Vivere a Bali durante il Covid: inferno o paradiso?
Bali è chiusa al turismo da Marzo 2020, e la previsione di apertura verso il turismo internazionale non è prima di Gennaio 2021.
Purtroppo questa è solo una data indicativa che potrebbe cambiare, tutto dipende da quello che succederà da adesso in poi.
Come è vivere a Bali durante il Covid?
Ancora è la magica dimora degli Dei, o è stata abbandonata al proprio destino?
Come ha reagito quest’isola dove quasi tutto, direttamente o indirettamente ruota intorno al turismo internazionale?
Bali e Covid, l’isola ha saputo usare la sua magia trasformandosi ancora di più in un Paradiso, o ha miseramente fallito sprofondando nell’Inferno?
Prima di parlare di come stanno andando le cose in quest’isola, voglio farvi conoscere un poco di Bali, dei Balinesi e della loro cultura.
Bali e la sua unicità
Bali è l’unica isola in Indonesia e nel resto del mondo, a professare una forma di religione molto particolare, l’induismo balinese, dove il culto induista proveniente dall’India, è stato unito a un forte animismo Indonesiano.
Il principio fondamentale di questa religione è che le forze del bene Dharma e le forze del male Adharma abbiano sempre tra loro equilibrio e armonia.
L’Induismo balinese divide il cosmo in tre livelli:
- Il livello più alto è il cielo Suarga la dimora degli Dei.
- Il successivo è il mondo dell’uomo Buwah.
- Sotto vi è l’inferno Bhur dove vivono i demoni e dove gli spiriti delle persone sono puniti per i misfatti compiuti sulla terra.
Questa divisione si riflette sul corpo umano (testa, corpo, piedi) e nei piccoli santuari che si trovano all’esterno degli edifici balinesi.
Le antiche credenze non sono solo basate su testi religiosi, ma anche su filosofie e uno stile di vita molto particolare.
Infatti, più che una religione è un insieme di pensieri, azioni spirituali e filosofiche.
A differenza dell’induismo indiano che è politeista, nella credenza indù balinese si adora un solo Dio, Acintya.
L’induismo balinese enfatizza le esperienze spirituali e la condotta di vita delle persone, svolta nel trovare il significato della vita stessa, fino a raggiungere la perfezione e l’illuminazione.
Ed è proprio credendo sull’equilibrio delle forze opposte che i Balinesi vivono.
Un esempio molto facile da spiegare e comprendere è la stoffa Poleng.
Molto simile al concetto di yin nero e yang bianco dall’antica filosofia cinese, il tessuto poleng rappresenta due proprietà diverse e contraddittorie.
Simboleggia l’equilibrio della natura, la luce e il buio, su e giù, destra e sinistra, giusto e sbagliato, buono e cattivo, inferno e paradiso.
Il poleng è la stoffa a scacchi bianco e nero che a Bali si vede ovunque, nei tempietti per le strade, avvolto intorno a grandi alberi, usato per adornare statue, cancelli e i luoghi di preghiera.
Il poleng è solitamente indossato dai pecalang, che sono gli agenti di sicurezza balinesi, essi devono mantenere l’ordine e fare rispettare le regole.
Indossare questa stoffa ricorda ai pecalang di riflettere sul significato filosofico posseduto dal poleng, in modo che possano essere vigili e giusti, mantenere un ambiente sicuro, armonioso, ordinato, comportandosi sempre secondo gli insegnamenti del Dharma.
Nessuna cosa nel mondo può essere completamente yin o completamente yang, l’uno non può esistere senza l’altro.
Il bene e il male, Inferno e Paradiso, hanno motivo di esistere solo se esistono entrambi.
Bali e Covid: l’inferno
Il governatore di Bali Wayan Koster, d’accordo con la linea politica governativa del presidente indonesiano Jokowi Widodo, ha deciso di tenere chiusa Bali fino a tutto il 2020.
Bali è una delle destinazioni più turistiche e desiderate dai viaggiatori di tutto il mondo, con dodici mesi ininterrotti di partenze e arrivi.
Adesso è un’isola svuotata, con saracinesche abbassate, resort, locali, e ristoranti chiusi.
Le zone più turistiche dell’isola come Kuta, Legian, Nusa Dua, sono quelle che ne hanno risentito maggiormente e sono completamente deserte, un vero inferno per l’economia locale.
In un paese come questo, dove uno straniero trova difficilmente lavoro come dipendente, diventa quasi obbligatorio trasformarsi in imprenditori, investendo denaro, gran impegno e tanto tempo nella propria attività.
Il sogno tropicale di vita a Bali desiderato da tanti, nella realtà, non è facile come sembra.
Spesso passano anni prima di adattarsi a questa cultura particolare e diversa, un expat deve lottare per avere il suo spazio in un ambiente avverso all’occidentale.
Al momento l’immigrazione non rilascia nuovi visti d’ingresso, chi aveva visti e permessi di lavoro scaduti si è trovato a fare delle scelte difficili, uscendo dal paese senza possibilità immediata di rientro.
Questa situazione di lunghissima chiusura, sta diventando un vero inferno, per gli imprenditori expat.
Anche se a Bali la popolazione non muore di fame, senza turismo internazionale molte piccole realtà legate al settore turistico scompariranno.
Proprio il boom turistico internazionale degli ultimi anni, ha portato a molte famiglie locali benessere e occidentalizzazione, regalando nuove speranze e possibilità economiche; per acquistare un’automobile o uno scooter, una casa, poter fare studiare i figli, permettersi ospedalizzazione e cure mediche.
Adesso queste famiglie si trovano senza nessuna entrata, gravati da debiti che non potranno pagare.
