Ogni expat sa che tornare nel proprio paese non è mai semplice come sembra.
Devi riuscire a prevedere quali saranno i tuoi impegni e i tuoi giorni liberi per prenotare oculatamente i voli di andata e ritorno.
Devi essere iscritta alle newsletter di vari siti e compagnie aeree per beccare l’offerta più vantaggiosa per partire.
Devi imparare a viaggiare con il bagaglio a mano e a preparare bagagli sempre più leggeri e che contengano il minimo indispensabile, perché sai che poi dovrai essere tu a trascinarli per – almeno – due città e due aeroporti diversi.
Dovrai eventualmente portarti dietro qualcosa da lasciare in Italia, di modo che sia a disposizione quando sarai di nuovo di ritorno, e prepararti una lista di cose che invece dovrai ricordarti di portare quando ripartirai.
Ma spesso una delle cose più difficili è accettare l’idea che stai tornando in Italia e che quei pochi giorni fuori scombussoleranno la tua routine e i tuoi piani della vita all’estero; perché c’è sempre quell’evento che perderai, quel party a cui non potrai partecipare o semplicemente quei giorni di sole che non si vedono mai e che ovviamente capiteranno proprio quando decidi che andrai in Italia.
Quando finalmente arrivi, ci sarà sempre qualcuno – nel mio caso i miei genitori – ad aspettarti sorridente ed eccitato all’aeroporto. E verrai investita da baci, abbracci, auguri di bentornato e domande.
Arrivata a casa stanca e provata dal viaggio, ritroverai più o meno tutto come lo hai lasciato e, sedendoti sul letto e guardandoti intorno, penserai: CASA.
Il tempo che passerai nella tua città si alternerà tra giorni di intensa attività – rivedere gli amici, tornare a mangiare nel tuo ristorante preferito, andare finalmente in quel wine bar che ha aperto già da qualche anno ma che tu non hai ancora avuto occasione di provare – e giornate pigre, se non quasi noiose, in cui ti sveglierai la mattina e penserai: “E oggi cosa faccio?”.
Scoprirai che cosa significa passeggiare senza una meta precisa per le strade conosciute, che prima percorrevi di corsa per andare all’università o al lavoro.
Non ti peserà più di tanto aspettare a lungo l’autobus, perché in fondo non hai alcun impegno impellente e ti scoprirai un po’ turista nel luogo in cui sei nata e hai vissuto.
Ti renderai conto di avere un’immagine diversa, vecchia di come sono le cose e le persone nella tua (ex) città.
Dovrai accettare di aver dimenticato dei dettagli che nella tua vita precedente erano fondamentali, come il nome di una via, dove sia esattamente localizzato un negozio, quale linea di autobus passi proprio per quella strada, o addirittura il nome di un tuo vecchio professore del liceo che ormai non pronunci più da anni.
Quando sarai a divertirti con i tuoi amici, ti chiederai più volte perché sei partita.
Subito dopo, guardandoti intorno, ti ricorderai perché volevi ardentemente andartene.
Ma la sensazione più strana la percepirai il giorno del tuo rientro, a volte già dalla sera precedente:
mentre prima quasi ti innervosivi all’idea di dover tornare in Italia, a poche ore dal tuo volo penserai che quasi quasi ti piacerebbe restare ancora un altro po’.
Le ore all’aeroporto e in volo le trascorrerai in una sorta di limbo, in cui non sai se sei triste perché te ne sei andata dalla città in cui, nascendo, sei capitata, o felice perché stai tornando nella città che invece ti sei scelta.
Una volta atterrata, ti dirigerai verso la tua casa senza neanche pensare al percorso che ormai conosci a memoria e lentamente i ricordi dei giorni appena trascorsi nella tua Heimat si dissolveranno nella tua mente.
Rientrata nel tuo appartamento, la tua coinquilina tedesca ti accoglierà con grandi sorrisi e sarai di nuovo investita di abbracci e di domande.
Entrando nella tua stanza ritroverai di nuovo tutto come lo hai lasciato, eccetto qualche traccia di polvere in più, perché nessuno si sarà preso cura del tuo spazio e delle pulizie durante la tua assenza.
Posata in un angolo la valigia, ancora con il cuore un po’ pesante ti siederai sul letto, stanca e provata dal viaggio.
E guardandoti intorno, penserai: CASA.
Chi sono
9 Commenti
Piacerebbe anke a me viaggiare x tornare nella mia città
Espatriare in un altra nazione x lavoro e tornare quando posso in Italia
Io e mia figlia….ma sicuramente cn molti soldi in più ed una vita felice da vivere nn cm in Italia
Se provi, fammi sapere 😉
Un abbraccio
É come se mi avessi letto nel pensiero 🙁 la cosa assurda è che nemmeno ci conosciamo ma proviamo esattamente le stesse sensazioni.
Mi sono accorta che è una cosa piuttosto comune tra expat!
Tu da dove scrivi?
Un caro saluto da Berlino
Bellissimo!! Ho letto questo articolo con le lacrime agli occhi perché mi sono emozionata, perché è assolutamente vero, è così, ogni volta che torno a casa…e proprio domani prenderò un volo per tornare in Italia, per festeggiare il matrimonio di una delle mie più care amiche di sempre e per vedere la mia famiglia, ma poi tornerò a CASA, nella mia Barcellona.
Buon viaggio verso casa, qualunque essa sia <3
Tutto verissimo, quante volte ormai ho provato questa altalena emotiva… ho solo qualche perplessità sulla tedesca che ti accoglie calorosamente, ma qui entriamo in un altro terreno ?
La mia tedesca è una persona calorosa, a modo suo…
ma tieni conto che io non sono proprio una tipica italiana 😉
Sembra di leggere gli stessi miei pensieri ogni volta che torna dall’Australia!!