanger. Un caro saluto,
Katia
Grazie x quello che dici sulla svizzera. Io ho questo sogno di andare a vivere là fin da bambina. Ora ho 55 anni e faccio l’ OSS ma il desiderio è sempre tanto.
Salve qualcuno puoi aiutarmi dandomi dei consigli? Vorrei trasferirmi da Zurigo a Locarno! Zurigo è troppo per me non riesco ad ambientarmi dopo otto anni Locarno sarebbe una buona scelta?
Vorrei trasferirmi per risolvere i miei problemi di salute principalmente e magari sistemarmi per un periodo
Ah, magari fosse perfetta come dici nella fantasia tutto è possibile ma nella realtà è mooolto diversa.
Innanzitutto la precisione, la sicurezza e la perfezione svizzera è uno dei tanti miti esageratamente gonfiati che nella realtà si sgonfia con poco gli stereotipi sono sempre ideali e utopici solo i tonti e i disperati credono che sono veri per davvero e che ci sono nazioni perfette dove tutto è giusto e perfetto, in ogni cantone spesso i mezzi pubblici sono in ritardo e ci sono disservizi da parte delle istituzioni, in tutta la Svizzera per viverci bisogna essere particolarmente ricchissimi perché ogni singolo servizio dal più basilare e vitale come comprare gli alimenti e i vestiti, poi gli elettrodomestici, andare dal parrucchiere/barbiere/estetista, al cinema, al ristorante, in palestra e in vacanza è un truffa un furto legalizzato come si può tassare mettere prezzi altissimi al cibo la prima fonte necessaria di sopravvivenza!
In Italia questi servizi sono accessibili a tutti a prezzi moderati.
Si spende più della metà dello stipendio per campare e vi trovate a non potere fare più nulla niente sport, niente uscite al ristorante e al bar, no discoteca, no vacanze di settimane in giro per il mondo, niente passatempi e progetti realizzati.
Il lavoro di alto livello, di fascia media e bassa è miraggio di pochi quello importante ben pagato è precluso ai pochissimi prescelti gli altri sono difficili da ottenere perché danno precedenza ai locali anche solo essere assunti per fare le pulizie è una fatica tremenda.
Poi gli svizzeri come il resto degli europei del Centro-Nord Europa sono gravemente asociali e non sorridono la gentilezza, le buone maniere, l’umanità non le conoscono non si può farci due semplici chiacchiere perché si innervosiscono e lo vedono come invasione della propria sfera personale, non hanno il senso della vita non sanno come viverla lavorano, fanno escursioni e stanno a casa punto e stop già nel primo pomeriggio non si ha più nient’altro da fare è un cimitero vivente.
Scordatevi di fare la bella vita realizzata nel divertimento e nel piacere in montagna non si può non è nella mentalità dei montanari di ogni nazione saperlo e volerlo fare perché non ci arrivano con il cervello sono limitatissimi e isolati questo è il motivo del perché le civiltà che hanno fatto sviluppare il mondo non sono nate in montagna e in Svizzera!
Gli appartamenti in affitto sono costosissimi figurarsi quelli di proprietà e i più piccoli rumori fatti per sbaglio un oggetto che cade, il cane che abbaia, il bambino che piange ti fa guardare male dai vicini che cercano in ogni modo di cacciarti, impossibile che ti vengono incontro e ad aiutare se stai male anche se succede in strada ti lasciano morire nell’indifferenza, impossibile chiedergli un favore, impossibile chiedergli in prestito un po’ di sale e zucchero, se hai le borse della spesa piene e non riesci a portarle tutte assieme non ti aiutano, già il fatto che hanno le lavanderie in comune dimostra che non sono veramente puliti non è igienico per quanto le disinfetti.
Vi immaginate vivere così pieni di limitazioni sociali martellanti giornaliere, spendere, spendere e solo spendere soldi continuamente e fare un lavoro umile o mediocre, non avere nulla di soddisfacente e di realizzato e avere una voragine di vuoto e dolore che vi mangia vivi?
Non si vive più questa non è vita è un omicidio legalizzato.
Sono cresciuta in un paesino di una provincia di montagna in Veneto la cattiveria e chiusura dei montanari è disumana, non che nel resto del Veneto sono civili ma sono un pochino meno selvaggi, la stessa bestialità l’ho vista negli austriaci e nei tedeschi fratelli degli svizzeri, l’enorme sofferenza che ho subito in montagna mi fa rabbrividire nel sentire molti che vorrebbero vivere in queste nazioni.