Made è un bravo driver turistico che parla anche inglese, mi conduce fino all’aeroporto con la sua macchina, in questi mesi di fermo forzato ha fatto il pescatore, mi racconta che pesce, riso, uova e pollo non mancano in famiglia, ma non può più pagare le rate dell’auto.
Anche se da Gennaio 2021 torneranno i turisti, lui molto probabilmente non avrà più il suo mezzo di lavoro, o sarà troppo indebitato per condurre la stessa vita di prima, un inferno da cui diventerà difficile uscire.
I primi di Agosto l’isola ha riaperto al turismo domestico, ma questa mossa pensata per rilanciare il turismo non si è rivelata sufficiente a garantire la riapertura di locali e strutture alberghiere, e ha invece contribuito a peggiorare la situazione.
Con l’arrivo dei Giavanesi, particolarmente colpiti dal Covid-19, la situazione a Bali si è presto aggravata e sono state emesse nuove misure restrittive.
I festanti cartelli “I love Bali” sono stati sostituiti da: Cuci Tangan – Pakai Masker – Jaga Jarak (lavati le mani – indossa la maschera – mantieni la distanza).
Niente turisti a Bali per tutto il 2020, una scelta drammatica per un’isola che sul turismo punta quasi tutto, gravissime le ripercussioni, tantissime le persone rimaste senza lavoro, senza retribuzione, e un futuro incerto per molti.
Bali e Covid: il Paradiso
Il popolo indonesiano è abituato a combattere, a risorgere dalle ceneri di grandi disastri naturali, forti terremoti e vulcani attivi e distruttivi fanno parte da sempre della vita di questa gente.
Nelle leggende si narra che Bali abbia occhi, orecchie, cuore, e un’aura magica da vera dimora degli dei.
Si dice sappia come proteggere la sua gente, che è culturalmente abituata a vivere l’oggi più che a pensare al domani.
Di fatto, gli abitanti hanno abbandonato le zone turistiche e sono tornati nei propri villaggi, riprendendo a fare le antiche attività, agricoltura, pesca, artigianato.
Campi verdeggianti, panorami incontaminati e splendenti, aria pura, cielo azzurro con nuvole soffici e leggere e una luce ancora più vivida.
La magnifica e prepotente natura tropicale che sta riprendendo velocemente possesso dei propri spazi.
I villaggi dell’interno di nuovo animati e pieni di vita, la gente che lungo le strade improvvisa mercatini, vendendo o barattando merce, pesce, uova, frutta e prodotti dell’orto.
Le strade insolitamente sgombre dal traffico, nessun turista in abiti succinti a dissacrare la pace e spiritualità dei bellissimi templi e luoghi sacri.
Bali ha saputo adattarsi a questa situazione alla sua maniera, con il suo fare resiliente e il sorriso pacato, in 6 mesi è tornata meravigliosamente indietro nel tempo di 30 anni.
Immagini perdute che riportano a vecchie foto sbiadite, la Bali autentica dei balinesi.
Un luogo ricco di karma e buone vibrazioni, doni che quest’isola possiede da sempre, ma che spesso negli ultimi anni venivano offuscati dal troppo materialismo.
Decisamente sì, chi ha la fortuna di poterla vedere adesso, trova veramente il Paradiso.
Concludendo
Questa pandemia che ha sconvolto il mondo intero, ci ha insegnato o almeno avrebbe dovuto farlo, che su questa terra nulla è certo.
Che la vita può improvvisamente avere risvolti inaspettati.
Novembre 2020 – Bali e Covid, oggi l’isola rispecchia più che mai l’antica filosofia.
Inferno e Paradiso hanno motivo di esistere solo se esistono entrambi.
Chi sono
12 Commenti
🙏
Grazie Rossella
una parola, un simbolo, un abbraccio virtuale e siamo tutti più vicini
Grazie per questo quadro dai mille colori. In realtà quello che scrivi mi fa vedere Bali come un paradiso. Proprio perchè il popolo ha trovato comunque un modo di andare avanti, sfruttando le conoscenze dell'”indietro”. Deve essere davvero stupendo vivere Bali adesso. Sono d’accordo che il turismo, soprattutto la mancanza di rispetto dei turisti, avesse svalorizzato Bali. Ora credo se ne respiri la vera essenza!
ciao Daniela
Grazie per aver letto il mio articolo, Bali adesso è magnifica intatta e silenziosa, ma Bali ha bisogno anche dell’allegro caos dei turisti.
L’ideale come sempre sarebbe una via di mezzo e un turismo più responsabile.
un abbraccio Ci
Cara Cinzia, ricorda… In un po’ di bianco c’è sempre un po’ di nero, in un po’ di nero c’è sempre un po’ di bianco. 阴阳!
💪🏼
ciao Emilia
Assolutamente si
Wow, Bru. Che articolo ben scritto e documentativo. Mi è piaciuto molto, specie il finale. Vero che crediamo che la vita sia certa e stabile, ma è proprio la sua mutevolezza a renderla… la vita!
Grazie Ale
Sono contenta ti sia piaciuto, e comunque vada viva la vita !
Bali si sta rigenerando e sarà per sempre over the top!
Tantissime Divinità vivono a Bali anche perché è il chakra più potente del pianeta terra.
Risveglio della coscienza
Eros Ferrari Sulewal
Parole verissime : chi aveva visti e permessi di lavoro che scadevano durante la pandemia è entrato in un loop burocartico senza fine.
Probabilmente questo fatto ci diventa sopportabile grazie anche a quello spirito di resilienza ed accettazione per ciò che non capiamo che Bali ci ha trasmesso negli anni…
che dire … sampai jumpa!
L’aria che si respira a Bali è diversa, nemmeno il virus e questa lunga chiusura al mondo ha cambiato il suo ritmo ovattato e lento …
Teman teman pulang
Eros è vero, Bali è un luogo meraviglioso