Vista da casa, tramonto Vista da casa
Un anno, 12 mesi, 365 giorni. 4 Gennaio 2016-4 Gennaio 2017
Auguri a noi, Rotterdam!
4 Gennaio 2017: mi sveglio con Robin che mi saluta per andare a lavoro e Kalou che mi fa le fusa come ogni mattina. Non me lo sarei mai immaginata un risveglio così, un anno fa, quando a svegliarmi fu mio padre per salutarmi prima del grande salto. In realtà all’epoca non avevo proprio ben chiaro quale sarebbe stata la mia fine dopo l’anno che avrei dovuto vivere come au-pair. Né tanto meno potevo immaginarmi che piega poteva prendere la mia vita dopo che, per cause esterne, l’esperienza come au-pair finì in maniera prematura e repentina, lasciando la mia esistenza qui a Rotterdam nell’incertezza totale.
La vita da expat è cominciata bene, anche troppo: facevo l’au pair in una bella famiglia con una bella casa, ho subito fatto conoscenza con tantissime persone facendo amicizia nonostante l’inglese un po’ stentato e in Aprile ho conosciuto Robin. Andava tutto bene, era tutto lineare e poi, come chi mi ha seguito un po’ lo sa’ già, ho avuto la batosta del licenziamento. Dopo il licenziamento sono potuta rimanere a Rotterdam grazie alla mia amica Daniela e la sua Host family che mi hanno ospitato, ho trovato dei lavoretti saltuari con cui a Luglio ho potuto permettermi di affittare una stanza, poi ho trovato lavoro fisso (che odio ma almeno è lavoro) e sono andata a fine Agosto a vivere con Robin. A Settembre è venuto mio padre, a Ottobre mia madre con un’amica e infine a Dicembre dopo due mesi pazzi di lavoro sono scesa con lo straniero in Italia ingrassando di circa 3/4 chili, come è giusto che sia. Questo è stato il mio anno.
La situazione attuale è questa:
Sono di nuovo nella grigia Rotterdam con i ricordi belli del freddo ma soleggiato Natale in Toscana, vivo in centro, su una penisola di un isola con le barche ormeggiate tutt’attorno; alcune sono case, altre dei piccoli musei aperti di tanto in tanto. Nel giro di 200 metri arrivo al Nieuwe Mass e in poco più in Witte de Withstraat, la via dei pub.
Il mio inglese è migliorato tanto, sull’olandese ci sto lavorando parlando con Ro, quasi esclusivamente in quella lingua lì. Mi sono riscoperta cuoca (sarà che è davvero nei geni) e mi piace davvero tanto. Ho promesse di viaggi per “andare a trovare” in più posti del mondo e ho il mio gruppetto di amicizie anche se molte se ne stanno andando.
Mi sento di dover smentire la voce che gira che dice di non fidarsi degli Italiani all’estero che non ti aiutano e ti sfruttano e basta: io senza alcuni italiani che si sono offerti di aiutarmi non so dove sarei adesso. Inoltre devo anche dire che sì, integrarsi nella cultura dutch non è semplice ma non sono dei mostri senza cuore come sembrano, un po’ freddini ma basta dargli tempo.
Il mio anno da expat, il mio anno con Rotterdam è paragonabile a una storia d’amore: è iniziato in maniera euforica con il timore-eccitazione per il nuovo approccio che è stato perfetto per un po’, con un susseguirsi di delusioni, gioie, scoperte e rammarichi.
Quindi cara Rotterdam, la nostra love story, può finire, come continuare, si vedrà nel tempo. Al momento sento solo che tu sei mia o, meglio, io sono sua. Con i tuoi mille pregi e duemila difetti mi hai conquistata…
Dal Museo Marittimo Vista da casa, tramonto
Chi sono
1 Commento
Ciao Dali, ti ricordi di me? 😀
È da un po’ che leggo le tue avventure. Ho trovato il tuo blog spinta dalla curiosità di sapere che fine avevi fatto dopo quella sera d’estate a Livorno.
Mi piace leggere quel che scrivi, mi rassicura. Anch’io sono all’estero, per pochi mesi però, e ho avuto le mie difficoltà a integrarmi.
È bello vederti felice e sono sicura che andrà sempre meglio. In bocca al lupo e un abbraccio 🙂
Giulia (Giorgi!)