Capisco volere cambiare vita ma bisogna guardare la realtà e non farsi abbindolare dagli stereotipi l’estero è molto duro pochissime nazioni nel mondo danno una vaga forma di normalità e vivibilità, e certo tra quelle non c’è la Svizzera.
Gentile Erica,
da cittadino italiano residente in Ticino da 5 anni (attualmente nei mid-30) mi permetto di dissentire con quasi tutto il tuo commento, che forse dovrei piuttosto definire “sfogo”.
Breve risposta per punti ai tuoi “argomenti”:
1) “in ogni cantone spesso i mezzi pubblici sono in ritardo e ci sono disservizi da parte delle istituzioni”
La qualità dei mezzi pubblici e l’efficienza delle istituzioni non saranno perfetti, ma sono tra le migliori del mondo e sono ANNI-LUCE avanti a quelle italiane, è un paragone imbarazzante.
2) “bisogna essere particolarmente ricchissimi perché ogni singolo servizio dal più basilare e vitale […] è un truffa un furto legalizzato”
Probabilmente stai ragionando con un metro italiano. È come se un algerino dicesse “l’Italia è invivibile, costa tutto troppo!!!”.
In Svizzera lo stipendio mediano è 6500 chf (6300 euro), ed il potere d’acquisto della popolazione è quasi il 50% più alto che in Italia, e secondo in Europa solo a Norvegia e Lussemburgo.
3) “Gli svizzeri come il resto degli europei del Centro-Nord Europa sono gravemente asociali”
Bollare mezzo continente (universalmente riconosciuto come il top mondiale per qualità della vita) come gravemente asociale la dice lunga sul livello di apertura mentale di quel commento.
A ciascuno i suoi costumi: libera di preferire uno stile di vita più in linea con “il mio grosso grasso matrimonio greco” e fai bene a non trasferirti in Svizzera o in Scandinavia, non c’è bisogno di offendere chi la pensa diversamente (e mai vivrebbe in posti che riterrebbe troppo chiassosi, invadenti e maleducati).
4) “non ci arrivano con il cervello sono limitatissimi e isolati questo è il motivo del perché le civiltà che hanno fatto sviluppare il mondo non sono nate in montagna e in Svizzera!”
Il livello di civilizzazione della popolazione svizzera è altissimo, così come il livello culturale. Sono svizzere le migliori università dell’Europa continentale, e la Svizzera è il Paese con il maggior numero di premi Nobel pro capite.
La civiltà è nata tra il Nilo e la Mesopotamia ed è giunta in Europa in ritardo di millenni: concorderai che ad oggi Egitto ed Iraq, e lo dico con profondo dispiacere, non sono proprio esempi di civiltà.
Si potrebbe continuare ma sarebbe inutile: ho fatto lo sforzo solo nella speranza che altri lettori che non conoscono la realtà fuori dall’Italia non si lascino fuorviare da questo commento.
Gentile Marco,
Ti ringrazio profondamente per aver trovato la forza di rispondere al penultimo commento di questo post datato. Io, in cuor mio, confesso di aver rinunciato nell’impresa tanto mi sono sentita rattristata ed offesa per la virulenza e la superficialità espresse prima di te. Siamo tutti liberi di esprimere le nostre opinioni ma non a discapito del rispetto delle più elementari norme, per l’appunto di civiltà ed educazione. Siamo anche liberi di scegliere dove vivere, nel limite delle nostre capacità intellettive e fattuali, ma non di criticare aspramente luoghi e sistemi di vita che forse non si ha avuto la reale opportunità di conoscere sulla propria pelle. Quindi grazie per lo “sforzo”, come vedi a qualcosa è già servito. Un caro saluto!
Katia
Grazie Katia, mi fa piacere leggere il tuo commento come mi era piaciuto tutto il post originale.
Mi dispiaccio e spero di non aver trasmesso un disamoramento verso il Paese più bello del mondo (l’Italia) reso putroppo poco vivibile da un tessuto sociale, da diversi anni, parecchio arretrato rispetto ad altre realtà europee come la Svizzera.
Grazie per le esperienze che hai condiviso e un saluto da pochi km più a sud (Lugano).